Il Governo risponda subito - Gli interventi di Bonanni, Scrima (Cisl), Di Meglio (Gilda) e Turi (Uil).
Data: Mercoledì, 16 giugno 2010 ore 08:04:51 CEST Argomento: Rassegna stampa
Una bella manifestazione, quella svoltasi oggi al Teatro Quirino di
Roma, con un obiettivo chiaro e preciso: cambiare le disposizioni che
penalizzano ingiustamente, nella manovra finanziaria, il personale
della scuola, attraverso il blocco triennale delle progressioni per
anzianità.
Una manifestazione nel segno dell'unità e dell'autonomia, con la quale
la CISL, insieme a UIL, SNALS e GILDA, chiede al Governo di assumere in
prima persona e con urgenza l'iniziativa per una modifica del decreto
nel corso del dibattito in Parlamento.
"Chiediamo al Governo" - ha detto Raffaele Bonanni - "di fare per le
progressioni di anzianità del personale scolastico ciò che ha già fatto
per le liquidazioni: rivedere le sue posizioni, per rendere più equo e
sostenibile il carico dei sacrifici richiesti ai lavoratori. Non
escludiamo ulteriori e più incisive azioni di lotta, se la nostra
richiesta non verrà accolta".
Francesco Scrima, intervenendo a nome della CISL Scuola, ha richiamato
la natura contrattuale della struttura retributiva del personale
scolastico, ribadendo come sia inaccettabile e iniquo aggiungere al
mancato rinnovo del CCNL oggi vigente anche una sua pesante
manomissione: "I lavoratori della scuola, e soltanto loro, non solo non
potrebbero rivalutare le loro retribuzioni, ma se le vedrebbero
seccamente ridotte, pagando in misura scandalosamente più alta di
quanto non accada ad alti dirigenti dello Stato, cui si chiede molto di
meno pur essendo retribuiti molto di più".
Nei prossimi giorni continuerà il pressing che da tempo la CISL sta
conducendo nei confronti dei ministri dell'Economia e dell'Istruzione,
con un'azione di sensibilizzazione e coinvolgimento rivolta a tutte le
rappresentanze politiche e parlamentari.
Progressioni di anzianità, ma non solo: per la CISL è fondamentale che
il Governo assicuri da subito un congruo numero di assunzioni a tempo
indeterminato, per la copertura dei posti oggi vacanti e disponibili,
per contrastare il fenomeno del precariato muovendosi, nonostante le
difficoltà del contesto, in una prospettiva di stabilizzazione del
lavoro nella scuola.
Circa mille tra dirigenti sindacali e insegnanti hanno partecipato
questa mattina alla manifestazione indetta da Gilda-Unams, Cisl Scuola,
Uil Scuola e Snals-Confsal al teatro Quirino di Roma per protestare
contro le misure previste dalla manovra correttiva per la scuola.
“La scuola dice no alla doppia manovra”: ecco il messaggio che i
rappresentanti sindacali hanno lanciato oggi al Governo dal palco del
Quirino e durante il sit-in che si è svolto davanti al Senato.
“È inaccettabile – ha dichiarato il coordinatore nazionale della
Gilda-Unams, Rino Di Meglio - che siano sempre i poveri a pagare,
mentre la classe politica continua a sprecare risorse. Il caso delle
Province è emblematico: tutti affermano che si tratta di enti inutili,
eppure il Governo ha fatto marcia indietro persino sull’abolizione di
quelle quattro piccole Province che, in ogni caso, avrebbero inciso in
maniera del tutto marginale. La soppressione di tutte le Province
farebbe risparmiare 14 miliardi di euro, cioè oltre la metà
dell’importo complessivo della manovra. Perché, allora, non si
interviene su questo fronte? E ancora: perché non si applica
l’addizionale Irpef per tutti e soltanto gli insegnanti sono costretti
a perdere 3mila euro all’anno? Evidentemente, mancano il coraggio e la
volontà politica per varare una Finanziaria che sia davvero lacrime e
sangue per tutti, come in Germania, e si preferisce colpire soltanto le
categorie più deboli”.
Di Meglio ha poi rivendicato “più spazi nei mass media per i problemi
della scuola” e ha annunciato: “Se la situazione non cambierà, le
proteste andranno avanti con ogni mezzo lecito: abbiamo già deciso che
i nostri docenti, l’anno prossimo, boicotteranno le gite scolastiche”.
Pino Turi: L’articolo va soppresso
La doppia manovra sulla scuola è inaccettabile
Sopprimere le norme che penalizzano doppiamente i lavoratori della
scuola - questa la richiesta ribadita dal segretario organizzativo
della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso del suo intervento alla
manifestazione dei sindacati scuola a Roma, richiamando le proposte
della Uil in sede di audizione al Senato.
Al blocco della contrattazione prevista per il lavoro pubblico - si
legge nell’emendamento Uil alla manovra – si aggiunge il blocco degli
scatti di anzianità previsti da contratti già certificati e si
producono pesanti effetti sulle pensioni. Questa condizione di
sperequazione è inaccettabile.
L’articolo va semplicemente soppresso – ha detto Pino Turi – e vanno
evitati ‘pasticci legislativi’ prodotti dai ‘sacerdoti della norma’ nel
chiuso dei loro uffici. La responsabilità delle scelte è della politica.
Sono misure che producono effetti ben oltre il triennio – ha fatto
notare Pino Turi – e questo emerge chiaramente dalla nota tecnica
allegata al decreto, che testualmente riporta:
“Si determinerebbero nell’arco di 37 anni, a decorrere dall’anno 2011,
economie di spesa conseguenti allo slittamento dei tre anni”. Le
economie stimate sull’intero arco temporale risulterebbero pari a
18.720 milioni di euro fino al triennio 2048-2050.
In Germania - ha sottolineato Pino Turi – con una manovra quadriennale
da 80 miliardi, nessun taglio per la scuola ma, al contrario,
investimenti per 12 miliardi.
Angela Merkel presentando i dettagli della manovra ha definito
istruzione e ricerca come “pilastri per la futura sostenibilità della
nostra società”. “Dando i soldi all’istruzione – ha aggiunto - si aiuta
questo paese”.
La manovra triennale del governo italiano – ha ribadito il segretario
organizzativo della Uil Scuola - impone al personale della scuola un
triplo balzello : blocco del contratto, blocco degli aumenti per
anzianità, riduzione permanente della retribuzione con conseguenze sul
trattamento pensionistico. Per questo oggi la scuola protesta, per
questo l’articolo va soppresso.
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