La memoria della banalità del Male
Data: Domenica, 20 febbraio 2005 ore 19:05:46 CET
Argomento: Comunicati


La propaganda nazionalsocialista cercava allora un capro espiatorio che pagasse per tutti i problemi della Germania (la sconfitta, la crisi economica, l’inflazione,…), così tutti fecero proprie le idee razziste di Hitler sulla superiorità della razza pura tedesca e l ‘odio contro gli Ebrei e gli altri  ”nemici” dello Stato.

Qualcuno ha detto molto bene che il dolore causato da questi eventi  appartiene a tutta l’umanità.

Non si può quindi non passare la “ fiaccola del testimone”, non si può non dimostrare quali risorse di ferocia giacciano in fondo all’animo umano e quali pericoli minaccino ancora la nostra civiltà.

E’ molto importante che i nostri studenti riflettano sul concetto di “comune civiltà umana”: la civiltà umana, dice Ignatieff, è unita nella coscienza della propria diversità.

Nessun essere sulla terra si differenzia come gli uomini (per colore della pelle, religione, stili di vita…) ed è questo il tesoro da salvare.

Solo insegnando a fare memoria possiamo aprirci alla speranza contro l’eterna violenza di cui è capace l’uomo sull’uomo, quando vede in lui un “diverso”, un “nemico” da distruggere.

Alla speranza che ci proviene dagli uomini giusti che allora si prodigarono per salvare vite umane.

“Non potevo sopportare la vista  delle persone marchiate come gli animali. Non potevo sopportare di vedere uccidere dei bambini. Non credo di essere stato un eroe…ho avuto un’occasione e l’ho usata. “ ( parole di Giorgio Per lasca )

Una goccia di acqua chiara nell’oceano degli assassini con la svastica…

La banalità del Bene…accanto alla banalità del Male…

Ecco perché dobbiamo trovare il modo di parlare di quanto è accaduto prima, durante, e perfino dopo la Shoà.

Dell’annientamento della dignità umana e dell’idifferenza di un mondo che oggi almeno tenta di ascoltare.

Dell’amore per la vita dei deportati, del silenzio o del coraggio di raccontare dei sopravvissuti.

Della solidarietà di chi non smarrì, come gli altri, i concetti di Bene e di Male.

Prof.ssa Maria Grazia Vagone.








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