Maturità più severa,(e) ma crescono i promossi
Data: Lunedì, 19 luglio 2010 ore 15:43:46 CEST
Argomento: Rassegna stampa


centinaio in meno quest’anno, ma nulla di che. Ma questa percentuale va sommata a quella dei non ammessi che - questi sì - hanno conosciuto un aumento forte e apprezzabile, passando dai 17 mila dello scorso anno (pari al 5,1%) ai 23 mila di quest’anno (6,6%, oltre un punto e mezzo in più). A determinare questo incremento è stato il ripristino dello scrutinio di ammissione che ha imposto agli insegnanti una valutazione previa di tutti gli alunni, i quali dovevano riportare non più - come un tempo - la media del 6, per cui il deficit in matematica veniva compensato con l’eccellenza in educazione fisica, ma una sufficienza piena in tutte le materie. E così si è consumata la vera - e attesa, per la verità - carneficina.

Per capire questo fenomeno giova tornare alle norme a suo tempo introdotte dal ministro Giuseppe Fioroni, che imponevano il recupero obbligatorio dei debiti formativi. Nel 2006 si stabilì che i debiti accumulati di anno in anno, dovevano necessariamente essere sanati con corsi di recupero da tenersi dopo il primo trimestre e poi, chiuse le scuole, durante l’estate, con iniziative affidate alle singole scuole. E comunque nel 2009, diceva la stessa norma, non si poteva arrivare agli esami di Stato con debiti ancora pendenti.

Da allora, insomma, chi si portava dietro le famose «lacune pregresse» con cui tutti abbiamo fatto i conti, doveva porre rimedio, pena non fare l’esame di maturità. E così, negli ultimi anni, chi è arrivato al fatidico traguardo, l’ha fatto dopo aver superato vari step di selezione e di valutazione: da qui il fatto che il numero dei bocciati in senso stretto non poteva che diminuire, in quanto chi zoppicava veniva fermato prima, magari in sede di scrutinio di ammissione, come quest’anno.

«In questo aumento forte di non ammessi e bocciati - dice Orazio Niceforo, che insegna Sistemi scolastici comparati nell’Università di Roma 2 - io leggerei un messaggio di politica scolastica che il ministero ha voluto lanciare, quello di una scuola che fa sul serio e che non promuove a cuor leggero. Che questo poi corrisponda ad una seria e affidabile valutazione è un altro discorso».

C’è poi la questione dei voti: basta con l’affollamento sul podio più alto. I 100 scendono dal 4,5% al 4%, i 100 e lode dallo 0,7% allo 0,6%. Tra 91 e 99 lo scorso anno si era collocato il 6,2% dei promossi, quest’anno si è scesi di un punto (5,2%). Tra 81 e 90 il calo è stato più blando (dal 15,3 al 15,2 per cento). Sono, in compenso, cresciuti lievemente i voti più bassi, quelli dal 60 al 70 che restano comunque oltre un terzo (erano il 33,7 e sono diventati il 35,1 per cento). «La variazione - osserva il professor Niceforo - non è poi così rilevante, 1-2 punti percentuali, semmai si conferma il gruppone dei mediocri, come maggioritario». Le statistiche diffuse dal ministero fanno poi il punto su un dato dolente: «Aumentano notevolmente gli studenti non ammessi per aver riportato insufficienza in condotta». Lo scorso anno erano 5.041, quest’anno sono 8.403, quasi il 70% in più.

Sintesi: resta forte il gruppo di chi se la cava appena, diminuisce quello dei superbravi, aumenta vertiginosamente quello di chi a scuola non si sa comportare. Dobbiamo preoccuparci? «Forse sì - conclude Niceforo - però aspettiamo a farlo. Anche lo scorso anno i dati delle anticipazioni erano drammatici. Poi, quando sono stati diffusi quelli definitivi, con immenso ritardo, si è capito che, all’incirca, i promossi e i bocciati erano come quelli degli anni precedenti».di Raffaello Masci

Da www.lastampa.it







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