Ragusa: Si va verso classi di 32-33 alunni
Data: Lunedì, 05 luglio 2010 ore 08:16:16 CEST Argomento: Rassegna stampa
«Una vergogna
senza precedenti»: non usa giri di parole il segretario generale della
Cgil, Giovanni Avola, per dare una cornice alle premesse del prossimo
anno scolastico.
Il bubbone, stavolta, esplode nella scuola superiore. Rispetto all'anno
scolastico che si è chiuso da qualche giorno, le iscrizioni, in
provincia di Ragusa, hanno registrato un aumento significativo. Ben 435
studenti in più (rispetto allo scorso anno) hanno chiesto di poter
frequentare le scuole superiori della nostra provincia. L'Ufficio
scolastico provinciale ha, quindi, chiesto, utilizzando i parametri del
decreto Gelmini-Tremonti, di poter attivare 40 nuove classi, tante
quante ne erano necessarie per consentire a tutti gli studenti di
frequentare le lezioni. (da Gazzetta del Su/Ragusa di Alessandro
Bongiorno)
Il bubbone, stavolta, esplode nella scuola superiore. Rispetto all'anno
scolastico che si è chiuso da qualche giorno, le iscrizioni, in
provincia di Ragusa, hanno registrato un aumento significativo. Ben 435
studenti in più (rispetto allo scorso anno) hanno chiesto di poter
frequentare le scuole superiori della nostra provincia. L'Ufficio
scolastico provinciale ha, quindi, chiesto, utilizzando i parametri del
decreto Gelmini-Tremonti, di poter attivare 40 nuove classi, tante
quante ne erano necessarie per consentire a tutti gli studenti di
frequentare le lezioni. Lo scorso 30 giugno, è arrivata la risposta
dell'Ufficio scolastico regionale. Su 40 classi richieste, ne sono
state autorizzate zero. Parafrasando una celebre battuta del nuovo
tecnico del Real Madrid, si potrebbe proprio dire che, in provincia di
Ragusa, la riforma parte con il motto «Zeru classi».
«Non è mai accaduta – ricorda Giovanni Avola che per tanti anni è stato
segretario della Cgil scuola, prima di essere chiamato a guidare la
confederazione provinciale – una cosa simile. È inaccettabile. Stiamo
preparando una nota durissima che invieremo all'Ufficio scolastico
regionale e al prefetto. È una carneficina. Non c'è soltanto in ballo
il lavoro dei precari, qua si gioca con la vita di alunni e insegnanti.
Classi di 32-33 alunni, non solo rendono difficile tenere lezioni in
maniera proficua, ma violano il decreto Gelmini e le norme sulla
sicurezza degli edifici pubblici».
In prima linea, c'è anche il Comitato a difesa della scuola pubblica
che, di recente, si è costituito anche legalmente con l'obiettivo di
«fermare la distruzione della scuola pubblica». Il comitato ha già
inviato una nota informativa ai dirigenti scolastici, alla prefettura,
ai Vigili del fuoco, all'Ufficio scolastico provinciale con la quale
esprime preoccupazione per i livelli di sicurezza delle nostre scuole,
non tutte in grado di adeguare classi ed edifici (spesso anche superati
dagli anni) alle attuali norme di sicurezza. «Con l'innalzamento del
numero degli allievi, le nostre aule scolastiche – ha scritto il
comitato – non sono in grado di assicurare la sicurezza».
Per quanto riguarda le scuole superiori, il decreto Gelmini-Tremonti ha
innalzato a trenta il tetto del numero di alunni per ogni classe. Se le
proiezioni della Cgil saranno verificate, in provincia sarà impossibile
non dar vita a classi di 32-33 alunni che, in ogni caso, devono
rispettare le norme di sicurezza e antincendio previste per tutti gli
edifici pubblici.
Consistenti anche i tagli alle cattedre. Sempre secondo le stime
diffuse dalla Cgil, nella nostra provincia, nella scuola primaria e
secondaria superiore, il numero dei docenti soprannumerari si aggira
intorno al 20-25 per cento; la percentuale scende (15-20 per cento)
alle medie e si riduce, sino ad azzerarsi, solo nella scuola
dell'infanzia. La scure si abbatte anche sul personale Ata, con tagli
calcolati intorno al 18 per cento.
redazione@aetnanet.org
|
|