La preside dell'IPSAR " Piazza " di Palermo replica agli attacchi inconsulti della CGIL palemitana e nazionale, ribadendo la piena legittimitą
Data: Domenica, 18 luglio 2010 ore 13:15:23 CEST
Argomento: Opinioni


          Basta leggere le registrazioni della dispersione scolastica in Sicilia e a Palermo per rendersi conto che il fenomeno non è nemmeno sotto controllo perché forse ci si accorgerebbe di tanto che non viene fatto. Inoltre la mia proposta di organico, perché si trattava di una proposta, poteva essere posta in discussione in qualsiasi momento dalla direzione generale che poteva chiamarmi per discuterne. Ho prodotto tre note in tale direzione    Ciò che non è avvenuto, dunque la stessa direzione generale ha consentito la mia "proposta" di organico. 
E' avvenuto invece che, a seguito delle segnalazioni della CGIL la direzione generale ha affidato l'incarico ad un ispettore al quale ho fornito ogni elemento utile. Inutile dire che da cinque anni ricevo continuamente ispezioni, la maggior parte delle volte per una direttice dei servizi generali ed amministrativi, già trasferita d'ufficio per incompatibilità ambientale per quattro volte,  che la direzione regionale trasferisce all'IPSSAR, dunque sempre a Palermo, e mantiene nonostante tutto per altri tre anni. E' forse normale amministrazione?  Nessuna rimozione in questo caso?
E' bene sottolineare che la dispersione scolastica, sulla quale ho lavorato per cinque anni quale coordinatrice di osservatorio, con un incarico aggiuntivo gratuito, non è prodotta dalle scuole quanto piuttosto dalla mancata politica sul territorio e sulle famiglie. Da anni gli osservatori sulla dispersione scolastica operano in Sicilia ma i dati della stessa sono costantemente in aumento e ciò non può certo addebitarsi ad iscrizioni accolte o meno. A qualunque costo no. Occorre rispettare adesso ancora di più gli studenti, davvero, e garantirne il futuro.  Perchè non ci si pre-occupa delle politiche del territorio prima ancora che lamentare che le scuole non funzionano? obiettivi e valutazioni non possono valere solo per la scuola ed i suoi addetti ma anche per quanti sono corresponsabili delle politiche della formazione che non si spendono solo nelle aule. Perché non un'interpellanza parlamentare anche su questo?
Ai ragazzi non possono elemosinarsi aule e banchi, in classi suddivise da pareti di carton gesso per poterne accogliere di più, dove il docente lamenta di non potere fare lezione e di non potere applicare alcune delle strategie inerenti il lavoro di gruppo, i laboratori informatici, la comunicazione, quelle strategie didattiche di cui parlare. Coerenza vuole che si creino le condizioni anche per tali interventi.
Ma ancora, se occorre professionalizzare davvero, non si può non tener conto del rapporto alunni-laboratori specie se in un alberghiero dove i laboratori di sala e cucina sono determinanti ai fini della costruzione del loro percorso di competenze, ripeto, non di frequenza a tutti i costi. Troppe classi producono infatti l'affollarsi nei laboratori a meno che non ci si accontenti di dire che ci sono laboratori e che i ragazzi ci vanno, omettendo di aggiungere che certo non tutti possono utilizzare al meglio le strumentazioni e le indicazioni del professore. Ma secondo una certa cultura occorre solo iscriverli e poi arrangiarsi. E' vero rispetto del diritto allo studio?

Tale tipo di servizio non può garantire quelle competenze che possono orientare e guidare al successo. Rispettare i nostri ragazzi non si esaurisce con  il gioco delle iscrizioni e le polemiche contro un dirigente che vorrebbe garantire anche altro quale un ambiente sano ed educativo perchè educato.
Certo non importa molto se si sta parlando di 2400 studenti in una struttura di sette piani fuori terra di circa 2500 mq a piano, senza il certificato antincendio. Senza tale rapporto, i presunti 400 sembrano una enormità, se poi si dicesse il vero, e cioè che si tratta di 200, forse perderebbe audience anche l'articolo perchè l'immaginario collettivo non crede che esistano tali realtà numeriche.   Non si tratta di un liceo, pure esso a rischio, ma di un ipssar dove allocano laboratori di sala e cucina da sanificare e igienizzare stante l'haccp.
 E la salute è un dovere come l'igiene e la pulizia, come la sicurezza, non solo per gli studenti ma anche per gli adulti. Altrimenti perché se ne parlerebbe tanto e perché la normativa prevede drastiche multe al dirigente scolastico? E quale educazione ne viene fuori se da una parte si teorizza la necessità dei valori e dall'altra si dice allo studente che non  può "agirli" perché si è in troppi in classe e nei laboratori?.  Le stesse disposizioni ministeriali individuano il limite nelle iscrizioni indicandolo nelle condizioni organizzative dell'istituzione scolastica. Servono ancora quelle indicazioni se  sono superate dalle contestazioni della CGIL?
   
