I SAY NO!!!: alla scuola tagliata della Gelmini
Data: Domenica, 20 giugno 2010 ore 20:04:39 CEST Argomento: Redazione
Dal prossimo
anno scolastico la “riforma” della scuola superiore di II grado entrerà
in vigore.
Crediamo che una riforma della scuola che voglia realmente essere tale
debba promuovere cambiamenti radicali, talmente significativi da
mettere il sistema formativo nelle condizioni di rispondere
positivamente alle esigenze di una società in rapida trasformazione.
Siamo consapevoli altresì del fatto che non può esserci una riforma
seria senza un adeguato investimento in risorse economiche e
professionali, senza il coinvolgimento vero di chi ne viene investito,
senza un serio e accurato dibattito sul senso e le finalità delle
modifiche che si intendono introdurre.
A nostro avviso nessuna di queste condizioni si è verificata nei
cambiamenti che in questi ultimi due anni hanno investito il sistema
dell’istruzione del nostro Paese.
In particolare, il riordino dell’istruzione tecnica varato dal ministro
Gelmini, non possiede nessuna di queste caratteristiche e si configura
piuttosto per il suo contrario: si tratta di una controriforma che,
lasciando sostanzialmente immutata la struttura della scuola, ne
impoverisce la dimensione qualitativa e quantitativa.
La controriforma Gelmini risponde esclusivamente alla necessità di far
cassa, imponendo pesanti tagli orari con lo scopo di ridurre cattedre e
personale (87.000 posti in meno entro il 2013 per l’intero sistema
scolastico!).
Diminuisce il tempo scuola, soprattutto negli istituti tecnici e
professionali dove si concentra il maggior numero di studenti, e si
riduce drasticamente il numero degli indirizzi senza tenere nel debito
conto esperienze e competenze consolidate, che in alcuni casi avevano
arricchito l’offerta formativa sul territorio.
Molte materie importanti, necessarie per formare cittadini pensanti,
come la geografia al biennio e il diritto al triennio, scompaiono,
altre vedono diminuire drasticamente il proprio monte ore. Si riduce lo
spazio per le esperienze pratiche di laboratorio, e ciò a fronte di un
proclamato aumento delle ore di laboratorio.
Sorprendente poi il fatto che, sebbene il riordino prenda il via
dall’anno prossimo solo nelle classi prime, tuttavia la riduzione
oraria si attui anche alle classi intermedie, con una riduzione
settimanale di quattro ore di lezione (da 36 a 32 ore nelle classi
seconde, terze e quarte).
Questo scombussolamento dei quadri orari costringerà a non poche
forzature per ridisegnare i percorsi in atto, ma soprattutto
determinerà un taglio degli organici che di certo avrà contraccolpi
negativi nella vita interna degli istituti (soprannumerarietà e
difficile formazione delle cattedre, in primo luogo).
L’insieme di queste scelte dequalifica l’offerta formativa della scuola
e la sua possibilità di formare coscienze critiche e pensanti.
Per tutti questi motivi i docenti dell’ITIS FERRARIS di Acireale
denunciano il tentativo di smantellare la scuola pubblica nel nostro
Paese.
Il tentativo in atto è quello di trasformare l’istruzione da diritto
inalienabile e strumento di eguaglianza sociale garantiti dalla
Repubblica in un servizio privato a pagamento, accessibile e
qualificato solo per chi può permetterselo economicamente.
La logica che ispira il complesso delle politiche scolastiche
dell’attuale Governo è quella del ridimensionamento del ruolo della
scuola pubblica e di una crescente precarizzazione dell’intero corpo
del personale della scuola.
Tale logica mortifica i diritti e il ruolo del personale docente e non
docente.
Lo stesso presidente della Corte dei Conti, nel corso della sua ultima
audizione in commissione bilancio, ha puntato l’indice contro le misure
economiche che si sono abbattute sulla scuola.
Ricordiamo tra quelle che riguardano più direttamente i docenti: il
blocco per tre anni degli scatti di anzianità e del rinnovo
contrattuale, la riduzione del numero delle finestre in uscita,
l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile per le lavoratrici e un
ritardi di 6 mesi nella distribuzione del TFS.
Tacciati pubblicamente e ripetutamente di inefficienza, incapacità e
privilegi, gli insegnanti sopportano il peso maggiore delle
trasformazioni radicali che incombono sul mondo della scuola.
Ad essere colpiti, tuttavia, non sono solo gli ambiti economici, ma
anche quelli professionali: si prospetta la possibilità che a valutare
il merito dei docenti siano i soli dirigenti scolastici, con quali
esiti sulla libertà e sul diritto di critica non è difficile
comprendere.
Lo stesso destino delle rappresentanze sindacali unitarie appare
compromesso, facendo intravedere un disegno di conformismo sociale
francamente insopportabile.
I docenti del ITIS Ferrarsi di Acireale sollecitano una mobilitazione
generale e diffusa nelle scuole e nel Paese contro la manovra
finanziaria e la controriforma della scuola dei ministri
Tremonti-Gelmini.
Chiedono che si avvii una nuova fase di vero rilancio della scuola che
parta dalla elaborazione partecipata e democratica di proposte che
diano risposte efficaci ai problemi di fondo tuttora insoluti:
adeguamento dei programmi di insegnamento, aggiornamento professionale,
un più efficace collegamento con il mondo del lavoro, incremento delle
risorse finanziarie, stabilizzazione dei precari sono solo alcuni dei
punti più significativi dai quali non si può prescindere per quanti,
come i sottoscritti, considerano la scuola non un costo da tagliare ma
una risorsa per il Paese.
Acireale, 19 giugno 2010
I docenti dell’ITIS “G.Ferraris” di
Acireale
(E' stato firmato da 61 docenti e 16 unità del personale)
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