Domani, 4 giugno, le date per la rinnovazione del concorso a ds.
Data: Giovedì, 03 giugno 2010 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Ripartire da zero con ogni probabilità avvantaggia tutti, perché toglie sospetti, mugugni e pure esasperazioni esasperanti, benché rimane il peccato originario dei ricorsi al Tar per chiedere tutte le sospensive possibili. E se le sospensive si sono allegramente accettate, si accetti anche la sentenza del CgaSicilia che, imponendo la ripetizione del concorso, forse potrebbe contribuire a rilasciare la serenità e la compattezza di cui la scuola ha bisogno soprattutto in questi tempi “alti e crudeli”.  E' vero che i presidi attualemnte congelati hanno sostenuto un corso di formazione faticoso e duro, ma è anche vero che gli altri hanno subito una umiliazione che forse non meritavano, ma come l'ha subita, seppure di natura diversa, chi ha creduto che il bando di concorso fosse inattacabile sul piano legale.

Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org



Giorno 4 giugno sapremo le date per la rinnovazione del concorso a preside in Sicilia, quel famigerato concorso nel quale sono entrati, sia chi aveva i titoli descritti dal bando e sia chi si è appellato al Tar che una sospensiva non la rifiuta a nessuno a norma, è giusto dirlo, di legge. E la legge è legge, per cui o la si accetta tutta o non la si accetta, non certamente in termini giuridici, ma morali. E  allora chi è entrato alla partecipazione del concorso con lo stratagemma del Tar, superandolo, dovrebbe accettare anche la sentenza del Cga senza altri escamotage, come la richiesta ai parlamentari siciliani della leggina per non ripetere il concorso, perché in questo modo non riconosce la funzione della legge, di cui si è servito, e ne cerca un’altra per prevaricarla. Una contraddizione che non fa bene a chi invece la Legge, con la L maiuscola, la rispetta in tutti i sui aspetti. Un po’ come sta succedendo in ambiti più alti con le leggi cosiddette “ad personam” di cui un poveraccio non si potrà mai avvalere, nel senso che mai potrà ottenerne una secondo le proprie esigenze. Questa considerazione mi serve per dire che la ripetizione del concorso, anche se non copre del tutto le falle che si sono create con quel sottile appello al Tar (del quale si sono serviti pure alcuni dei ricorrenti), renderebbe almeno trasparente una “competizione” (?) contestatissima (note un po’ a tutti) e  dalla quale dovrebbero uscire i migliori senza più ombre o dubbi e di cui tutti dovrebbero essere felici, proprio perché la direzione di una scuola, e soprattutto con la gestione autonoma, è faccenda tanto delicata e complessa, nobile e impegnativa, che non può essere affidata a chiunque o peggio ancora a chi è impreparato. Ecco perché credo che la rinnovazione delle prove sia a vantaggio un po’ di tutti, sia degli esclusi e sia degli attuali presidi congelati. Mi pare un modo, benché sempre carente per i suoi peccati originari, di rimettere tutti sullo stesso nastro di partenza e verificare chi siano effettivamente i migliori, sicuro che, dopo quanto è successo, la commissione farà fino in fondo il suo dovere. Qualche preside “congelato” (non saprei come definirli) mi diceva che comunque coi suoi colleghi ha fatto un corso duro e faticoso, per cui questo già sarebbe titolo di merito; dall’altra parte mi scrivono che gli studi fatti prima e durante danno loro uguali titoli, se non addirittura superiori visto che hanno sortito nessun effetto, se non quello di una ingiusta umiliazione. Ed eccolo il punto. Accertato, con una ampia base di sicurezza, che la commissione procederà (e non se ne dovrebbe dubitare) in scienza, coscienza e scrupolo alla designazione dei “migliori”  (termine olimpionico per capirci a volo), per chi vive di scuola e a scuola tutte le sue contraddizioni sarà felice di sapere che il suo dirigente è tale per valore e non per sospetto (presunto o vero) in un reciproco raffronto basato sulla lealtà e il merito.
Quel merito di cui oggi tanto si parla, ma che pochi praticano anche perché ancora sto cercando di capire il motivo per cui alle finanze c’è un ministro (seppure contestabile) di alto profilo internazionale nell’ambito della economia e alla istruzione uno che ha fatto, e per poco, il semplice avvocato e la scuola la conosce solo per averla frequentata al liceo e per giunta privato. Sicuramente (è lapalissiano) la ripetizione del concorso va a tutto danno degli attuali presidi, mentre avvantaggia tutti gli altri che hanno poco da perdere, viste le circostanze. In questo quadro sfocatissimo  qualche punto di merito lo acquisterà la scuola e i colleghi insegnanti e no che ogni girono fanno il loro dovere: guardando il proprio preside almeno potranno dire che è tale perché è preparato e di valore, senza altra ombra di sospetto e al di là di qualunque dubbio che non sia sempre quel peccato originale della sentenza di sospensiva del Tar.
PASQUALE ALMIRANTE









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