Concorso annullato a ds in Sicilia: come finirà? Fra vent’anni (forse) ne parliamo.
Data: Lunedì, 09 agosto 2010 ore 11:40:07 CEST
Argomento: Opinioni


Sembra un titolo a effetto, ma con ogni probabilità la ingarbugliata vicenda del concorso a preside in Sicilia, quello bandito nel 2004 e di cui ancora si parla e si litiga, si scioglierà fra un ventennio, anno più anno meno.
Ormai sembra chiaro che la Camera, dopo la fiducia sul caso Caliendo, andrà in ferie e quindi aprirà a settembre, poco più di un mese prima della fatidica data del 14 e 15 ottobre quando l’Usr della Sicilia ha fissato la ripetizione del concorso, quello appunto annullato da Cga e che una legge dello stato vorrebbe sovvertire per confermare al loro posto 425 presidi, opportunamente congelati dal Miur, e quindi  come se fossero una sorta di dirigenti con incarico a tempo.
E in un mese dunque la Camera dovrebbe approvare la legge, il cosiddetto Lodo Siracusa, che a sua volta dovrebbe andare al Senato e, posto che sarà approvata, dovrà essere pure firmata dal presidente Napolitano, se la firmerà, per essere promulgata e quindi diventare Legge a tutti gli effetti con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Crediamo che i tempi non ci siano, ma non ci sarebbe nemmeno la Costituzionalità della legge stessa firmata da tutti i partiti e sostenuta perfino da tutti i sindacati, Cgil compresa, come appare sul sito della Camera, “Servizio Studi - Dipartimento cultura la relazione I-Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni VII-Cultura, scienza e istruzione”, da noi pubblicata su segnalazione del coordinamento docenti esclusi dal concorso a ds in Sicilia. Chiedersi come mai tutti i partiti si siano esposti in modo così sprovveduto per contraddire una sentenza,  senza cioè verificare, prima di mettere in moto tutto il meccanismo legislativo, la costituzionalità e la possibile efficacia di una legge di sanatoria, apparirebbe ingenuo, se non fosse che siamo abituati a questo modo di fare politica: un colpo al cerchio e uno alla botte.
E posto che si andrà alla ripetizione del concorso del 14 ottobre, cosa succederà se anche uno solo dei candidati impugna i risultati delle prove?  Altri cinque anni per avere una nuova sentenza, mentre gli attuali dirigenti faranno di tutto fare valere la loro posizione pregressa insieme con tutti gli atti che hanno firmato. Fra l’altro i meccanismi legislativi sono insondabili e qualcuno sempre troverà un cavillo per mettere tutto in discussione, come per esempio le spese affrontate dallo  Stato per i corsi di formazione  dei dirigenti o il danno di immagine subito o il fumus persecutionis o qualche altra diavoleria.
Tranne che la commissione nominata per la ripetizione  si chiuda gli occhi e promuova tutti: ricorrenti e congelati, considerata pure  la penuria di presidi e il vasto numero di posti liberi. Ma anche in questo caso si potrebbe aprire una lotta per la graduatoria di merito.
In ogni caso di tutta questa vicenda si è capito una cosa molto importante: la fragilità dei dispositivi dei bandi e la permeabilità della legge che perfino i ricorsi avverso  all’ultimo concorso a dirigente tecnico dimostrano.
PASQUALE ALMIRANTE


Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-22655.html