La Gelmini, i precari della scuola e la giustizia amministrativa. Un anno dopo
Data: Lunedì, 05 luglio 2010 ore 07:47:59 CEST Argomento: Rassegna stampa
Ricordate la
rocambolesca vicenda del ministro Gelmini che, nonostante il
commissariamento, ignorava le decisioni del Tar Lazio che davano
ragione ai precari della scuola?
Ecco, com’era prevedibile (e come, infatti, avevamo previsto), il
dissennato comportamento del Ministero sta producendo il caos nel mondo
dell’Istruzione. Un “caos calmo”, vista la disattenzione della maggior
parte dei media su tale assurda storia. Un caos che, tra l’altro, si va
ad aggiungere a quello che imperversa da tempo anche nel mondo
dell’Università, dove monta la protesta dei ricercatori.
Ma procediamo con un breve riassunto delle puntate precedenti.
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L’anno scorso, nell’ordinanza relativa alla formazione delle
graduatorie provinciali dei precari, il ministro Gelmini stabilì che i
supplenti inseriti in una graduatoria non potevano cambiare provincia.
Nell’aggiornare il punteggio potevano inserirsi soltanto “in coda” (a
prescindere dal punteggio stesso) in altre tre province, oltre a quella
principale da ciascuno eletta.
I precari iscritti all’Anief (Associazione nazionale insegnanti ed
educatori in formazione) si rivolsero al Tar Lazio che, nel mese di
novembre dello scorso anno, concesse loro la sospensiva dell’ordinanza.
Contro tale provvedimento il Ministero presentò appello al Consiglio di
Stato e, nel frattempo, decise autonomamente di non dare applicazione
alla misura cautelare, in attesa dell’esito del giudizio di
impugnazione, incorrendo così nell’inevitabile commissariamento.
Dinanzi alla situazione caotica che si andava profilando, il Governo
pensò bene di approvare un emendamento alla legge 167/2009, che
confermava il divieto, per il biennio 2009/2011, di inserire nelle
graduatorie i precari in base all’effettivo punteggio di ognuno. Contro
tale norma, peraltro, i legali dell’Anief sollevarono questione di
legittimità dinanzi alla Corte costituzionale.
A marzo del 2010 il Consiglio di Stato ha concesso la sospensiva contro
la precedente decisione del Tar Lazio: pertanto, si pensava che anche
per quest’anno i precari sarebbero stati inseriti in coda alle
graduatorie. Ma due giorni fa è arrivato il colpo di scena: l’appello
del Ministero è stato notificato dagli Avvocati dello Stato
all’indirizzo sbagliato e, pertanto, l’ordinanza del Tar torna a
produrre tutti i suoi effetti. I precari andranno inseriti “a pettine”,
in base ai titoli e all’anzianità di servizio di ciascuno (com’è giusto
che sia nel rispetto del principio costituzionale di eguaglianza).
Ecco, dunque, che il caos torna a regnare sovrano. Cosa si inventeranno
ora i vulcanici collaboratori del ministro Gelmini per non dare
esecuzione alle pronunce del giudice amministrativo?
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