A questo fine ha avviato la
procedura di raffreddamento e conciliazionee prevista dalla legge di
regolamentazione del dirittto di sciopero.
oggetto: schema di decreto legislativo attuativo
dell’art. 5 legge 53/03.
Formazione iniziale ed accesso ai ruoli degli insegnanti.
Questa Associazione ha preso conoscenza negli scorsi
giorni della più recente versione dello schema di cui all’oggetto, che
considera come sensibilmente peggiorativo rispetto alla prima bozza
presentata alle organizzazioni sindacali nel luglio 2004. Un’analitica
memoria, contenente le osservazioni e le proposte dell’Anp, è stata rimessa
a mani del Capo Dipartimento, dott. Pasquale Capo, in occasione
dell’incontro di informativa di qualche giorno fa.
Mentre si fa rinvio ad essa per un’argomentazione
puntuale del nostro punto di vista, si vuole in questa sede richiamare
l’attenzione della S.V. su un più generale aspetto di criticità legato allo
schema di decreto nella sua attuale formulazione.
La questione della qualità della formazione iniziale dei
docenti e del loro accesso alla professione è
la questione centrale
per il successo della riforma tutta intera. Senza una forte
discontinuità rispetto alle logiche ed alle prassi seguite negli ultimi
quaranta anni, sarebbe illusorio pensare di rinnovare in misura sostanziale
il modo di fare scuola: un modo che – le più recenti indagini internazionali
lo confermano – ci colloca ormai agli ultimi posti nel panorama mondiale
dell’istruzione.
In particolare, sarebbe deleterio insistere con la logica
della mortificazione del merito e con quella dell’accesso all’insegnamento
unicamente per anzianità: non altro significano infatti la riserva del 50%
dei posti alle graduatorie permanenti (che continueranno ad essere
alimentate anche in futuro), la logica dei corsi abilitanti svolti solo per
dare una superficiale patina di legittimazione a delle assunzioni che sono
di fatto ope legis,
la dimenticanza totale in cui sono stati lasciati i numerosi docenti che
hanno svolto negli scorsi anni impegnativi percorsi universitari di
formazione attraverso le lauree in Scienze della Formazione Primaria e le
SSIS. Scelta, quest’ultima, particolarmente sorprendente, in quanto il
modello cui si ispiravano i percorsi in questione è quanto di più simile
esista, per il momento, a quello prefigurato dall’art. 5 della legge 53/03.
Si pone ancora una volta nell’attuale contingenza una
questione già più volte emersa durante l’iter di attuazione della legge di
delega: quella della divergenza fra le finalità enunciate ed i mezzi
approntati per perseguirle. E non si parla qui solo delle risorse
finanziarie – su cui pure molto ci sarebbe da dire – ma dei mezzi
organizzativi e delle priorità culturali su cui costruire il percorso di
attuazione della norma.
FEDERAZIONE NAZIONALE DIRIGENTI E ALTE PROFESSIONALITA’ DELLA FUNZIONE
PUBBLICA
Fra questi mezzi si deve ricordare in primo luogo il
ricorso, effettivo e non solo ritualmente evocato, all’autonomia delle
istituzioni scolastiche, la quale costituisce previsione costituzionale,
oltre che scelta attuata ormai da tempo in tutti i sistemi scolastici di
maggior successo nel mondo.
Alla luce di quell’esperienza, si conferma che tener
fuori le scuole dal percorso di selezione e chiamata dei docenti migliori
costituisce un errore. L’allocazione delle risorse professionali in modo
automatico e remoto, senza alcun riguardo per il contesto in cui devono
operare e per i bisogni formativi degli studenti che si troveranno di
fronte, non permette di progettare realmente un’offerta formativa di
qualità. Non ha senso puntare sull’autonomia come strumento di successo
formativo per tutti, se questa autonomia è soltanto un nome vuoto e non può
tradursi neppure nella scelta e nella finalizzazione delle competenze
professionali da mettere in campo.
Non si tratta di un nostro solitario convincimento:
l’evidenza dei risultati deludenti cui questa scelta ci ha condotto nei
decenni scorsi, a confronto con i paesi nostri concorrenti che hanno
intrapreso una strada opposta, richiede con urgenza un ripensamento
radicale. E’ tempo ormai che i docenti tornino ad essere una risorsa per la
scuola, anziché condannare la scuola a rimanere solo una risorsa di
collocamento per gli aspiranti alla docenza.
Sia consentito a questa Associazione, che riunisce la
maggioranza dei dirigenti scolastici, di far sentire la propria voce prima
che siano definitivamente prese decisioni gravi e probabilmente non
rimediabili per il futuro della nostra scuola. Quel che è in gioco con il
decreto attuativo dell’art. 5 della legge, non sono gli interessi, pur
legittimi, dei tanti aspiranti docenti in attesa da anni di una
sistemazione: è il diritto, costituzionalmente garantito, all’istruzione per
tutta una generazione di giovani, cui non è lecito rispondere che – per
avere docenti preparati – bisognerà prima aspettare di aver trovato un posto
a tutti gli altri.
Giorgio Rembado
Presidente nazionale
Anp-CIDA
OGGETTO: Proclamazione stato di agitazione dei docenti a
tempo determinato delle SSIS e richiesta di procedura di raffreddamento e
conciliazione ex art. 2, c. 2, L. 146/90, come modificata dalla L. 83/00.
La scrivente Organizzazione ha dichiarato in data odierna lo
stato di agitazione dei docenti a tempo determinato delle SSIS ed ha
programmato una giornata di sciopero.Pertanto chiede l’avvio della
preventiva procedura di raffreddamento e di conciliazione di cui all’art. 2,
comma 2 della Legge 146/90, come modificata dalla Legge 83/00 e con le
modalità previste dalla Delibera del 1° giugno 2000 della Commissione di
Garanzia per l’Attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici
Essenziali. Le ragioni dello sciopero sono determinate sostanzialmente dalla
seguente motivazione :
“lo schema
di decreto legislativo attuativo dell’art.5 della Legge 53/2003, approvato
dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 febbraio 2005, nell’insistere con la
logica della mortificazione del merito e con quella dell’accesso
all’insegnamento unicamente per anzianità
ha riservato il 50% dei posti alle
graduatorie permanenti, mantenendo di fatto una sorta di
ope legis;
•
non ha riservato ai docenti delle
SSIS neanche una quota dei posti attribuiti al nuovo canale di formazione
niversitaria;
•
ha di fatto annullato l’esperienza,
in corso da molti anni, della formazione specialistica dei docenti a livello
universitario, l’unica forma di preparazione qualificata all’insegnamento
prevista dalla normativa precedente;
•
ha procurato ai predetti docenti un
grave danno economico e morale.”
Distinti saluti
Roma, 28 febbraio 2005
Giorgio Rembado Presidente ANP / CIDA