ISTAT: ITALIANI DISASTRATI, ANCHE 15ENNI SENZA TITOLO
Data: Giovedì, 27 maggio 2010 ore 14:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Secondo l'indagine Pisa (Programme for International Student Assessment), promossa dall'Ocse, il punteggio medio degli studenti italiani 15enni nelle competenze in lettura e' inferiore di 23 punti alla media internazionale (469 contro 492).
L'obiettivo della strategia di Lisbona per il 2010 di ridurre del 20 per cento il numero di studenti che registrano competenze nei due livelli piu' bassi (per l'Italia livello obiettivo pari al 15,1 per cento del totale degli studenti) e' lontano dall'essere raggiunto: nel 2006 oltre un quarto dei 15enni (26,4 per cento) ricade in questo segmento e la tendenza e' al progressivo peggioramento dei valori dell'indicatore (-19 punti complessivi tra 2000 e 2006).

Anche per le competenze in matematica e scienze i punteggi degli studenti italiani risultano sempre inferiori ai valori medi Ocse.

I livelli di competenza degli adulti sono in Italia tra i piu' bassi di quelli rilevati dall'Ocse. Nel 2003 quasi meta' dei 16-65enni consegue il punteggio piu' basso nelle capacita' letterarie e circa il 70 per cento presenta allo stesso tempo anche bassi livelli di competenza numerica e documentaria.

Netta la forbice tra i livelli di competenze raggiunte nei diversi indirizzi scolastici, con incrementi crescenti degli studenti che conseguono punteggi nelle fasce critiche spostandosi dall'area dei licei a quella degli istituti tecnici e professionali. Si evidenzia - sottolinea l'Istat - un meccanismo di autoselezione che orienta le iscrizioni dei meno brillanti verso gli indirizzi tecnici e professionali e quelle dei piu' capaci verso i licei. A conferma di cio', oltre il 55 per cento dei 14-17enni iscritti a un istituto professionale ha conseguito la licenza media con giudizio ''sufficiente'' e solo il 3,8 per cento con ''ottimo''; tra gli iscritti ai licei (classico, scientifico e linguistico), invece, le rispettive quote scendono al 24,8 e salgono al 26,4 per cento.

La posizione dell'Italia nell'alta formazione e' distante da quella di altri importanti paesi europei: nel 2007 hanno conseguito un titolo terziario (Isced 5 e 6) circa 60 persone (di qualsiasi eta') ogni mille giovani in eta' 20-29 anni, a fronte di un valore pari a 77 in Francia e valori superiori a 80 nel Regno Unito e in Danimarca.

La quota di chi ha conseguito il titolo in discipline tecnico-scientifiche (S&T) colloca l'Italia sotto la media Ue (12,1 a fronte di 13,8 per mille 20-29enni), poco al di sopra di Spagna e Germania e molto al di sotto di altri paesi di riferimento, come il Regno Unito e la Francia, che vantano rispettivamente cinque e nove laureati in S&T in piu', con differenze che salgono a nove e quindici se si considerano i laureati maschi (14,8 ogni mille). Nel confronto europeo la situazione e' lievemente migliore per le ragazze italiane, tra le quali si rilevano 9,4 laureate ogni mille 20-29enni, un valore poco superiore alla media europea, ancorche' inferiore di due punti rispetto a quello delle coetanee inglesi e francesi.

Nel 2008 il 62,7 per cento dei diplomati prosegue gli studi, iscrivendosi a un corso universitario. Il tasso di passaggio dei diplomati liceali e' superiore al 95 per cento, mentre si riduce a meno di un terzo per gli studenti in possesso di diploma professionale.

La maggiore propensione a iscriversi all'universita' si registra al Centro, con oltre 63 immatricolati ogni cento diplomati nell'anno scolastico precedente; il Mezzogiorno presenta valori in linea con quello medio nazionale, segnale di una robusta motivazione dei diplomati (relativamente pochi rispetto ai valori delle altre ripartizioni) a proseguire il percorso formativo, condizionata anche dalle ridotte possibilita' di accesso al mercato del lavoro.









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