Dopo la circolare direttore Us Emilia, Pantaleo: bavaglio ai lavoratori; Gelmini: dai prof niente politica, chi vuole si candidi
Data: Sabato, 22 maggio 2010 ore 07:47:29 CEST Argomento: Rassegna stampa
Roma, 21 mag. (Apcom) - Il ministro dell'Istruzione, Mariastella
Gelmini, si schiera in difesa del direttore dell'Ufficio scolastico
regionale dell'Emilia Romagna, oggi duramente contestato da docenti,
personale e sindacati a seguito della circolare con cui invitava i
dirigenti a sensibilizzare i lavoratori della scuola nel non criticare
i tagli e le riforme al comparto istruzione.
"Condivido e sostengo pienamente - scrive in una nota il responsabile
del Miur - l'operato del direttore dell'Ufficio scolastico regionale
dell'Emilia Romagna dottor Marcello Limina che ha invitato tutto il
personale della scuola ad osservare un comportamento istituzionale".
Secondo Gelmini "è lecito avere qualsiasi opinione ed esprimerla nei
luoghi deputati al confronto e al dibattito. Quello che non è
consentito - sottolinea il ministro - è usare il mondo dell'istruzione
per fini di propaganda politica che nulla hanno a che vedere con i
compiti della scuola. Chi desidera fare politica - conclude - si
candidi alle elezioni e non strumentalizzi le istituzioni".
SCUOLA: GELMINI DIFENDE USR E.ROMAGNA, CHI VUOL FARE POLITICA SI
CANDIDI
(ASCA) - Roma, 21 mag - ''Condivido e sostengo pienamente l'operato del
direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna,
Marcello Limina che ha invitato tutto il personale della scuola ad
osservare un comportamento istituzionale''. Cosi' il ministro
dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Mariastella Gelmini,
in una nota.
''E' lecito - aggiunge il ministro - avere qualsiasi opinione ed
esprimerla nei luoghi deputati al confronto e al dibattito. Quello che
non e' consentito e' usare il mondo dell'istruzione per fini di
propaganda politica che nulla hanno a che vedere con i compiti della
scuola. Chi desidera fare politica si candidi alle elezioni e non
strumentalizzi le istituzioni''.
IL BAVAGLIO AI LAVORATORI E ALLE
LAVORATRICI
Il direttore dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna
ritiene che i lavoratori e le lavoratrici della scuola non possano
esprimere a mezzo stampa “posizioni critiche” nei confronti di un
Governo che sta smantellando, con tagli indiscriminati, la scuola
pubblica e ancora, ritiene “improprio” che gli stessi lavoratori
indirizzino ad alte autorità politiche appelli, richieste od altro per
rappresentare la gravità della situazione. Questo è quanto si legge in
una nota riservata dell’USR Emilia Romagna.
Questa comunicazione è inaccettabile e illegittima.
Rappresenta una gravissima lesione alla libertà di manifestazione del
pensiero e il tentativo di mettere il bavaglio alle legittime proteste
dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, tra l’altro alla
vigilia di una manovra che si prefigura pesantissima per l’occupazione
e le retribuzioni dei dipendenti pubblici.
L’unica risposta che attendiamo è il ritiro immediato della nota e le
dimissioni del direttore dell'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia
Romagna.
La parola è il mezzo con cui , civilmente e decorosamente le persone
dal fine intelletto, denunciano le illegalità, i disagi sociali, le
ingiustizie quotidiane. Persino l'arroganza di un potere che crede di
potere sopraffare tutti, non può , senza destare sdegno nelle persone
oneste, cancellare il più nobile dei diritti cioè “quello del libero
pensiero”.La parola onesta, giusta, corretta non deve mai essere
censurata, non può e non deve essere oscurata, perchè se così fosse, ci
sarebbe un serio attacco alla democrazia e ai valori fondanti della
nostra costituzione.Infatti l'art. 21 della Costituzione stabilisce che:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
In questi ultimi anni e sopratutto in questi ultimi mesi, mi indigno
spesso e non riesco ad essere indifferente, quando il primo ministro
del paese in cui sono cresciuto e sono stato educato, attacca lo
scrittore Roberto Saviano, che usa la “PAROLA” per denunciare problemi
sociali veri, reali, che dovrebbero insegnare a tutti noi l'importanza
delle parole e l'efficacia che esse potrebbero avere.
Leggendo la circolare del Direttore dell'USR Emilia Romagna , che
invita i docenti di tale regione a non criticare, per mezzo del propria
parola e del proprio pensiero, le direttive ministeriali e le politiche
governative sulla scuola, sono rimasto allibito e sgomento.
Ma che paese è un paese in cui si deve avere paura di usare la PAROLA?
Noi docenti viviamo di parole, con esse educhiamo e formiamo le
coscienze libere del futuro, ma temo che a qualcuno non vada bene,
perchè un popolo istruito e capace di usare la parola è un popolo
libero.Chi ci governa deve capire, se ci riesce, che noi docenti
utilizziamo e utilizzeremo sempre per il nostro lavoro tre valori
imprescindibili, l'ETHOS , il PATHOS e il LOGOS.
Io continuerò sempre, costi quel che costi, ad usare civilmente e
correttamente, la parola che contraddistingue il mio logos e spero che
insieme a me i colleghi dell'Emilia Romagna e di tutta Italia
condividano questa mia posizione.
Lucio Ficara (Presidente Provinciale
Proteo di Reggio Calabria)
Prof. Lucio Ficara
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