Le immagini della Luna da Smart-1
Data: Domenica, 06 febbraio 2005 ore 11:53:43 CET
Argomento: Associazioni


Arrivano sulla Terra le prime immagini della Luna inviate dalla navicella spaziale europea Smart-1. Si tratta di una serie di osservazioni sperimentali effettuate da un'altezza compresa fra 1000 e 5000 chilometri al di sopra della superficie lunare nelle quali viene mostrato in grande dettaglio il paesaggio e i crateri della Luna.

La SMART-1, partita il 27 settembre 2003 su un vettore Ariane 5 ha impiegato tredici mesi per arrivare sulla Luna. Nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 novembre 2004 la sonda ha fatto il suo primo volo ravvicinato intorno alla Luna ed è entrata in orbita stabile intorno al nostro satellite.

Nei due mesi successvi la sonda si è avvicinata a spirale sempre di più alla superficie lunare.

I primi quattro giorni dopo la cattura di SMART-1 da parte della gravità lunare sono stati i più critici per la missione. La sonda si trovava in un'orbita instabile, che la metteva a rischio di sfuggire all'attrazione del satellite oppure di schiantarsi sulla superficie. Per evitare questo, il sistema di propulsione a ioni ha fornito una spinta per stabilizzare la cattura.

La SMART-1, Small Missions for Advanced Research Technology-1, oltre ad essere una missione mirata all'osservazione del paesaggio lunare è soprattutto un importane esperimento tecnologico.

Si tratta di un progetto a costi relativamente ridotti il cui proposito principale è quello di testare un innovativo propulsore a ioni e di verificarne il funzionamento nello spazio su tempi abbastanza lunghi.

Questa sonda è stata, infatti, realizzata con un propulsore a ioni il cui funzionamento è basato sull'effetto Hall dal nome del fisico americano E. H. Hall che lo ha scoperto nel 1879. Secondo l'Effetto Hall una corrente che fluisce attraverso un campo magnetico crea un campo elettrico. Nel caso di SMART-1 il campo elettrico viene utilizzato per accelerare ioni di xenon, un gas inerte 131 volte più pesante dell'idrogeno e contemporaneamente con basso potenziale di ionizzazione. In questo modo, grazie alla potenza di 1300 watt fornita dai pannelli solari, il motore a ioni della SMART-1 riesce a imprimere alla sonda una forza pari a 0.007 Newton. Anche se si tratta di una spinta debole, se sostenuta a lungo in un ambiente privo di attrito com'è lo spazio interplanetario può portare a ottenere grandi velocità, tali da raggiungere mete importanti.







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