Coordinamento Regionale dei presidi siciliani vincitori e idonei del Concorso del 2004. Lunedì 14 giugno a Roma.
Data: Sabato, 12 giugno 2010 ore 19:51:13 CEST Argomento: Comunicati
Lunedì 14 giugno i presidi vincitori del corso-concorso del 2004 in
corteo a Roma
L’APPELLO: «RISPOSTE CHIARE DAGLI ORGANI NAZIONALI DI GOVERNO»
Tre le tappe della manifestazione: Quirinale, consiglio di Stato e
ministero dell’Istruzione
«Lunedì 14 giugno ci recheremo a Roma davanti le sedi della presidenza
della Repubblica, del consiglio di Stato e del ministero
dell’Istruzione, per sollecitare i maggiori Organi dello Stato a
cercare una soluzione verso un’equilibrata applicazione della decisione
del Consiglio di Giustizia Amministrativa (Cga) della Regione
Siciliana, che tenga conto degli interessi delle diverse parti
coinvolte nella vicenda, senza danneggiare la scuola siciliana e coloro
che hanno affrontato e superato un concorso, esercitando l'incarico di
dirigente scolastico da tre anni». I rappresentanti del Coordinamento
Regionale dei presidi siciliani vincitori e idonei del Concorso del
2004 annunciano un ulteriore atto di mobilità per sciogliere la
complessa vicenda che li vede protagonisti, a seguito dell’abrogazione
dell’emendamento contenuto nel decreto “salva precari” del dicembre
2009 - relativo alla tutela dei presidi attualmente in servizio nelle
nove province dell’Isola e di coloro che sono stati riconosciuti idonei
- e della decisione dell’Ufficio scolastico regionale, con avviso
indetto il 4 giugno 2010, di rinnovare le procedura concorsuale.
La manifestazione nella capitale – che si svolgerà lunedì 14 giugno in
piazza del Quirinale presso la Presidenza della Repubblica (dalle 10
alle 12), in piazza Capo di Ferro davanti Palazzo Spada, sede del
Consiglio di Stato (dalle 12 alle 14), e in viale Trastevere davanti
gli uffici del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca (dalle 14 alle 18) e a cui prenderà parte una cospicua
delegazione dei presidi siciliani - rappresenta dunque un accorato
appello alle istituzioni politiche a interessarsi concretamente del
procedimento giudiziario di cui «siamo vittime incolpevoli», affermano
i rappresentanti del Coordinamento.
Tre le richieste che saranno avanzate: « La non partecipazione a
qualunque procedimento di rinnovazione – spiegano i rappresentanti del
Coordinamento - almeno fin quando la magistratura non avrà stabilito la
nostra assoluta estraneità alla vicenda giudiziaria di cui subiamo gli
effetti senza esservi stati parte; la richiesta legittima -
nell’eventualità di essere costretti a rinnovare - di farlo con una
procedura riservata che tenga conto delle maggiori competenze acquisite
in anni di servizio (anche a tutela della par condicio degli altri
candidati non ancora dirigenti in servizio) e della contemporanea
necessità di assicurare il normale funzionamento delle scuole
siciliane; la garanzia di poter aspettare senza ulteriori schizofrenie
giuridiche una soluzione normativa più confacente alla tutela di tutti
(e non solo di uno) gli interessi pubblici e privati in contrasto in
questa intricatissima vicenda».
«Simili vicende giudiziarie – continuano i presidi – evidenziano
un’inequivocabile volontà coercitiva nei confronti dei dirigenti
siciliani vincitori del concorso ad asserita tutela di candidati
reiteratamente bocciati. In Italia il Consiglio di Stato conferma la
piena regolarità delle procedure concorsuali per il reclutamento dei
dirigenti scolastici che da circa tre anni reggono larga parte delle
scuole della Repubblica. In Sicilia invece il Cga, sezione dello stesso
Consiglio di Stato, continua a ritenere irregolari le medesime
procedure. Siamo di fronte a un accanimento giudiziario: nonostante il
direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) abbia già
calendarizzato ad ottobre le prove scritte del rinnovando concorso, il
Giudice non solo impone inspiegabilmente - con ordinanza confermativa
del decreto del 10 giugno - di provvedere all’immediata fissazione del
calendario, ma nomina, senza alcuna richiesta delle parti, un
commissario ad acta per provvedere nell’ipotesi di ulteriore
inadempimento dell’Usr».
«Confidiamo fiduciosi nella risposta dei maggiori Organi nazionali –
concludono i rappresentanti – primo fra tutti la Presidenza della
Repubblica, garante della Costituzione e del rispetto dei fondamentali
Diritti di tutti i cittadini. La serena coscienza di aver fatto solo il
nostro dovere ci fa sperare in una positiva soluzione per tutti i
soggetti coinvolti».
12 giugno 2010
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