Maturità: “il tema sul piacere diventa a piacere” e Leopardi papà.
Data: Lunedì, 05 luglio 2010 ore 21:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Il compito degli
esaminatori non è certamente facile, specie quando ci si imbatte in
alcune situazioni che rasentano l’umorismo e rievocano le
profondità sprofondate.
Lo sapevate che Leopardi aveva un figlio?
E sì, è il figlio dell’affanno, ha scritto un candidato che
diventerà “ragioniere.
Passando tra i banchi durante la prova scritta mi fermo vicino al banco
di un candidato “interno” per la burocrazia per le scuole
paritarie, diplomifici autorizzati,ma “esterno”al mondo della scuola
avendo conseguito un fantomatico titolo di idoneità alla classe quinta .
Con attenzione e rispetto per la persona dello studente, che vedevo
agitato e ansioso, chiedo con amorevolezza quale tema stesse svolgendo
e mi indica con la mano il secondo dei temi ministeriali
assegnati : Tipologia B, ambito artistico letterario : Argomento: Piacere e piaceri.
Chiedo perché ha scelto quel tema tra i tanti proposti e mi rispende
con naturalezza: “perché questo è il tema a piacere e siccome io
avevo preparato il tema sul Pascoli, cercherò di farcelo entrare”.
Rimango perplesso mi sforzo di fargli comprendere che la
redazione del saggio breve richiede l’utilizzazione dei documenti
proposti.
Mi risponde che avendo trovato il brano di D’Annunzio e avendo letto
che anche Pascoli era della stessa corrente gli argomenti erano
coincidenti.
Chiedendo poi come intrecciare il tema del piacere con la poesia di
Pascoli, mi risponde convinto che ci sono i piaceri del fanciullino , i
giochi dei bambini, l’innocenza …
Ripassando dopo circa un’ora e vedendolo ancora indaffarato attorno a
quel foglio con tante cancellature , leggo quanto ha scritto e
suggerisco di utilizzare anche gli altri documenti proposti, quali la
poesia di Leopardi, il testo di Bertot Brecht e di Palo
Mantegazza tratto dalla Fisologia del piacere.
Mi chiede stupito chi è Leopardi ed io meravigliato e sorpreso per la
domanda mi limito ad indicare il brano proposto e leggo insieme
al candidato “Piace figlio d’affanno, gioia vana ch’è frutto del
passato timore” e chiedo cosa vogliono dire queste parole.
Ecco la risposta: “A sì. Leopardi aveva un figlio, con l’affanno . E’
giusto perché quando nascono i bambini c’è tanto piacere e tanto dolore
e dopo le doglie del parto viene la gioia dei figli”.
Originale anche al colloquio orale che alla richiesta dove è
ambientato il romanzo dei Malavaglia al suggerimento del
professore in lingua siciliana : “nella zona da……” il
candidato risponde in italiano “ Aci della treccia “, ritenendo
improprio e volgare usare agli esami il termine “di Aci -trezza “
Giuseppe Adernò
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