Quando il colloquio agli esami di stato finisce a tarallucci e vino.
Data: Martedì, 29 giugno 2010 ore 01:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Il Colloquio segna la conclusione delle prove dell’esame di Stato per ogni Candidato.
Come tutti sanno si deve svolgere sulla base dell’art. 16 dell’O.M. 44/2010 che recita:
Il colloquio deve svolgersi alla presenza dell’intera commissione; ha inizio con un
argomento, anche in forma multimediale, scelto dal candidato.(…) Preponderante rilievo deve essere riservato alla
prosecuzione del colloquio, che deve vertere su argomenti di interesse multidisciplinare proposti al candidato e con
riferimento costante e rigoroso ai programmi e al lavoro didattico realizzato l'ultimo anno di corso.(…)
Ẻ d’obbligo, inoltre, provvedere alla discussione degli elaborati relativi alle prove scritte.
La finalità del Colloquio, secondo l’art. 4 del regolamento di esame (1998), è di evidenziare le conoscenze, competenze e
capacità acquisite dal candidato.
Da vecchio insegnante mi sento di fare qualche osservazione.
Il Colloquio  non è una interrogazione sui programmi. Per questo c’è l’anno scolastico fatto seriamente e concluso con lo scrutinio di ammissione. Si parla sempre e solo di colloquio, cioè di dialogo con la commissione scandito da tre momenti.
Il primo è riservato all’argomento scelto dal Candidato. Quanta confusione e approssimazione in 10 anni di questo tipo di esame! Non si parla mai di “tesina” ma di argomento. I mass media per banale approssimazione dicono “tesina” e si è mosso un mondo intero di sottocultura per preparare belli e fatti da chissà chi questi lavori scritti, più o meno scaricati da wikipedia, enciclopedia spesso poco affidabile!  E poi tutti preoccupati a ficcare dentro il più possibile sperando di poter risolvere così la difficoltà del colloquio. E’ diventato un argomento multidisciplinare. Sbagliato. C’è un aggettivo nell’O.M.,: “multimediale”. Non si dice multidisciplinare, solo “multimediale” per permettere ai candidati di dimostrare la familiarità con i nuovi strumenti tecnologici che i nostri giovani sanno usare molto meglio degli stessi insegnanti. Questo argomento, preparato durante un tempo lungo e con l’aiuto di un docente tutor, meriterebbe veramente dignità di “tesina”. Lasciamo la interdisciplinarietà alla media inferiore che lavora per unità didattiche…
La seconda parte del colloquio prevede che sia la commissione a proporre degli argomenti, questa volta di “interesse multidisciplinare”. E qui si nota la difficoltà dei commissari. Perchè al superiore gli insegnanti siamo preparati, ma purtroppo chiusi come monadi all’interno della nostra disciplina, incapaci di offrire argomenti interdisciplinari, ma interrogare a raffica. “Hai finito questa materia, ora parliamo di quest’altra”. E così fino di seguito a tradire la forma del colloquio da parte della commissione stessa. Il testo dell’O.M. con un intervento a gamba tesa dell’allora ministro Moratti è stato “arricchito” da un avverbio imponente come un pesante macigno che specifica il rilievo “preponderante” di questa seconda parte. Questo avverbio all’inizio del decennio di esame mancava. E perché la Moratti ha mezzo un carico? Soltanto perché nei primi anni le commissioni risolvevano tutto l’esame con la trattazione della “tesina” super copiata dai candidati e non si teneva conto della preparazione su tutte le discipline nel suo complesso, saltando completamente questa seconda parte del colloquio. Ora però il “preponderante” viene utilizzato per rendere ostica e snervante la prova orale in modo esagerato.
La terza parte del colloquio prevede l’obbligo della discussione sui tre elaborati scritti. Questa ultima parte spesso è frustrante perché, ammesso che nella discussione emergano elementi a favore dei candidati, ormai il voto degli scritti è registrato e quindi se il candidato “vincesse” in questa discussione un certo vantaggio potrebbe averlo solo nel punteggio complessivo del colloquio. Ma… a proposito dei 30 punti/30 di colloquio spesso c’è da parte della commissione un falso in atto pubblico. Quante volte, prima dell’entrata di un candidato, i commissari si chiedono: “Quanti punti ha bisogno questo per arrivare almeno a 60/100”. E succede che alunni con preparazione scadente prendono più punti rispetto a colleghi molto più bravi e di cui non ci preoccupiamo troppo!!!
Noi insegnanti non vogliamo avere rotture: promossi  il più possibile tutti. E se no scattano i ricorsi, le rotture e non abbiamo i soldi per pagarci gli avvocati per i tribunali competenti. W l’Italia. Povera patria. Finisce sempre a tarallucci e vino. Buon colloquio a tutti!!!
(Gianni Sicali)







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