Mi sarei augurata che questo fosse un punto serio e responsabile su cui la cgil potesse spendersi, ma sembra che le interrogazioni parlamentari e le proteste siano ad uso personale contro un dirigente che lavora ma che ha il torto di seguire le regole. e seguire le regole in un contesto in cui esiste tutt'altra cultura non piace a tanti.
Un dato significativo emerge inoltre quando il segretario Pantaleo associa la "incompetenza" della dirigente alla "arroganza" per quattro provvedimenti contro  una rsu.( sic sono procedimenti e nemmeno quattro!)
È arrogante chiarire che le contestazioni di addebito sono procedimenti e non provvedimenti e che c’entra l’arroganza se La procedura ha una sua ragione ?
Ma perché si identifica il docenti quale rsu?  le contestazioni, procedimenti e non provvedimenti, sono rivolte al docente. Si è chiesto il segretario Pantaleo se i motivi delle contestazioni riguardano la funzione di RSU? Perché politicizzare a tutti i costi le responsabilità dirigenziali? 
No di certo che non gli importa. L'audience produce effetto solo sul fatto  che deve risultare eclatante e non sulle ragioni. Sorge il dubbio che le ragioni del dissenso siano veramente queste per la cgil.  Basterebbe una  ispezione a scuola per rilevare tanti comportamenti di quei docenti che superano i confini delle regole.
Ed i fatti sono amplificati amplificando numeri e alzando la voce dal giornale e con interpellanze parlamentari. Siamo di fronte a processi mediatici ai quali, per la verità, non avrei voluto prendere parte. Non me ne vogliano i giornalisti che invece vorrei invitare ad approfondire come si gestiscono certe cose in Sicilia. Come gli enti di formazione che guadagnano proprio sulla dispersione scolastica e come l'organico dei docenti di sostegno. Non amo l'ipocrisia e se questo significa essere arroganti, bene lo sono. ma so che posso parlare a testa alta perché sono sempre stata, e lo sono, onesta e coerente. la mia storia lo racconta e le tantissime cose prodotte all'Ipssar che per questo si è qualificato nel territorio ma deve continuare a farlo perché produce successi e non iscrizioni a tutti i costi.
Un istituto pachidermico che forse inorgoglisce chi lo pensa come "potere numerico" o forse è oggetto di attenzioni anche o sopratutto per questo.
Certo il segretario Pantaleo difende contro ogni limite i "posti di lavoro" ma è giusto chiarire che non si perdono perché i professori sono assunti a tempo indeterminato?  Invece  come mai non è intervenuto con la stessa foga quando è stato varato il "piano triennale di razionalizzazione del personale ATA" che produce "ope legis" la decurtazione del 17% dell'organico ATA,  indipendentemente dal numero degli iscritti, determinando disagi specie in istituti con le condizioni strumentali e  strutturali quali quelle dell'Ipssar di cui parla senza probabilmente conoscerlo?  Ma interessa qualcuno se tra questi ci sono anche gli ex lsu che non fanno le pulizie e coloro che godono dei benefici di legge, quali il diritto allo studio e la 104? 
Si è chiesto cosa ne pensano i lavoratori ATA? Quei lavoratori che quest'anno mi hanno scritto " non ce la facciamo a lavorare oltre quello che già facciamo" sono certo numericamente di meno degli altri e quindi rimangono voci inascoltate. 
E' importante sapere che questa istituzione, con i suoi 25 laboratori,  non ha certificato antincendio e che potrebbe accogliere solo 100 utenti ed il resto solo se il dirigente ne assume personale responsabilità?
Ci chiediamo, dopo che succedono gli incidenti, perchè è morto qualcuno. Questa è la cultura della cgil che diffidava fino allo scorso anno i dirigenti a far rispettare la normativa sulla sicurezza?
Adesso diciamo solo che il dirigente esagera? eppure è notizia di questi giorni che in una scuola di Capaci i vigili del fuoco diffidano il dirigente a ridurre a 100 le unità presenti per mancanza di certificato antincendio. Siamo bravi a dire che molte scuole sono combinate così......e così restano fino a visita dei vigili del fuoco!
Un dirigente è competente se fa finta di non vedere, di non sentire, se accontenta per i permessi, se non verifica il lavoro dei consigli di classe, se non scrive e non pensa se non in un certo modo, quello più conveniente a chi è amico di amici. In Sicilia sembra d’obbligo.
Adesso lo so ma non perdo la mia coerenza. continuo a credere nel servizio. Né la mia arroganza, se significa difendere il vero. La dispersione interessa tutte quelle famiglie fatte di disoccupati, alle quali l’assegno per i libri arriva a conclusione dell’anno scolastico, che frequentano scuole con grossi problemi strutturali e a rischio di tutto.  Queste sono le cause per le quali spendersi e non di certo la rimozione di un dirigente scolastico che “offende” la CGIL per contestazioni di addebito a dei suoi iscritti.
Mi trasferiscano pure come ha urlato una certa sinistra, ma è una sconfitta della legalità.
E la Cgil avrebbe il suo merito. Ma fino a quando e a quale prezzo?

Maria Frisella







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-22314.html