Il precariato è illegale. Risarciti i docenti, vittoria dal giudice del lavoro
Data: Lunedì, 26 luglio 2010 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Nuoro 21 luglio 2010. I precari della scuola segnano un importante punto a loro favore.
Il giudice del lavoro del tribunale di Nuoro (Vettore) ha accolto il ricorso di dieci di loro contro l’abuso dei contratti a termine nella scuola statale. Al di là delle formule tecniche, i precari che hanno deciso di ricorrere al giudice attraverso la federazione provinciale Gilda Unams di Nuoro, avranno il riconoscimento delle mensilità che normalmente non vengono attribuite ai precari, ossia i mesi di luglio e agosto, con anche rivalutazione monetaria, interessi legali e le voci che incidono sul tfr e sulla tredicesima.
Che, dal momento che i precari vengono assunti dal primo settembre al 30 giugno, è relativa soltanto a questi mesi.
I lavoratori erano assistiti dall’avvocato Claudio Solinas. La decisione del tribunale, accogliendo il ricorso (le cui motivazioni si conosceranno tra 60 giorni), ha dichiarato illegittima la sequenza dei contratti a tempo determinato stipulati per loro, perché in contrasto con la normativa europea che vieta agli stati membri l’abuso del precariato.
Insomma, in altre parole, il sistematico ricorso a formule lontane dalla certezza per il lavoro, quale quella del precariato, non può essere il sistema attraverso il quale risolvere i problemi del mondo della scuola.
Già massacrata, ricorda la coordinatrice provinciale della Gilda, Maria Domenica Di Patre (che è anche il referente nazionale per la scuola del sindacato), dai nuovi paletti che impongono la formazione delle nuove classi nelle scuole superiori con almeno 25 alunni, mentre dalla gran parte degli istituti sono sparite tutte le formule della sperimentazione. «In Sardegna i tagli alle scuole cancelleranno 1.100 posti di lavoro, un dato che pone l’isola seconda soltanto alla Calabria», ricorda Di Patre.
La sentenza (mesi fa una analoga era stata pronunciata dal tribunale di Oristano) è di quelle destinate a fare giurisprudenza, perchè sostanzialmente condanna il ministero dell’Istruzione a ricostruire la carriera dei dieci insegnanti considerando per intero a fini giuridici ed economici tutti i periodi di servizio svolti in costanza di rapporti a tempo determinato.
Riconoscendo anche i danni (e quindi anche il pagamento dei mesi di luglio e agosto), e il pagamento delle spese.
Ancora, il giudice non ha tenuto conto delle rimostranze del Ministero che, nel frattempo, aveva immesso in ruolo tre dei ricorrenti: il ricorso era stato presentato comunque prima, e in ogni caso le spettanze dovute per gli arretrati vanno corrisposte.
C’è da chiedersi se siano maturi i tempi perchè i precari, quelli che appartengono alle graduatorie permanente (che cioè hanno sostenuto il concorso per passare di ruolo) e quelli delle graduatorie d’istituto, promuovano una class action, sul modello americano, contro i ripetuti abusi - così sanciti dal tribunale - del ministero dell’Istruzione.
Non è escluso; quel che è certo, è che molti altri insegnanti ora si rivolgeranno al giudice del lavoro.

Simonetta Selloni
La Nuova Sardegna





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