Per 200mila docenti arriva stop scatti anzianità. In media 2mila euro mancata progressione carriera
Data: Giovedì, 03 giugno 2010 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Per gli insegnanti della scuola lo stop degli scatti di anzianità fino a tutto il 2012, previsto dalla manovra finanziaria firmata oggi dal Capo dello Stato, comporterà un mancato incremento stipendiale medio di 2mila euro lordi: la stima riguarda circa 200mila docenti che nei prossimi tre anni avrebbero dovuto usufruire del cosiddetto passaggio di 'gradone'.
Per i docenti il danno economico è particolarmente gravoso perché lo scatto di anzianità non avviene ogni due anni, come previsto negli altri comparti pubblici, ma ogni cinque-otto anni: quando l'insegnante raggiunge l'anzianità prevista, nella busta paga si applica, con modalità automatica, un incremento medio pari a quasi 180 euro lordi. (Apcom)

L'importo varia in base agli anni di anzianità acquisiti: a tal fine valgono pure quelli di pre-ruolo, anche se vengono conteggiati per intero solo i primi quattro anni di precariato.
Più si sale di anzinità, quindi, più il mancato aumento sarà maggiore: per un docente della scuola superiore con vent'anni di servizio alle spalle, ad esempio, con un importo lordo annuo attorno ai 28mila euro, lo scatto automatico corrisponde a quasi 3mila euro lordi (circa 250 euro al mese).
Per il personale non docente - amministrativi, tecnici ed ausiliari - il mancato passaggio da un 'gradone' all'altro comporterà un danno economico minore: un collaboratore scolastico neo assunto, ad esempio, che guadagna 14.900 lordi l'anno, per effetto del blocco ne perderà 290.
I sindacati della scuola in questi giorni hanno chiesto al governo di recuperare, alla fine del 2013, gli scatti sessennali che dovessero essere perduti per effetto del decreto e che per gli insegnanti sono l'unica forma di progressione della carriera: nel testo del dl la correzione, che avrebbe un impatto negativo anche sull'entità della pensione, non è stata però apportata. Per il personale della scuola l'ultima speranza, a questo punto, è che ci pensi direttamente il Parlamento.








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