Sul pacco di Tiriticco alcune osservazioni
Data: Domenica, 13 giugno 2010 ore 22:03:37 CEST
Argomento: Opinioni


Oggi, non nell’Italia di inizio ‘900, ma degli anni 10 del 2000, 32 milioni di Italiani hanno un’insufficiente competenza alfabetica e aritmetica, il 5% della popolazione adulta è da considerarsi radicalmente analfabeta, il 33% semianalfabeta e il 33% è a rischio di ripiombare in tale situazione, nell' “ analfabetismo di ritorno”. Davanti a questa situazione drammatica, si taglia in istruzione e in cultura, si riempiono all’inverosimile le classi, si tagliano le sdiscipline, si riduce l’offerta formativa , si dismette l’istruzione pubblica statale e soprattutto si demotivano gli insegnanti con un accanimento senza precedenti, togliendogli dei soldi dalla tasca. Due manovre economiche tolgono alla scuola e ai suoi lavoratori be 10 miliardi di euro.Questo credo sia il vero pacco con fiocco confezionato alla scuola dal governo Berlusconi. Libero Tassella

Per pacco si intende…
…una scatola di cartone sigillata con nastro adesivo… e protetta da una fettuccia di
plastica telata termosaldata a croce. Chi non sa che cosa sia un pacco, ora lo sa!
Ritroviamo tale definizione nel glossario che apre la cm 50 dello scorso 7 giugno con cui
il Miur dà indicazioni sulle modalità di svolgimento della prova nazionale negli esami di
scuola media. Ma, perché non mi si dice quanto misura il pacco, quanto pesa, di che
colore è la carta che lo avvolge? E poi… c’è la termosaldatura! Basterà un paio di forbici
per tagliare la fettuccia? O ci vorrà una diavoleria elettronica? Dentro il pacco ci sono
plichi… attenzione non sono solo plichi, sono “plichi ordinari”, perché più avanti vengono
“plichi speciali”, tutti debitamente virgolettati. Plichi ordinari che sono costituiti da un
involucro di plastica sigillato, sulle linee di congiunzione, con termosaldatura! Plichi
ordinari che, a loro volta contengono fascicoli! Non si precisa se si tratta di fascicoli
ordinari o speciali! Mah! E che cosa ci sarà dentro ogni fascicolo? E avanti di questo tono
per ben dieci pagine! Cominciava a piacermi questo gioco di scatole cinesi! Occorrerà
aprire il tutto per vedere e toccare con mano! Ma come si fa ad aprire un pacco? Le
istruzioni mancano, per cui c’è il grosso rischio che i pacchi del Ministero… o del
mistero, rimangano chiusi!
Dieci pagine di glossario e di istruzioni, e sono tante… e guai a sbagliarne una! Ma
che sarà mai questa prova nazionale? Nulla contro la serietà di una prova! Nazionale per
giunta! Arriviamo ben ultimi in Europa e non dobbiamo correre rischi! Una scuola
scarrupata e copiona – forse la giudicano così al Miur – merita le dritte opportune! Tutte
le operazioni sono puntualmente e dettagliatamente prescritte e… guai a sgarrarne una!
Ne va della correttezza e della legittimità dell’esame!
Ma come! Il Presidente del Consiglio dice che la Costituzione è un inferno, troppo
piena di norme e di regole che non solo limitano, ma addirittura affossano la libertà e la
creatività personale! E poi il Miur impone alle scuole una sorta di camicia di forza? Tutto
questo per sperimentare una prova nazionale che, invece, dovrebbe renderci tutti più
liberi e contenti! Ma cerchiamo di essere seri! Dov’è Don Lorenzo! A lui non mancava
affatto il rigore… e come faceva rigare i suoi ragazzi! Ma non era il rigore della forma,
bensì quello della sostanza di chi insegna sapendo veramente come si insegna e come si
sollecita un reale apprendimento! Siamo di fronte ad una prova nazionale che ci
dovrebbe dare… non dico gioia, perché una prova è sempre una prova, ma che dovrebbe
sollecitare in insegnanti e alunni interesse, partecipazione, entusiasmo anche, perché
siamo tutti chiamati ad un qualcosa di veramente nuovo ed importante che ci dovrebbe
permettere di crescere, di migliorare, di confrontarci su un terreno che va oltre le mura di
una classe e di una scuola! Ci mettiamo tutti in gioco ad un livello che per la prima volta
è nazionale! Ed è – o dovrebbe essere – una esperienza del tutto nuova!
Ed invece non è così, non sarà così! La mannaia della burocrazia è capace di spegnere
il nuovo anche prima che nasca! Sarà la prova della paura di “sbagliare”! Perché tutti
potranno sbagliare! Guai ad aprire i plichi un minuto prima! “Regolate gli orologi!”: come
nei film di guerra! Poveri docenti! Guai a mettere la crocetta sul quadratino sbagliato, o
meglio, errato! Poveri alunni! Gli esami sono sempre una prova e inducono sempre ansia
e preoccupazione! Ma non ci si può divertire, soprattutto se lo fa il Miur, ad aumentare
quest’ansia a dismisura, ad incutere solo la paura di sbagliare! Attenzione! Occorre
anche guardarsi dagli insegnanti stessi! Infatti, “per le prove di italiano e di matematica
(prova nazionale), sono da nominare due coppie di docenti vigilanti: per l’italiano occorre
non nominare i docenti della materia; per la matematica occorre non nominare i docenti
della materia e quelli di tecnologia. Per quanto possibile non nominare vigilanti i docenti
della classe (deve trattarsi, comunque, di docenti della commissione plenaria)”. Guai ad
incrociarsi sulla soglia di una porta! Apriti cielo! Così eviteremo gli aiutini!
Insomma, una prova che poteva essere nuova, interessante, utile, aperta a una
prospettiva valutativa diversa dal trantran quotidiano dei voti resuscitati, sarà vissuta
come una ulteriore iattura, dopo le tante che in questi ultimi anni la nostra scuola
dell’obbligo ha subito, con pazienza e rassegnazione!
Nella circolare non c’è nulla di incoraggiante, nulla che solleciti al nuovo! E’ il
mattinale dell’ultimo commissariato! Solo furti e rapine! Ma è proprio questa la scuola
che vogliamo? Una scuola dell’obbligo incartata in formalismi che la rendono prigioniera
di se stessa? E tutto questo per rendere più severo – si fa per dire – un esame che ormai
vale quanto il due di briscola, per quanto riguarda la sua sostanza? Con l’esame di terza
media una volta si concludeva veramente un ciclo! Oggi non è più così! Neanche un
“bidello” – che tra l’altro tale più non è – può far valere la sua licenza media, perché
occorre un titolo superiore! Un esame che non siamo capaci di cancellare perché non
siamo capaci di dire a noi stessi, e di scrivere per legge, che il reale primo ciclo di
istruzione si conclude con l’adempimento di un obbligo decennale! Abbiamo
un’amministrazione che non è capace di essere rigorosa nel pretendere che dopo dieci
anni di studi i nostri ragazzi siano certificati per quelle competenze culturali e di
cittadinanza che quasi tutti i Paesi dell’Unione europea ormai garantiscono! Però
abbiamo un’amministrazione che ci vuole far credere che la licenza media è così
importante da meritare una prova nazionale, ma con un rigore da Stato di polizia!
Per concludere, per pacco si intende… quest’ultimo grazioso regalo del Miur.
Roma, 10 giugno 2010
Maurizio Tiriticco







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