Al liceo Vitt. Veneto di Milano, il preside: maturità con un cinque? Ammessi.
Data: Martedì, 08 giugno 2010 ore 14:51:09 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Veloci, i professori del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano. Battendo sul tempo i colleghi di mezza Italia, hanno già pubblicato i tabelloni di ammissione alla maturità. Veloci e coerenti: il loro preside, Michele D’Elia, aveva annunciato che nessun ragazzo sarebbe stato lasciato fuori dall’esame per colpa di un unico cinque in pagella, «checché ne dica il ministero». E così è stato: su 180 studenti iscritti all’ultimo anno di liceo, solo quattro non potranno accedere agli scritti. L’anno scorso erano stati dieci.
Nessuna «strage», nessuna scure si è abbattuta sui giovani del liceo milanese. E sì che le previsioni erano (e restano) funeste ( da Il Corriere della Sera)

Redazione

. Perché quest’anno, per i 500.694 «maturandi» italiani, oltre all’esame c’è uno scoglio in più: l’ordinanza ministeriale numero 44 del 5 maggio scorso. Quella che dice: «Sono ammessi solo gli alunni che conseguono nello scrutinio finale una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline». Un passaggio che ha scatenato apprensione (che in alcuni casi sconfina nel panico) tra ragazzi e genitori. Il futuro dipende dall’interpretazione che le scuole fanno del testo ministeriale. Perché se è vero che anche con un solo cinque non si passa, l’ordinanza avverte che «il consiglio di classe adotta liberamente criteri e modalità da seguire per la formalizzazione della deliberazione di ammissione ». Ecco, al Vittorio Veneto di Milano hanno scelto si seguire questa strada.

«Siamo stati equilibrati», sorride il preside D’Elia. E torna a parlare di una «norma inapplicabile»: «Come avremmo potuto non ammettere un ragazzo per colpa di una sola insufficienza?». Significa che sono stati alzati i voti? «Certo che lo abbiamo fatto, è nelle nostre possibilità, il consiglio di classe ha operato una sintesi collegiale rispettando la professionalità del singolo docente». Qualcuno potrebbe chiamarla disobbedienza. «Tutt’altro, lo prevede la normativa ». Quindi, si torna a parlare di sei politico? «Preferirei non definirlo così. Piuttosto — argomenta il preside — lo chiamerei attenta valutazione del profitto di ciascuno studente, senza penalizzarlo a tutti i costi».

Sollievo al Vittorio Veneto, per gli studenti. Ieri, dopo le lezioni, i ragazzi guardavano soddisfatti i cartelloni di ammissione. Commenti sussurrati: «Ce l’abbiamo fatta». Raffica di sei e di sette. E non a caso. «C’è da dire — continua il preside del liceo, che ieri sera ha premiato gli studenti migliori dell’istituto con una cerimonia ufficiale — che le nuove regole del ministro Mariastella Gelmini hanno sortito un buon effetto: spaventati all’idea di non poter fare l’esame, i ragazzi si sono impegnati un po’ di più rispetto agli anni passati». Ecco perché i non ammessi sono in numero inferiore rispetto al 2009.

Ragazzi più studiosi. E più consapevoli delle loro reali possibilità di successo: «In sette-otto si sono ritirati durante l’anno», continua il dirigente scolastico. E così i conti tornano (più o meno la cifra è la stessa dell’anno scorso). «I quattro che non ce l’hanno fatta erano senza speranza». Ammissione alla maturità, nessun intento «stragista», l’obiettivo non «è aumentare il numero di respinti», continuano i professori, da Milano, a Bologna, a Bolzano. D’Elia conclude: «È come con il 5 in condotta (che fa ripetere l’anno anche se si è sufficienti in tutte le materie, ndr): non ci siamo mai sognati di bocciare, pur nel rispetto della norma». Un commento benevolo sui professori: «Sanno applicare le leggi, ma non dimenticano mai di avere a che fare con i giovani. Non sono aridi esecutori di circolari ». E un pensiero ai colleghi: «Vedremo se gli altri hanno fatto come me».







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