Gent.mo dott. Raffaele Zanoli, dirigente del CSA di Catania
e
Ai Dirigenti delle 240 scuole autonome della provincia di Catania.
Leggiamo sul numero odierno de “La Sicilia” del 24-2-2005 una nota di Mario
Castro relativa ai progetti di recupero del disagio scolastico con la quale si
rende noto l'impasse in cui è precipitato il tavolo di discussione provinciale,
con ripercussioni negative sulle scuole autonome della ns provincia, che
attendono la soluzione del problema.
Ci lagniamo del fatto che gli interlocutori che siedono al tavolo non sono
quelli giusti cioè quelli correttamente individuati in relazione alla norma e
alla logica istituzionale.
Sono sicuramente assenti, perchè non chiamati, l'ASAS, cioè l'associazione che
raggruppa le scuole autonome della Sicilia, e le associazioni sindacali e
professionali dei dirigenti scolastici, cioè dei legali rappresentanti delle
scuole che firmano e si assumono la responsabilità dei progetti e delle
iniziative delle istituzioni scolastiche.
Il Contratto della scuola, infatti, prevede che le risorse siano annualmente
suddivise tra le Direzioni regionali a favore delle “scuole delle aree a
rischio” in “tempi utili per l’inizio dell’anno scolastico” e che le singole
scuole “con riferimento allo specifico contesto territoriale di rischio,
accedono ai fondi in questione”.
La contrattazione integrativa regionale all’art. 2 stabilisce che
l’individuazione delle aree a rischio va fatta a livello provinciale su
iniziativa dei dirigenti dei CSA coi “rappresentanti degli Enti locali, del
Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Interno e coi rappresentanti delle
Organizzazioni sindacali” e che (art. 3) “le scuole ricadenti nell’ambito
territoriale riconosciuto come area a rischio possono produrre entro il 15
settembre un articolato progetto per l’anno scolastico 2004/2005 contenente
interventi di contrasto alla dispersione e al disagio scolastico e mirati al
miglioramento del successo formativo attraverso la trasformazione dei processi
di insegnamento-apprendimento in senso qualitativo e con la previsione di
eventuali attività aggiuntive”.
In applicazione di quanto previsto dal contratto integrativo il Direttore
Regionale ha poi individuato, con propria nota dell’8 ottobre 2004, i dirigenti
tecnici che, attraverso un’apposita griglia, dovranno valutare i progetti
presentati; per la nostra provincia è stato incaricato il Prof. Domenico Bruno,
dirigente tecnico che gode anche della fiducia dei dirigenti scolastici.
Tutto ciò premesso non riusciamo a capire “cosa” sia stato deciso, “chi” l’abbia
deciso e perché siano stati violati il CCNL, il contratto integrativo regionale
e i tempi di presentazione dei progetti.
· Considerato che tale prassi non trova riscontro nella normativa vigente in
quanto l’art. 9 del CCNL prescrive che “le scuole, con riferimento allo
specifico contesto territoriale di rischio, accedono ai fondi in
questione…privilegiando la dimensione territoriale dell’area” e che la
contrattazione integrativa regionale dello scorso mese di luglio stabilisce che
l’individuazione delle aree a rischio va fatta a livello provinciale su
iniziativa dei dirigenti dei CSA coi “rappresentanti degli Entri locali, del
Ministero della Giustizia e dell’Interno e coi rappresentanti delle
Organizzazioni sindacali” e che (art. 3) “le scuole ricadenti nell’ambito
territoriale riconosciuto come aree a rischio possono produrre entro il 15
settembre un articolato progetto per l’anno scolastico 2004/2005 contenente
interventi di contrasto alla dispersione e al disagio scolastico e mirati al
miglioramento del successo formativo attraverso la trasformazione dei processi
di insegnamento-apprendimento in senso qualitativo e con la previsione di
eventuali attività aggiuntive”
· Considerato, altresì, che dalla nota del 1.12.2004 del Dirigente del CSA di
Catania si deduce che è stato introdotto nella nostra provincia un ulteriore
livello di contrattazione decentrata non prevista dalla vigente normativa e
lesiva delle prerogative delle scuole autonome
La invitiamo a convocare subito l'ASAS e i dirigenti scolastici e a lasciare
lavorare l'isp. Bruno Domenico, consentendogli di svolgere il compito, ponendo
fine a estenuanti e inconcludenti incontri con i sindacati dei lavoratori che
nulla hanno a che vedere con i progetti e con la didattica, bensì, come
correttamente viene detto nell'articolo, hanno il ruolo di tutela e difesa dei
diritti dei lavoratori esercitato nei modi e nelle sedi appropriate, mediante
l'informazione e la verifica e controllo delle decisioni assunte dagli organismi
competenti.
