Volgarità e parolacce nei muri delle scuole: una ulteriore rinuncia della istruzione?
Data: Mercoledì, 04 agosto 2010 ore 12:55:33 CEST Argomento: Opinioni
Ma le volgarità
e le parolacce oscene, e gli insulti calunniosi scritti su un muro
antistante a una scuola o , addirittura, sulle pareti interne della
stessa, all’indirizzo di quella comunità educante, e a mo’ di dispregio
dei suoi dirigenti e dei suoi docenti, non hanno più nulla a che fare
con i murales o i graffiti, di cui sopra! Sono nefandezze che assumono
una ben altra valenza, che quella di una semplice incivile costumanza.
Hanno il sapore inquietante di una profanazione su cui bisogna
seriamente riflettere
Nuccio Palumbo
redazione@aetnanet.org
Quale luogo migliore dello slargo di un lindo muro di una piazza,
magari periferica, o di un palazzo - specialmente se di recente
ripulito nella sua facciata - per dare libero sfogo alla fantasia, per
comunicare a lettere cubitali, urbi et orbi, i propri sentimenti ( o
risentimenti ) le proprie pulsioni (o repressioni ) i propri conati o
lacerti di pensieri indicibili coi colori rossi verdi gialli
fosforescenti di una bomboletta spray? Di questi “murales”
psichedelici, estemporanei e improvvisati, di questi graffiti
stravaganti se ne vedono parecchi nelle nostre città; l’originalità
delle scritte e degli imbrattamenti, è tutta, ovviamente, di marca
nazional-popolare- giovanile, e si sa come sono spesso i giovani:
impulsivi nelle loro scelte effusive, esuberanti, irrispettosi delle
regole e amanti delle licenze, licenze poetiche, s’intende! Così,
talora accade che l’ignaro passante è costretto a vedere e a leggere,
suo malgrado, stampati sui muri delle nostre città, in nome della
libertà creativa, orpellati da fantasmagorici colori, sgorbi allusivi
di pudende, gratuite volgarità d’immagini e di parole, bestemmie e
sconcezze varie, e quant’altro la minima decenza, e il comune senso del
pudore, impediscono di riferire!
Ma le volgarità e le parolacce oscene, e gli insulti calunniosi scritti
su un muro antistante a una scuola o , addirittura, sulle pareti
interne della stessa, all’indirizzo di quella comunità educante, e a
mo’ di dispregio dei suoi dirigenti e dei suoi docenti, non hanno più
nulla a che fare con i murales o i graffiti, di cui sopra! Sono
nefandezze che assumono una ben altra valenza, che quella di una
semplice incivile costumanza. Hanno il sapore inquietante di una
profanazione su cui bisogna seriamente riflettere. Una scuola devastata
da atti di vandalismo gratuito e imbrattata da becera e belluina
incontinenza verbale da allegri studenti tristanzuoli ( pochi, ma
sufficienti, spesso, per imporsi alla massa omertosa ), fa pensare solo
a una cosa : al fallimento di una Scuola che non sa più educare, che ha
perso l’autorevolezza necessaria per educare e la fiducia dei suoi
studenti! Che ha rinunciato alla sua“missione culturale”. Alla sua più
vera vocazione umanistica!
nuccio palumbo
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