Rivendichiamo i diritti costituzionali di cittadini e di insegnanti
Data: Domenica, 23 maggio 2010 ore 07:37:57 CEST Argomento: Opinioni
Rivendichiamo i
diritti costituzionali di cittadini e di insegnanti
Respingiamo con forza l'attacco alla libertà di espressione contenuto
nella circolare intimidatoria dell'USR dell'Emilia e nella risposta
gravemente insulsa della Gelmini. [...]
( riportato da fuoriregistro)
Sarà un caso che il primo serio tentativo di attacco aperto alla
libertà di pensiero degli insegnanti provenga dall'Emilia? E' una
combinazione dovuta alla presenza di un dirigente dell'USR troppo
zelante? Non lo sapremo, ma poco importa la dietrologia, stiamo ai
fatti. Con una circolare ai dirigenti scolastici il dottor Limina (che
oggi per questo ha il suo momento di celebrità) ha messo in chiaro,
senza peli sulla lingua, che gli insegnanti (e qualche preside dalla
testa calda è avvisato anche lui, implicitamente) non possono esprimere
liberamente ciò che pensano dell'amministrazione scolastica che sta
distruggendo la scuola pubblica.
Si guardino dal farlo e non dimentichino che loro sono solo dei servi e
come tali devono ubbidire al proprio superiore, altrimenti saranno
sanzionati!
Gli insegnanti devono capire che non sono più nel '68 e dovrebbero
avere interiorizzato che la "pretesa" di realizzare concretamente la
democrazia era assurda perché questa deve essere solo una "finzione",
da non prendere sul serio. Si pentirà poi amaramente quell'insegnante
che si volesse attardare ancora a reclamare diritti costituzionali,
senza capire che vale solo la Costituzione materiale scritta coi
decreti e le leggi degli ultimi governi che si sono succeduti.
Tante di queste hanno ormai già svuotata in parte quella del '48. E
tutti se ne devono fare una ragione.
Qualcuno, però, ha insinuato che era inutile dare importanza ad un
funzionario più "realista del re". Allora il "re", anzi la "regina"
(Gelmini) ha parlato anche lei in modo chiaro: "è lecito avere
qualsiasi opinione ed esprimerla nei luoghi deputati al confronto e al
dibattito", cioè non vieta ai docenti di esprimersi, ma che lo facciano
da eletti: "chi desidera fare politica, si candidi alle elezioni e non
strumentalizzi le istituzioni".
Per la Gelmini solo da parlamentare un insegnante può dunque criticare
il suo operato, nella sua funzione, invece, non può esprimere il suo
pensiero. Ciò è inaccettabile.
Non ci sembra un caso che si vogliano apertamente imbavagliare gli
insegnanti nello stesso momento in cui il governo sta procedendo a
tappe forzate per ostacolare il lavoro della magistratura e
imbavagliare l'informazione con la legge contro le intercettazioni
telefoniche.
Con gli ultimi decreti, e gli altri in agenda, questa legislatura, che
sta degenerando sempre più in senso autoritario, vuole rendere stabile
il regime attraverso la legiferazione.
Leggi che di fatto stanno uccidendo la Costituzione nel suo cuore
vitale, svuotandola di significato e violentandola.
Noi docenti, che formiamo le nuove generazioni ed abbiamo insegnato a
tanti bambini e a tanti ragazzi ad amare la Costituzione, a combattere
le mafie e ad essere cittadini liberi, ci rifiutiamo e facciamo
obiezione.
Non accetteremo gerarchie nella scuola, dove abbiamo praticato il
lavoro solidale e cooperativo e non rinunzieremo alla nostra libertà di
insegnamento e di pensiero.
Nel ricordare che vigono ancora gli artt. 3, 21 e 33 della
Costituzione, esprimiamo la piena solidarietà agli insegnanti emiliani
ed , in particolare, a Francesco Mele, fatto oggetto di indagine
ispettiva, dal chiaro sapore intimidatorio.
Difenderemo come cittadini e come insegnanti la Costituzione, nella sua
sostanza, e ci opporremo a tutte quelle leggi che vogliono ridurre
questo Paese ad un regime autoritario.
Il Forum Insegnanti
|
|