Intimidire, impaurire l’intero corpo docenti per smantellare una “massa pensante”
Data: Venerdì, 21 maggio 2010 ore 07:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Ne abbiamo
sentito di tutti i colori sulla scuola.
Da mesi assistiamo a polemiche senza fine, ad un intricato contenzioso
tra Ministero dell’Istruzione e precari, tra inserimento “a coda o a
pettine”, al decreto salva-precari, alla riforma delle superiori e al
riordino delle classi di concorso.
Senza mai pensare che dietro tutta questa inestricabile baraonda ci
sono esseri umani, laureati, educatori, professionisti. C’è la classe
dirigente di questo paese. Senza considerare che dietro i numeri, “la
macelleria sociale”, il taglio delle cattedre ci sono persone,
famiglie, storie.
Chi ci pensa al dramma di un trasferimento al nord di un quarantenne
con famiglia?
Chi si preoccupa delle condizioni di intere famiglie costrette ad
essere sradicate dalla loro terra, dalle loro case, e ad inserirsi in
una città sconosciuta ad oltre millecinquecento chilometri di distanza?
Chi considera l’inevitabile disagio psicologico, lo shock di piccoli
bambini che si vedono privati all’improvviso dagli affetti di un
genitore?
Chissà cosa avrà pensato, cosa avrà capito quel bambino che in una
calda e infelice mattina di fine settembre salutava dal balcone lo zio
che andava via a lavorare in Lombardia.
E quella giovane moglie siciliana che, alla fine delle vacanze di
Natale, al pensiero della partenza del marito, si sentiva male,
rivolgendosi persino alle cure della Guardia Medica.
E dei piccoli drammi quotidiani, delle incomprensioni, tra il marito
“emigrato” e la moglie rimasta a casa ad accudire i figli, alimentate
perlopiù dalle difficoltà di comunicare, dalla impossibilità, a volte,
di “connettersi”online!
Chi ripagherà tanta solitudine e tristezza? “E i telegiornali sono
diventati un’alternativa a Maria De Filippi – esclamava qualche tempo
un’insegnate precaria di Palermo nel corso di una manifestazione
nazionale – dove è tutto un puttanaio: ci parlano solo di puttane e di
puttanieri, non si parla dei problemi di questo paese e di quello che
accade. Una collega a Bagheria si è suicidata e non si è detto nulla,
altri colleghi hanno tentato il suicidio.”
La scuola pubblica sta affossando nella melma nell’indifferenza
assoluta. E d’altronde la società civile italiana fa fatica a
comprendere la situazione di degrado e di collasso della scuola; non è
semplice capire appieno il dramma che si sta perpetrando a danno di
un’intera generazione di educatori.
E forse è proprio questo l’obiettivo dei governati e dei responsabili
di questa sciagurata scelta: intimidire, impaurire l’intero corpo
docenti per smantellare una “massa pensante”in grado di stillare gocce
di pensiero e di cultura alle giovani generazioni, in grado di far
crescere e progredire l’intera società italiana.
“Astenetevi dal pensare, saremo noi a sorvegliare sui destini della
nazione”.
Lo stesso messaggio sentito dagli italiani da un balcone alcuni decenni
fa.
E finì in un’immane tragedia per tutti.
Adesso almeno lasciateci…facebook per comunicare con i nostri cari.
Angelo
Battiato (inviato speciale a
Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it
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