Viene subito spontaneo osservare che un anno dedicato completamente al “praticantato” e due di tirocinio “part time” sembrano, a occhio e croce, equivalenti. Ma viene soprattutto da chiedersi quante scuole siano adeguatamente preparate a un ruolo di responsabilità così esteso e dispongano delle competenze necessarie. Dubito che siano molte.
Non si può certo continuare con il volontariato gratuito che caratterizzava l’esperienza delle SSIS, con gli specializzandi costretti a questuare un tirocinio da questo o quel docente, che a sua volta doveva improvvisarsi “tutor” senza avere la minima formazione in proposito. Ci vogliono docenti selezionati e retribuiti a questo scopo (e perciò pienamente responsabilizzati), che certamente non si inventano dall’oggi al domani.
Manca poi quasi sempre nella scuola italiana (in particolare nel livello secondario), e va invece urgentemente creata, un’altra condizione essenziale per rendere qualitativamente adeguata l’esperienza del tirocinio, oltre che per fornire la base indispensabile di una continua crescita di tutti i docenti: l’idea e la pratica della scuola come comunità professionale, in cui sia normale e frequente il confronto attraverso il metodo seminariale delle esperienze didattiche, delle soluzioni date a problemi specifici, sia di carattere metodologico che relazionale.