Esami di Stato, anzi di Maturità: riflessioni a margine per studenti e docenti
Data: Venerdì, 25 giugno 2010 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Come ogni anno, in questo periodo si ripete quello che, ormai, è quasi un rito per l’Italia intera (padania compresa!) : tutti i mass-media si occupano degli Esami di Stato che, comunque, per la stragrande maggioranza degli italiani sono e saranno sempre conosciuti come Esami di Maturità.
I principali telegiornali (pubblici e privati) e quotidiani (da nord a sud, indipendentemente dal loro schieramento politico) forniscono informazioni statistiche (sul numero di studenti e docenti coinvolti, sulla percentuale di non ammessi, sulle previsioni delle promozioni e/o bocciature ecc …) sull’esame di diploma che, a detta degli psicologi, è l’evento che ogni individuo non dimenticherà mai più per tutta la sua vita.
Questo articolo non contiene, volutamente, indiscrezioni e/o dritte sugli argomenti delle prove d’esame, vuol essere soltanto lo spunto per riflettere insieme su questo tema: L’Esame di Maturità.
Siamo perfettamente coscienti che l’attuale situazione che coinvolge tutto il mondo della scuola (non solo, quindi, la secondaria superiore) è molto critica, soprattutto riguardo tagli e riforme che non tengono nel giusto conto le conseguenze didattiche e pedagogiche che ci saranno già a partire dal prossimo settembre.
Su questo argomento il nostro sito ha sempre cercato di dar voce a tutte le opinioni e le proposte che man mano vengono fatte e, naturalmente, il nostro impegno continuerà sempre in tal senso poiché c’è ancora molto da dibattere e (speriamo) da cambiare sia sui tagli che sulla riforma scolastica.
Chi scrive è un docente direttamente coinvolto (come commissario esterno) in una delle tante commissioni di esame e, come tale, credo di poter affermare senza tema di smentita che, almeno questa tipologia di esame – basata sulla commissione mista – si può considerare idonea poiché riesce, con il giusto grado di serenità ed, al contempo, di serietà, a valutare il livello di preparazione dei vari candidati.
Tale considerazione scaturisce da una mia rilevazione statistica fatta proprio in questo periodo intervistando i colleghi delle varie discipline coinvolte in questi esami di maturità.
Praticamente, tutti concordano sul fatto che la composizione della commissione (ricordiamo che ogni singola commissione esamina due quinte classi) formata equamente da 3 docenti esterni, da altrettanti docenti interni e (dulcis in fundo) dal presidente anch’esso esterno, è sicuramente quella che meglio assicura il giusto risultato ai diplomandi.
Da questa mia inchiesta emerge, però, una nota che credo sia onesto e corretto riportare qui e che riguarda i criteri con cui vengono nominati i presidenti delle varie commissioni.
Tipicamente il presidente di commissione è, in genere, un preside di un altro istituto secondario superiore, ma (com’è facilmente intuibile, facendo un semplice calcolo aritmetico) il numero globale di presidi disponibile non è sufficiente a coprire il fabbisogno, per cui vengono nominati anche i presidi delle scuole medie inferiori ed, essendo questi ultimi ancora in numero insufficiente, si procede anche alla nomina di quei docenti delle superiori che vantano titoli particolari (tipo vice-preside e collaboratori della presidenza).
Bene, da questa mia indagine emerge senza ombra di dubbio che questi criteri non sempre si rivelano ottimali poiché (lo si è constatato sul campo), ad esempio, non è sufficiente essere preside alla media per coordinare bene i lavori della commissione se non si è mai partecipato in prima persona ad un esame di stato.
Si commettono errori (in buona fede, sia chiaro!) e/o sviste che alla fine vengono pagate dagli studenti. Ed è proprio agli studenti che penso nello scrivere queste righe: tutte le componenti coinvolte devono far sì che ogni individuo si senta valorizzato e gratificato per quello che dimostra di conoscere e saper fare.
In conclusione, ritengo che da questa indagine emerga una chiara proposta per gli addetti del CSA preposti alla formazione ed alla nomina dei membri delle commissioni (apro questa parentesi per esprimere loro la mia più profonda ammirazione e solidarietà perché anche quest’anno – più che negli anni passati – sono stati costretti ad un vero e proprio tour de force, lavorando fino a tarda sera, per reclutare nuovi commissari viste le numerose defezioni registrate in decine di commissioni).
Il primo e più importante criterio nel nominare il presidente di una commissione per l’esame di maturità dovrebbe essere basato sull’effettiva esperienza (almeno decennale) quale commissario d’esame.
Probabilmente, questa proposta provocherà qualche disappunto, però credo sia venuto il momento di parlarne pubblicamente visto che questo problema viene affrontato e dibattuto ogni anno soltanto dagli addetti ai lavori (per poi finire in un nulla di fatto).
È opportuno aprire qui un dibattito per dare a tutti la possibilità di esprimere – tramite il nostro sito – le varie proposte e/o critiche.
Grazie anticipato a tutti per la collaborazione.

Salvatore Di Masi
sal.dimasi@tiscali.it





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