L’allarme della maturità: chi insegnerà agli studenti a scrivere?
Data: Lunedì, 12 luglio 2010 ore 17:30:00 CEST
Argomento: Comunicati


L’esame di Stato mi stimola su due versanti: l’estrema ignoranza degli studenti nei confronti dell’ultimo secolo, l’aria di rassegnazione dei docenti di lettere che, con l’eccezione di quelli di storia e filosofia, considerano la storia come la parente povera della letteratura.

Butto lì qualche considerazione (fuori dal mio paniere) sapendo di attirarmi qualche ostilità della serie “i fisici si occupino di fisica”.

 

L’analisi del testo

 

Tanto di cappello alla tipologia A; ma come mai è diventata una prova per amatori anche nell’ambiente colto dei licei (4,7% per il brano di Primo Levi)? Non sarà colpa di un malinteso senso della autonomia per cui i docenti, un po’ rassegnati, trasmettono il messaggio che “quelle cose lì non fanno per voi?”. La prova tecnica si sta riducendo a prova per una minoranza di licei e, al loro interno, per una minoranza di studenti.

Quando uscì mi parve un modo per dare un senso a tutto quello studio storico-letterario di cui faticavo a percepire la sensatezza. Fuori da un discorso sul testo mi pare che l’ambito letterario si esaurisca in chiacchiere per sentito dire, con lo studente che cerca di intuire cosa il commissario voglia sentirsi dire (riassunti di opere, inquadramenti sulla poetica con la risposta esatta che muta al cambiare della sensibilità del commissario, definizioni che tali non sono e che vengono invece pretese con precisione matematica).

 

Scrivere per il lettore

 

Tipologia B: saggio breve e articolo di giornale: due forme di scrittura e quattro ambiti. Nella testa di Berlinguer doveva essere la cosa più innovativa. Ma non è stato così. A scuola quasi nessuno si cimenta con dei brevi saggi (quelli veri, non i temi del prof. di lettere) e gli unici che scrivono articoli sono, quando va bene, i redattori del giornalino di istituto.

 di Claudio Cereda      da  wwww .sussidiario.net

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