Maturità: troppe lodi sospette al Sud. Basterà un test nazionale più oggettivo?
Data: Mercoledì, 04 agosto 2010 ore 16:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Qualcuno l’aveva già detto qualche settimana fa che il Sud, anche quest’anno, avrebbe raccolto voti più alti alla maturità rispetto alle regioni del Nord. Puntuali i dati del ministero dell’Istruzione confermano la previsione. E il risultato è la fotocopia di quello del 2009: la metà dei 100 e lode sono stati assegnati in quattro regioni del Meridione.
L’esempio citato da tutti i quotidiani per capire il fenomeno è questo: il primo posto della Puglia con 631 lodi, più del doppio della Lombardia con 256, che però ha più abitanti e quindi un numero superiore di istituti.
L’altro esempio (che prendiamo dal Corriere della sera), è quello dei licei con più lodi: nei primi dieci posti ci sono appunto istituti calabresi, siciliani e pugliesi. Come il liceo scientifico Da Vinci di Reggio Calabria, primo in Italia, che di 100 e lode ne ha assegnati ben 26. Molti di meno nei licei più ambiti dalle famiglie nelle grandi città: al Righi di Bologna sono state assegnate sei lodi come al Mamiani di Roma; cinque all’Alfieri di Torino e solo quattro al Parini e al Volta di Milano.
E lasciando da parte le invidie, c’è chi pensa sul serio che ci sia qualcosa che non vada nel sistema di valutazione dell’istruzione superiore italiana. Come Roger Abravanel, autore di Meritocrazia (Garzanti) e consulente aziendale, che è tornato alla carica sull’argomento: “Lo scandalo dei 100 e lode continua. Se non si sa chi siano davvero gli studenti migliori, non si potrà sapere a chi dovrebbero andare le borse di studio”.
Abravanel torna a proporre un test nazionale il più possibile “oggettivo”. Non quiz, ma prove sulla capacità di ragionamento e di comprensione di ciò che si è letto. Epperò, alla fine, si possono copiare anche i risultati dei test oggettivi e la prova di comprensione può, in un modo o nell’altro, essere suggerita. Dai compagni di classe più bravi, certo. Ma anche dai docenti, che aiutando gli allievi a prendere voti alti pensano così di far pubblicità al proprio istituto. Il problema, quindi, si sposta a monte: chi controlla i controllori?







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