Concorso a Ds in Sicilia. Battaglia per la legalità e per la giustizia, non per interessi personali
Data: Domenica, 20 giugno 2010 ore 14:29:06 CEST
Argomento: Opinioni


La prof. esordisce:
Innanzitutto mi si contesta di aver partecipato al concorso senza averne titolo . A tal proposito, smentisco categoricamente tale gratuita affermazione, infatti, facendo riferimento ai titoli richiesti dal bando, dichiaro che già al momento dell’indizione del concorso ero in possesso…
La graduatoria per titoli è pubblica e nel decreto del 1492005 a firma del Direttore Regionale Dott. Guido Di Stefano si legge:
D E C R E T A
A norma dell' art.10 ? 4° comma -del D.D.G.22 novembre 2004, di cui in premessa, sono approvate in via definitiva le graduatorie generali di merito di preselezione dei candidati al corso-concorso di cui in premessa, distinte per ciascun settore formativo, secondo l?ordine decrescente del punteggio complessivo conseguito da ciascun candidato, derivante dalla somma dei punteggi assegnati nella valutazione dei titoli di cui alla tabella annessa al bando.
In applicazione di quanto disposto dall' art.10 ? 3° comma ? del bando citato, sono ammessi a sostenere le prove d?esame, di cui all?art.11 del bando:
-n. 1070 candidati per il primo settore formativo, fino a punti 11,45;
-n. 350 candidati scuola secondaria di secondo grado, fino al punteggio 12,95;
La prof. risulta nella suddetta graduatoria al 1228° posto con punti 11,10
La sottoscritta nella stessa graduatoria occupa il 562° posto con punti 12,75
Appare chiaro che malgrado la notevole quantità di titoli che la prof. ha esibito non è riuscita a collocarsi in posizione utile per avere diritto a partecipare al concorso.
Io ho due lauree, di cui una in Pedagogia, insegno da 29 anni e ho ulteriori titoli universitari e non solo; ho frequentato numerosi corsi di aggiornamento e formazione, che tuttavia non erano riconosciuti nel bando.
Ciò premesso, vorrei precisare alla prof. Leonardi che la mia battaglia in questi anni è stata a sostegno della legalità e della giustizia e non per interesse personale.
A me non importa fare la preside a tutti i costi, perché amo molto il mio lavoro di insegnante e amo i bambini.
Proprio per il lavoro che svolgo, io non riesco a pensare di guardare in faccia i miei figli e i miei alunni quei bambini che domani saranno i cittadini di uno stato democratico,  rimanendo inerte di fronte alla delegittimazione della Magistratura, e alla negazione dello stato di diritto. Non posso e non voglio rassegnarmi a questo stato di cosa
 Ecco perché in questi anni da cittadina ho percorso solo la strada della legalità e non ho inseguito, né condiviso proposte di sanatorie.
Chi conosce, come me solo quella possibilità, sembra in questo momento essere perdente per postulato. Tuttavia io sono convinta che "le cose cambieranno", anche se l'amarezza e l'impotenza di fronte a tanti soprusi avvelenano l'anima
Un certo tipo di politica di questi ultimi anni  in questi anni ha cambiato la cultura di questo paese. Dallo stato di diritto si è passati allo stato delle sanatorie. E’ questa la cosa grave.
I numerosi tentativi di salvare i vincitori di un concorso annullato rappresentano la negazione dello stato di "diritto".

La legalità non è solo un principio dichiarato, né uno slogan per ottenere finanziamenti o vincere premi, ma è svolgere la propria funzione nel rispetto delle leggi e non arbitrariamente.
In uno stato democratico tutti i suoi organi sono tenuti ad agire secondo la legge. La legge in questo concorso non è stata rispettata. E non lo dico io. E’ stato detto nella miriade di ricorsi amministrativi ed esposti penali. Lo dicono le sentenze di grado definitivo.

Tra questi 426, non escludo che ci sia gente preparata, ma quello che è certo che non è a causa della loro preparazione che sono lì. In 2-3 minuti di correzione nessuno ha potuto verificare il loro spessore etico, culturale e professionale. Gli errori di grammatica e di sintassi presenti nei compiti di alcuni vincitori sono evidenti elementi di incompatibilità con il ruolo che ricoprono da due anni: Dirigenti di Istituzioni Scolastiche

In relazione poi alla sua affermazione:
E’ molto semplice e comodo, di fronte ai propri fallimenti, addossare ad altri le colpe, anziché riconoscere i propri limiti e tentare di porvi rimedio. E’ richiesto uno spessore etico, culturale e professionale che solo poche persone posseggono.

Vorrei precisare che io non reputo la mia bocciatura in un concorso annullato un fallimento, mi sarei sentita molto in imbarazzo se avessi vinto un concorso annullato, ma questo a me non poteva succedere.
Inoltre, poiché sono convinta che come diceva Dante "fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza",  mi chiedo perché tanto accanimento nel volere a tutti i costi restare nel ruolo di dirigenti, considerato che la procedura è stata dichiarata illegittima?

La vita non è fatta soltanto di lavoro e carriera.
Quando la sera spegniamo la luce ed ognuno di noi è solo con la propria anima, le cose che ci emozionano e ci fanno vibrare non riguardano sicuramente  il nostro ruolo sociale nella vita, ma i sentimenti, gli affetti, le persone care, gli amici... Le insoddisfazioni profonde non possono essere riempite dalla posizione giuridica e sociale.

Di fronte a questa brutta pagina della storia della scuola siciliana,  mi permetto di invitare i colleghi promossi e bocciati a non perdere di vista la dignità del ruolo di educatori, che abbiamo.
Lasciamo alla Magistratura e alla politica il ruolo che compete loro.
Sentenze di grado definitivo hanno annullato il concorso. Non c’è altro da aggiungere. Alla luce di ciò l’amministrazione ha l’obbligo di eseguirle e i partiti democratici hanno il dovere di vigilare perché ciò avvenga
Che senso ha continuare a cercare protezioni, interventi di sanatorie, in una vicenda che dovrebbe solo farci vergognare perché riguarda il mondo della scuola?

Saluti
Anna Maria Farinella






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