Scuola, sempre più presidi part-time. Già 1.500 sedi coperte da “reggenti”
Data: Lunedì, 16 agosto 2010 ore 09:43:24 CEST Argomento: Rassegna stampa
Millecinquecento scuole italiane per tutto
il prossimo anno scolastico saranno “governate” da un preside part-time,
un dirigente preso in prestito da qualche istituto vicino. A causa dei
numerosi pensionamenti e dei tempi biblici che intercorrono fra un
concorso e l’altro, infatti, quest’anno è boom di posti vacanti. Fino
al 2007 si ricorreva ai presidi incaricati, professori prestati al
ruolo di dirigenti. Poi questa figura è stata abolita (restano al loro
posto solo gli incaricati già esistenti) e ora l’unica soluzione,
quando le graduatorie si svuotano, è ricorrere ai “supplenti” anche per
i presidi, che in gergo tecnico si chiamano reggenti. Quest’anno,
calcola l’Anp, l’Associazione nazionale di categoria, saranno circa
1.500. Con inevitabili disagi: Con inevitabili disagi: un solo preside
dovrà coprire due istituti. Di solito l’amministrazione scolastica va a
caccia del reggente nelle scuole vicino a quella con la poltrona
vacante. Ma non sempre si trova il candidato. Così, a volte, il
dirigente part-time deve affrontare un bel viaggetto per fare la spola
fra una sede e l’altra. Il che comporta meno tempo a disposizione di
prof, segretari, bidelli e genitori. In una scuola che gestisce
situazioni sempre più complesse e in cui le risorse sono minime e vanno
spese al meglio, avere un preside part-time non è il massimo. Eppure
quest’anno il 15% degli istituti scolastici finirà in mano ad un
dirigente che ha già una sua sede e che dovrà dividersi fra più
consigli di istituto, farsi in quattro per seguire il doppio o il
triplo dei professori e ascoltare le ragioni di decine di genitori in
più. Il record di queste situazioni si registrerà in Lombardia dove
sono oltre 300 le reggenze che dovranno essere assegnate. L’Ufficio
scolastico è già al lavoro. Nel Lazio saranno 110, in Veneto 90 così
come in Piemonte, spiegano sempre all’Anp. A poco serviranno le 170
assunzioni già promesse dal ministero. Sono una «goccia nel mare»,
dicono dall’Associazione dei presidi che chiede «che si faccia subito
il concorso per 2.800 posti annunciato per il prossimo autunno dal
ministro Gelmini in un incontro con i sindacati». «Bisogna farlo subito
- sottolinea Giorgio Rembado, a capo dell’Anp - perché per espletare
questo tipo di procedure ci vogliono molti mesi. Se il concorso verrà
bandito ad ottobre probabilmente avremo in ruolo i vincitori nel 2012 e
i 2.800 nuovi posti saranno appena sufficienti, a quel punto, per
coprire le nuove vacanze». Si calcola, infatti, che entro il 2012 i
posti vuoti saranno oltre 3.000. A quel punto ci saranno ancora
reggenze da assegnare e con i pensionamenti ulteriori si libereranno
altri posti e il giro ricomincerà. «Per evitare che la situazione si
ripeta con i numeri di quest’anno- prosegue Rembado- è necessario che i
concorsi vengano banditi con regolarità. In alcuni casi sono passati
anche dodici anni prima di farne uno. L’ultimo concorso c’è stato sei
anni fa. L’intervallo ideale dovrebbe essere di due anni». Qual è
l’aspetto più preoccupante delle reggenze? «Il carico di lavoro
eccessivo a cui viene sottoposto ciascun dirigente. Oggi le scuole,
soprattutto in città, sono molto grandi e non sempre vicinissime tra
loro». L’Anp aveva insistito per lasciare al loro posto, per un altro
anno, i presidi attualmente in carica e in via di pensionamento, ma non
c’è stato nulla da fare. A settembre, dunque, centinaia di genitori
scopriranno di avere un dirigente part-time da condividere con le
famiglie di un altro istituto. Chissà quante volte si sentiranno dire
«ripassi domani, che oggi il preside non c’è». Anche perché l’ultima
manovra economica vieta ai dipendenti pubblici di usare il mezzo
proprio per gli spostamenti, ricordano dall’Anp. I presidi reggenti o
pagheranno di tasca loro o dovranno contingentare al massimo le
trasferte e gli spostamenti da una scuola all’altra per non rimetterci
troppo.
Il Messaggero 15.08.10
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