Concorso Ds annullato: la giacca del presidente Napolitano e la Legge
Data: Venerdì, 11 giugno 2010 ore 19:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


La giacca del presidente della Repubblica sarà ormai tutta strappata, visto che è strattonata da tutte le parti, compresa quella parte che lui chiama “i professionisti delle richieste a vanvera.” Non sappiamo se le richieste dei presidi congelati e degli esclusi facciano parte di questa ultima  categoria, ma una cosa è certa: in tempi di berlusconismo, come i politologi chiamano questo tempo, tutto è possibile. E ci sovviene, riflettendo su questa stramba vicenda del concorso annullato a dirigente, un racconto di Wiechert: Il giudice, der Richter


Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org


La giacca del presidente della Repubblica sarà ormai tutta strappata, visto che è strattonata da tutte le parti, compresa quella parte che lui chiama “i professionisti delle richieste a vanvera.” Non sappiamo se le richieste dei presidi congelati e degli esclusi facciano parte di questa ultima  categoria, ma una cosa è certa: in tempi di berlusconismo, come i politologi chiamano questo tempo, tutto è possibile. E ci sovviene, riflettendo su questa stramba vicenda del concorso annullato a dirigente, un racconto di Wiechert: Il giudice, der Richter. Un giudice tedesco capisce dalle parole e dai comportamenti del figlio che è stato lui a uccidere un ebreo durante i pogrom nazisti: che fare, denunciarlo o procedere  contro ignoti visto che è lui il titolare dell’inchiesta? Come si può immaginare segue la Legge e denuncia il figlio. Letteratura, si dirà,  fantasia che in questo periodo appare ancora più fantastica, considerando le tante leggi ad personam, compresa l’ultima sulle intercettazioni telefoniche di cui un cittadino normale non sa cosa farsene perché male che vada si può scoprire che si ha un amante, mentre è pericolosa per la casta a carico della quale si può scoprire che prende tangenti. Ecco il punto: la legge ha una sua finalità oggettiva, imparziale, unica per tutti i cittadini, tanto che a Mosè fu scritta e consegnata  sulla pietra e poi custodita dentro l’Arca della Alleanza fra Dio e l’uomo, e quindi inviolabile. Se infatti tutti i condannati dalla cassazione si rivolgessero al presidente per annullare la pena, che senso avrebbe l’ordinamento giudiziario? Gli esempi che vengono dal parlamento non sono altrettanto edificanti, è vero, ma fino a quando l’ordinamento c’è occorre rispettarlo, nonostante tutto e nonostante le accuse contro i magistrati.
Ma c’è un’altra osservazione che è d’uopo fare, in riferimento a questo concorso. Moltissimi vi hanno partecipato grazie  ad una sentenza di sospensiva che ha fatto fuori i titoli richiesti dal bando, per cui altrettanti docenti si sono visti scavalcare immeritatamente da colleghi più avventurosi ma forse, o sicuramente (?), meno bravi e meno preparati e comunque più garibaldini: che facciamo allora? Una petizione a Napolitano per ripianare il mal tolto? La Legge lo ha consentito e allora peggio per chi non si è rivolto al Tar. Che significa? Se quella parte di Legge favorevole, diciamo così,  si è accettata, si accetti il resto, tutto il resto, piaccia o no. Il diritto non può prevedere figli e figliastri, né può essere accettato a convenienza, né Lanacaprina può sposarsi con Bizantino per avallare giustificazioni. Sicuramente un ventennio fa mai avremmo pensato che il gradone settennale potesse essere diroccato, né il contratto di lavoro non rinnovato, nè la Costituzione messa in discussione come la libertà di stampa. Pensavamo che la legge fosse roccia, come il diritto acquisito e le garanzie costituzionali,  invece non sembra più che sia così. Forse per questo, in un periodo di riflusso, di incertezze  e di grida televisive tutto è possibile perfino il disconoscimento di una sentenza il cui dispositivo avrebbe messo in crisi i destinatari, mentre oggi, quasi quasi, non le si da sufficiente credito tanto da annunciare di non ripetere il concorso.
PASQUALE ALMIRANTE
 







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