Ripetenti in costante aumento
Data: Martedì, 22 giugno 2010 ore 06:51:23 CEST
Argomento: Redazione


28.500 studenti circa non faranno l’esame di stato; a comunicarlo è il Miur con una certa soddisfazione, giudicando l’aumento dei ripetenti come una medaglia da appendere al petto, perché in effetti l’aumento c’è stato, pari cioè allo 0,6%, se riferito allo scorso anno quando non venne ammesso  il 5.5% rispetto all’attuale 6,1%. Il comunicato del Miur, lanciato dopo una prima ampia rilevazione presso alcune scuole campione,  è un po’ come se un alto dirigente di una azienda privata dicesse che dopo 5 anni di lavoro e di ricerca le automobili difettose fossero aumentate rispetto a quelle dell’anno prima e di questo si vantasse.
Nessuno più, crediamo, comprerebbe quelle auto e nel giro di poco fallirebbe, con grande soddisfazione dei cittadini che chiederebbero le dimissioni dell’amministratore delegato. Sul versante della istruzione le cose invece girano al contrario, mentre la nazione avrebbe bisogno di cittadini preparati, consapevoli e agguerriti, per respingere le concorrenze culturali ed economiche che vengono da fuori e quindi di una scuola efficiente e che sappia promuovere e non respingere, le bocciature inorgogliscono e di tutta questa massa di ragazzi costretta a bivaccare ancora nelle aule pochi si curano. Ma è aumentato pure il numero dei  bocciati nelle altre classi. Infatti per quanto riguarda i risultati degli scrutini relativamente alle prime quattro classi delle scuole superiori, i dati disponibili segnalano un incremento significativo dei non ammessi alla frequenza dell’anno successivo. Rispetto all’11,7% dei respinti del precedente anno scolastico, quest’anno nelle stesse scuole la percentuale sale al 13,1%. Gli allievi promossi a giugno risultano quindi 62,9% mentre più del 24% ha il giudizio sospeso, dovrà cioè recuperare a settembre, colmando, se ci riesce, il debito per continuare oltre: ma ci saranno i soldi per i corsi di recupero? Tuttavia se si guarda bene l’attesa ecatombe non c’è stata, soprattutto dopo l’ordinanza sugli esami, a firma Gelmini, con cui si imponeva di non ammettere agli esami anche con una sola insufficienza: tutti otto ma un solo cinque non avrebbe permesso di partecipare alla maturità. Questa ordinanza aveva fatto sorgere grandi perplessità nei consigli di classe, smarriti nell’idea che la collegialità fosse stata dimenticata, cioè che il cosiddetto voto di consiglio utile per varare o meno un ragazzo non fosse più valido. La ministra Gelmini, fra l’altro, andando in Tv, invece di chiarire l’aspetto normativo e legale (che si rifà a un regio decreto che lei ignora) della ordinanza che portava il suo nome, se ne è uscita dicendo che con un solo cinque non si deve bocciare, come se i professori dovessero basarsi su un mezzo di comunicazione piuttosto che su una legge dello stato.  Sicuramente il messaggio non era rivolto a loro ma a tutte le famiglie di tutti quei ragazzi che hanno a che fare con gli esami. Da un lato il bastone costituito dalle perenni accusa di lassismo cui la scuola è stata abbandonata per colpa della sinistra e dall’altro la carota per gli utenti, avvertiti che la eventuale bocciatura non sarebbe a suo carico. Per sapienza consolidata dei professori però, dopo qualche attimo di perplessità , gli scrutini sono proceduti come sempre e come sempre il giudizio di ammissione o meno agli esami è stato affidato alla collegialità dei consigli di classe, grazie appunto e facendo riferimento a quel regio decreto del 1925.  Fra l’altro una norma così punitiva, e come si è visto anche inutile, non c’è stata mai nella intera storia della scuola italiana.  Anche ai tempi di Gentile l’ammissione era condizionata dalla media, e allora, e fino al 1968, era addirittura del cinque, nemmeno del sei. Non abbiamo infatti ancora capito il concetto di rigore cui la ministra fa continuo riferimento, anche perché la scuola si migliora con investimenti, come stanno facendo in Europa e negli Usa, non tagliando fondi o punendo o minacciando sanzioni. E’ vero che la manica larga non fa bene, ma è anche vero che don Milani, a Barbiana, insegnava su canoni e valori del tutto nuovi e i cui risultati furono straordinari. Ritornando ai numeri relativi alle ammissioni agli esami di stato, bisogna  in conclusione aggiungere che la pessimistica previsione di almeno 100.000 respinti senza possibilità di accedere agli esami non c’è stato e questo vogliamo sperare non dispiacerà a nessuno, ministra compresa.
PASQUALE ALMIRANTE


Pasquale Almirante
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