Sono educatrice, ma anche bidella. Ma nessuno mi paga
Data: Mercoledì, 07 luglio 2010 ore 14:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Potrei
riassumere le mie mansioni così: sono educatrice, bidella e anche
dirigente scolastica. Quest’anno ho fatto la dirigente almeno per 186
ore, che nessuno mi ha pagato...». Succede questo ai tempi dei tagli,
«anche nella civile Emilia-Romagna ». Lo dice chiaro e tondo la maestra
di una scuola dell’infanzia di Bologna. Che racconta: «Proprio pochi
giorni fa ad un certo punto davvero mi sono sentita che addirittura
nello stesso momento stavo ricoprendo gli stessi ruoli: stavo spazzando
e intanto facevo cantare i miei 25 bimbi. Poi mi hanno passato una
telefonata che era diretta al dirigente, ma siccome noi non ce
l’abbiamo da cinque anni, ho cercato di gestire io la richiesta del
genitore». È il 2010, anche se non sembra a sentire questi racconti.
«In barba a Brunetta che ci dà dei fannulloni... ».Questa scuola di
Bologna, infatti, da 5 anni è senza dirigente: «Non vengono banditi
concorsi e noi abbiamo cambiato 5 reggenti», racconta la dada. I
reggenti sono, in sostanza, dirigenti scolastici di altri istituti, ai
quali viene data anche la delega per occuparsi di un’altra. Una cosa,
nella pratica, impossibile da fare. «Il nostro quindi è sempre assente,
e mi sono trovata spesso a dover ricoprire un ruolo che non mi compete.
Fare relazioni o compiti sui quali poi veniva messa la firma di un
altro...». In una situazione del genere tutto diventa difficile. La
dada fa qualche esempio. «Avremmo bisogno di una nuova recinzione per
il giardino per proteggere meglio i nostri bambini,ma non riusciamo ad
ottenerla». E poi mancano le risorse per fare attività di qualità. «E
allora, ecco che io e le mie colleghe diventiamo pure commesse:
facciamo realizzare ai bimbi dei lavoretti in intersezione (insieme,
grandi e piccoli, ndr) e poi li vendiamo, alle famiglie e negli
ipermercati. Quest’anno abbiamo raccolto 700 euro, che ci serviranno
per le attività dell’anno prossimo. Perché, se qualcuno ancora non
l’avesse capito, alla scuola dell’infanzia non si canta e basta!». In
questa situazione di scarse risorse, le compresenze di due dade sono un
miraggio. «Io e la mia collega stiamo insieme con i bimbi solo un’ora
per il pranzo perché ci occupiamo anche del pre e post scuola ». Quei
servizi di supporto alle famiglie che necessitano di qualche mezz’ora
in più, prima e dopo il normale orario. «Altri istituti appaltano
questi servizi alle cooperative, da noi li fanno le educatrici, che non
riescono quindi a lavorare in in compresenza per fare attività che la
richiederebbero». Delicatissimo il fronte personale Ata, su cui la Cgil
nelle settimane scorse ha lanciato un grido d’allarme spiegando che
l’anno prossimo, con i tagli, non verrà neanche garantito un bidello
per plesso. «Da noi i bidelli sono due,ma con i bimbi dai 3 ai 5 anni
il lavoro che svolgono queste persone è prezioso. Se non ci sono
succede che se io accompagno un bimbo al bagno, ne lascio 24
incustoditi. Ma non posso fare altrimenti». Altro versante preoccupante
quello della sicurezza. «I bidelli sono importantissimi anche per
controllare che i bimbi non spingano le maniglie antipanico e si
ritrovino fuori, soli...». (da L'Unità-Bologna)
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