AHI, AHI QUANTI SOMARELLI, LA SCUOLA DE...RAGLIA!!!
Data: Domenica, 13 febbraio 2005 ore 06:00:00 CET
Argomento: Opinioni


ANCHE il 2005 dell’istruzione è cominciato con una triste classifica: gli studenti italiani compresi nella fascia d’età che va dai 14 ai 15 anni sono agli ultimi posti nelle conoscenze di base in italiano, matematica e scienze. In parole povere i nostri ragazzi hanno forti lacune nella lettura e comprensione dei testi e non conoscono tanto bene la matematica, né le scienze. A fare luce sullo stato di insufficienza degli apprendimenti di base nelle tre materie è l’indagine annuale Ocse-Pisa. All’hotel Sheraton ieri sera, intenti ad ascoltare e a cercare possibili soluzioni c’erano docenti ed esperti del mondo dell’istruzione e il Ministro Moratti in persona, che ha esposto in dieci punti la strategia del Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. «La riforma della scuola - ha detto il ministro - intende anche dare soluzione al problema delle scarse conoscenze e competenze di base dei nostri studenti. I livelli d’apprendimento dei ragazzi sono uno dei nostri principali obiettivi». Circa 400 le istituzioni scolastiche che hanno partecipato al progetto Pisa, per un totale di oltre 11mila studenti «analizzati» attraverso questionari nel periodo 10 marzo-11 aprile 2003. È la matematica la maggiore inquisita: «l’andamento dei punteggi medi riportati - si legge nella relazione - corrisponde a 466 punti e colloca l’Italia al di sotto della media internazionale che si attesta sui 500 punti». I dati si differenziano a seconda dell’area geografica, dividendo ancora una volta l’Italia in due: quella del nord, più colta e quella del sud, che stenta ad apprendere e conoscere. Per quanto riguarda le scienze la media italiana, 486 punti, è di 62 punti più bassa di Finlandia e Giappone, 39 punti più bassa dell’Australia, mentre 25 punti ci separano dalla Francia e 16 dalla Germania che nel 2000 aveva un punteggio di poco superiore al nostro. Dopo la trasformazione della scuola da «sistema organizzato per l’insegnamento» a «ambiente di apprendimento», il primo punto su cui lavorare, secondo la Moratti è la formazione dei docenti: «Devono essere messi in grado di progettare percorsi di formazione e autoformazione, anche utilizzando le nuove tecniche di e-learning». Poi il Ministro entra nel vivo del problema e al terzo posto della classifica «rimedi» spiega che: «É necessario più rigore nella verifica delle conoscenze degli studenti, bisogna assicurare le attività di recupero obbligatorie e incentivare le attività di laboratorio e utilizzo di strumenti didattici multimediali interattivi». Tra gli interventi-tampone anche la necessità di percorsi didattici scuola-università e con le biblioteche, musei, imprese e associazioni ambientali. «Importante - ha concluso - anche favorire gli scambi con le aree del paese che hanno riportato risultati più soddisfacenti e sostenere concretamente il Sud e le Isole. Insomma lo sapevamo: la scuola de-raglia. Anzi, con tutti questi somari, raglia proprio!!! Silvana La Porta (da Il tempo, articolo di Emanuela Zoncu)





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