Si ringrazia per la cortese attenzione
Preside Salvatore Indelicato
sez. ASAS Catania
Riportiamo l'articolo
Scuole
a rischio, altro rinvio
Csa, riunione a vuoto. Domani nuovo incontro. Sindacati divisi sulla valutazione
dei progetti
Catania 24-2-2005. Anche la riunione di ieri non ha sortito nulla di concreto
per la individuazione delle scuole ricadenti nelle aree a rischio dal momento
che vi sono notevoli discordanze di vedute tra le organizzazioni sindacali della
scuola. Snals e Cgil, d'accordo con il Csa, tornaranno a riunirsi domani per la
verifica della scheda tecnica, mentre per Cisl ed Uil la valutazione dei
progetti non spetta alle organizzazioni sindacali per cui la individuazione
delle scuole ricadenti nelle aree a rischio è di natura tecnica.
Intanto, l'anno scolastico è sempre di più in fase avanzata e le scuole non
potranno avviare i progetti per il recupero dei ragazzi che presentano problemi.
A questo punto il dirigente del Csa, Zanoli, dovrebbe prendere in mano la
situazione che sta rischiando di compromettere i finanziamenti. Addirittura, si
sostiene, che il Csa di Catania sia l'unico a livello regionale a non avere
trovato una soluzione definitiva. Secondo il segretario provinciale della Cisl,
prof. Salvo Sacco, il sindacato «ha già contribuito a trovare la soluzione in
merito alla problematica relativa alla dispersione scolastica alla luce anche
della precisazione della Direzione regionale di affidare lo strumento
decisionale alla commissione tecnica presente presso il Csa di Catania.
Pertanto, la funzione sindacale non sarà di tipo consociativo, ma di controllo e
verifica delle decisioni prese dalla commissione tecnica presieduta
dall'ispettore Mimmo Bruno e dai funzionari».
Pressocchè dello stesso avviso è il segretario provinciale dell'Uil scuola prof.Sandro
Zammataro. A suo avviso «la individuazione delle scuole ricadenti nelle aree a
rischio è prettamente di natura tecnica per cui non spetta alle organizzazioni
sindacali la valutazione e selezione dei progetti presentati dalle scuole bensì
alla commssione tecnica, presieduta dall'ispettore Bruno, esistente presso il
Csa. Ritengo, rileva ancora Zammataro, che le organizzazioni sindacali debbano
svolgere il proprio ruolo che, in questo caso, è quello di verifica e di
controllo degli atti emessi dall'amministrazione, consentendo così di evitare
trattative private e consorciativismi, che certamente non appartengno alla
cultura dell'Uil scuola,che vuole mantenere sempre il ruolo che le è proprio,
quello di tutela e difesa dei diritti di tutti i lavoratori della scuol».
Gli altri sindacati sono per un ulteriore incontro, che, come si è detto, è
stato programmato con il Csa per domani. Secondo il prof Tomasello, segretario
provinciale dell Cgil scuola «l'amministrazione ha dato una comuncazione alle
organizzazioni sindacali presenti che nei fatti accoglieva le osservazioni
avanzate da alcune scuole che insistono nelle aree a rischio educativo. A questo
punto la trattativa è da ritenersi chiara; la Cgil presume che non sia possibile
che qualche organizzazione sindacale sparisca perchè presa da problemi interni.
L'unico compito che hanno le organizzazioni sindacali per fare in modo che i
soldi arrivino subito alle scuole è di verificare la sceda tecnica. Il mio
sindacato tutela i diritti dei lavoratori che operano nelle aree a rischio
educativo. La Cgil presume che l'amministrazione debba accelerare i tempi
rendendo efficacemente realizzabile l'intesa già raggiunta».
MARIO CASTRO