SCUOLA/ 1. Nove lingue a 9 anni? La scuola del futuro puņ cominciare subito
Data: Domenica, 30 maggio 2010 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Redazione


 

Garantire ai nostri figli una scuola, che competa nel confronto internazionale, e che li renda capaci di affrontare la sfida della crescita nel panorama sociale e culturale odierno (complesso, caotico, frammentato, rassegnato, irrazionale, disorientato: in crisi), è l’obiettivo delle nuove Indicazioni nazionali del Ministero per tutti gli ordini scolastici. Esse prevedono l’inserimento alla scuola dell’infanzia della lingua straniera e della matematica, implicando un’attenzione particolare, che in Italia è in pesante ritardo, ai processi d’apprendimento.

 

 Facciamo qualche esempio, per chiarire di che cosa parliamo. Apprendere lettura, matematica e musica è possibile già a partire dai 3 mesi. Un bambino a 4-6 mesi può iniziare a parlare; un bambino di 7 a muovere i primi passi e a leggere le prime parole e frasi. A un anno può riconoscere le note musicali e iniziare a suonare il violino. A uno e mezzo può imparare a leggere e un anno dopo arrivare a leggere anche dieci libri per bambini di prima-terza elementare ogni settimana, a risolvere moltiplicazioni, divisioni, equazioni, esercizi di geometria. A 3 anni può leggere romanzi; a quattro fare esercizi di ginnastica sull’asse di equilibrio o correre per 4,5 km senza fermarsi; identificare una composizione musicale leggendone lo spartito, piuttosto che studiare fiabe musicali e poemi sinfonici. Tra i 5 e i 9 anni può interpretare una parte in un’opera teatrale; a 6 leggere i classici di Dickens, fare ricerche usando l’enciclopedia, leggere e discutere i fatti riportati dai quotidiani. A sei anni e mezzo può suonare un minuetto di Bach al violino; a otto riprodurre a olio quadri di Van Gogh e Picasso, disegnare ritratti, nature morte, paesaggi usando tecniche diverse come matita, carboncino, china, tempera ad olio. Infine a 9 anni può arrivare a parlare 9 lingue diverse.

 

Non sono bambini geniali, questi, iperdotati, casi esistenti sì, ma numericamente rari. E non sono neppure bambini così fortunati, da esser vissuti in un ambiente eccezionalmente favorevole all’apprendimento. Sono invece bambini normali vissuti tra persone che conoscevano il funzionamento dei processi d’apprendimento, e che erano consapevoli della differenza tra apprendimento e istruzione (anche se non tra istruzione ed educazione). È evidente, che un bambino di quarta elementare dotato di intelligenza media può sostenere una conversazione contemporaneamente in inglese, francese, arabo, spagnolo, yiddish; ebraico, turco, tedesco e portoghese non perché trascorre l’esistenza seduto tra i banchi di scuola, ma in virtù delle vicissitudini della sua vita familiare (essere figlio di diplomatici, con un nonno spagnolo, e aver vissuto prima al Cairo, poi ad Haifa e infine in Brasile).

 da ilsussidiario.net







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