Se vince lo Stato di diritto
Data: Lunedì, 28 giugno 2010 ore 10:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
La speranza
per la scuola e per molti di noi, genitori- utenti-società civile sta
nella certezza che si sia ancora in uno Stato di diritto. La sentenza
del Tar del Lazio ne é una conferma. Non ferma una legge ad personam,
per il momento. Ferma una politica che ha da due anni un obiettivo
preciso: la destrutturazione fino
allo svilimento della scuola pubblica. Tagliando insegnanti,
tagliando ore di studio, tornando a standard da parco buoi nella media
di alunni per classe. Servono otto
miliardi in tre anni: si decide con un tratto di penna di far fuori dal
lavoro 132mila persone, tra prof e personale Ata. E poi si procede con
il machete, senza alcuna ragione didattica vera. (Da L'Unità)
Ma non si può andare avanti come treni a dispetto degli obblighi di
legge. Se il 19 luglio la sentenza del Tar dovesse essere confermata
sarebbe totalmente smontata la deforestazione scolastica di Tremonti-
Gelmini. Il rilievo è pesante: non si decidono i destini delle persone
con una circolare, ci vuole una legge. Il ministro entro il 19 luglio
deve dare una spiegazione molto circostanziata. Dubbi su tutto quello
che si stava muovendo intorno alla scuola su queste pagine sono stati
sollevati più di una volta. Le famiglie hanno effettuato la scelta
della scuola superiore quando i regolamenti di riforma Gelmini non
erano ancora legge (lo sono diventati solo da quindici giorni o poco
meno con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale). L’illegittimità
riguarda anche questo o potrebbe riguardare. Così come lo stato di
soprannumerari in cui sono finiti in virtù della riduzione oraria molti
docenti. Da quel che si capisce la sentenza ha l’effetto di bloccare i
trasferimenti a cui le scuole stanno procedendo in queste ore.
L’orticaria per le regole, più volte manifestata dal capo del governo,
può giocare brutti scherzi.v
redazione@aetnanet.org
|
|