Elogio dell’insegnante di Giuseppe Valditara
Data: Venerdì, 04 giugno 2010 ore 20:20:38 CEST
Argomento: Opinioni


Elogio dell’insegnante

 

di Giuseppe Valditara

 

Giovanni è un bravo professore, ha 40 anni, è di ruolo, insegna latino e greco al liceo classico Berchet di Milano. Gli studenti lo adorano, quando entra in classe tutti sono rapiti dalle sue parole. L’altro giorno ha parlato della libertà per i Romani, della libertà in Cicerone e della nostalgia della libera res publica in Tacito. La decadenza e il tramonto. L’illusione del riscatto e il rimpianto di ciò che fu. Diciotto ore di lezione la settimana, che sono almeno altre 18 fatte a casa per preparare le lezioni, per studiare, per correggere i compiti: 30 traduzioni, ogni due settimane, di latino e 30 di greco. E poi le riunioni con i colleghi, gli organi collegiali, la burocrazia scolastica. E a giugno la maturità, e a luglio le lezioni per la riparazione degli studenti che hanno i debiti da recuperare. Il tutto per 1400 euro al mese, dopo aver iniziato a lavorare a tempo pieno, per tutto un anno, a 30 anni, dopo aver imparato perfettamente il tedesco e il francese, aver girato le biblioteche d’Europa per fare ricerche per la tesi, e ogni tanto per pubblicare qualche articolo sulle riviste specializzate, giusto per tenersi aggiornato. E credo che appassionare 30 giovani tutti i giorni di tutte le settimane di tutto l’anno sui grandi valori del nostro passato, non sia meno difficile e meno importante che fare una causa in tribunale o dare consulenze su come gestire i propri soldi o scrivere un articolo su un giornale. 1400 euro, che detratti 700 euro per l’affitto, e 600 euro per mangiare, vestirsi e pagare le bollette, 100 per l’assicurazione dell’auto, non gli rimangono nemmeno i soldi per pagarsi le vacanze, figuriamoci se ha i soldi per mantenere una famiglia. Eppure c’è qualche pennivendolo che considera Giovanni una sorta di parassita; per il politico trombone è sempre e solo un trinariciuto comunista; per il politico democratico…non è manco quello, è ormai Nessuno.
Senza contare il solito dirigente del Tesoro, che disprezzando, dall’alto del suo contratto milionario, il dipendente pubblico, ora gli vuole pure bloccare lo stipendio per 4 anni, perchè per lui Giovanni è un numero, un costo, un fastidioso peso economico in una società in cui insegnare ai giovani il valore della dignità dell’uomo, realmente libero e responsabile, può essere persino sospetto, certamente inutile.

 







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