Un atto di amore per la scuola pubblica
Data: Giovedì, 01 luglio 2010 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La necessità di cambiamento del sistema scolastico italiano, a 50 anni dalla sua riforma, non passa certo attraverso la 'scuola-azienda' del ministro Gelmini che taglia risorse umane e non lascia spazio alla ricerca e all’innovazione didattica.
Quanto emerge dalla correzione dei temi di italiano effettuata dagli insegnanti esterni dell’Invalsi non fa che confermare ciò che già sapevamo: dopo la fase eccellente della scuola primaria, che con il modello educativo del tempo pieno e del modulo a 30 ore con le compresenze garantisce agli alunni italiani alti livelli di apprendimento, inizia la brusca discesa con la secondaria di primo grado.
Questo calo di rendimento avviene anche negli altri Paesi Europei, ma riprende a salire con le superiori, mentre nel nostro Paese, continua inesorabile a scendere.
Tutto questo certifica la necessità di cambiamento del sistema scolastico italiano. A 50 anni dalla sua riforma, occorre senz'altro innovare i modelli didattici dedicati alla preadolescenza nella scuola media e la necessità di riformare la secondaria di primo grado.
Non è il maestro unico in sole 24 ore di scuola, insieme a un taglio indistinto e indiscriminato a materie e tempo scuola nelle secondarie di primo e secondo grado, che aiuterà i ragazzi e le ragazze italiane a raggiungere i necessari livelli di apprendimento della nostra lingua.
La “scuola azienda” gelminiana che taglia risorse umane e non lascia spazio alla ricerca e all’innovazione didattica, al tempo necessario per sviluppare negli studenti capacità di analisi per poter raggiungere un’efficace sintesi, costituirà invece della cura, il colpo di grazia del nostro sistema scolastico.
Serve un atto di amore per la scuola pubblica, occorre appassionarsi insieme al mondo della scuola tutto-docenti, discenti, famiglie- chiamando a raccolta le migliori competenze della Pedagogia, che forma la persona, e della Didattica, che disegna la scuola, alla sfida educativa, che a causa di questo Governo sta diventando “emergenza educativa”, per vincere la partita del successo scolastico dei nostri figli. Di tutti. Nessuno escluso. Non sarà con l’ordine e disciplina, né indossando un bel grembiulino, che impareranno l’italiano.

di Francesca Puglisi, Responsabile Scuola segreteria Pd.

Redazione









Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-21995.html