Il gioco dell'oca per una cattedra «Sarà dura, ma io non m'arrendo»
Data: Mercoledì, 18 agosto 2010 ore 18:45:18 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Maria Teresa GrippaldiCatania.«Come sarà il mio autunno? Triste, forse anche più triste di quello dello scorso anno, che già era stato il peggiore in assoluto della mia lunga carriera di docente precaria».
Sta ricaricando le batterie (più psicologiche che fisiche), in attesa dell'ennesima stagione di lotte, speranze e delusioni.
In campagna, nella villetta di famiglia ai piedi dell'Etna. Ma per Maria Teresa Grippaldi, 43 anni, insegnante precaria catanese, il vero "vulcano" è quello che sta implodendo nell'anima.
Una storia delle tante, nel "triangolo delle Bermuda" (Tremonti-Gelmini-Regione) delle cattedre inghiottite, dei corsi salva-precari che non salvano nemmeno la dignità, delle battaglie di un fronte sempre più spaccato da una guerra dei poveri scientificamente indotta dall'alto, dalle stanze ministeriali.
Una storia tanto "normale" e diffusa, da essere straordinaria nella sua essenza di simbolo di quest'autunno siciliano che si preannuncia grigio: «Ormai, come altre migliaia di colleghi catanesi e siciliani, non ho la stessa energia e la stessa forza che negli anni scorsi caratterizzava l'inizio dell'anno scolastico.
Un anno sempre da precaria, ma con una prospettiva diversa. Con la consapevolezza che, dopo anni e anni di sacrifici, avrei realizzato il mio sogno professionale: diventare un'insegnante di ruolo.
C'erano una volta le graduatorie a esaurimento, adesso gli unici ad "esaurire", nel senso mentale del termine, siamo noi...».
Non un ripiego, non una scorciatoia, ma una missione di vita: «Ho studiato a lungo, ho ottenuto tre abilitazioni diverse. E ho acquisito il massimo punteggio di master e specializzazioni: sono una specie di "mafia legalizzata", ma ho investito soldi e tempo per non farmi scavalcare da centinaia di altri concorrenti.
E adesso dove mi trovo? In un limbo all'ingresso della scuola, con una spinta dal sistema che cerca di buttarmi fuori.
Per sempre...». In effetti, il quadro dell'anno scolastico siciliano - per i precari della scuola - è alquanto preoccupante.
Meno immissioni in ruolo, aumento dei docenti titolari in esubero che quindi toglieranno ulteriormente spazio ai precari, sia nelle nomine degli ex provveditori sia nelle supplenze a tempo determinato chieste dai presidi.
Una specie di gioco dell'oca dove spesso i protagonisti - loro malgrado - sono costretti a bruschi tornaindietro.
«E l'effetto collaterale di questi tagli selvaggi - spiega la professoressa Grippaldi - è che chi voleva ottenere la spaccatura del fronte dei precari c'è riuscito perfettamente».
Venerdì il coordinamento precari di Catania si riunirà per fare il punto e per programmare le prossime forme di lotta.
«Io ci sarò - anticipa la docente catanese - ma in molti si sono arresi, i sindacati hanno diversità di obiettivi e strategie.
E da una società che ha perso il rispetto per la figura dell'insegnante non dobbiamo aspettarci nessuna forma di solidarietà».

La Sicilia del 18 agosto 2010
Ma. B.





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-22761.html