Buongiorno,

ho letto l'articolo in cui si parla di docenti "troppo vecchi".

Ho 54 anni, sono tornato nella scuola da 5 anni dopo aver lavorato a lungo nelle aziende private.

Ritengo che la mia esperienza professionale sia molto più preziosa della formazione universitaria, sulla carta, dei neolaureati aspiranti insegnanti (tra parentesi, al mio lavoro pregresso le graduatorie scolastiche hanno dato punti zero)

Soprattutto nell'ambito delle materie tecniche penso che sia più importante la disponibilità ad aggiornarsi che non essere usciti di fresco dall'università; saper valutare le tendenze e non seguire le mode.

Poi sarebbe da valutare la capacità educativa di persone che hanno vissuto una vita di famiglia normale.
Non mi pare che tale esperienza sia da denigrare rispetto a giovani laureati che stanno appena iniziando un percorso di vita.

Infine accennerei al vero problema della scuola: la lontananza dai problemi reali della vita tecnica ed economica, la lontananza dallo sperimentare concreto.
Questo è il nodo fondamentale e al riguardo sarebbe bene andare a rileggere "La scuola si è rotta" scritto da F. Antinucci quasi 10 anni fa.
Nell'ottica di una scuola "di bottega", l'esperienza di persone uscite dal mondo del lavoro sarebbe ben più preziosa delle nozioni imparate dai libri universitari.

Tornando ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di insegnanti direi: non fatelo! Dopo pochi anni vi ritrovereste frustrati e cerchereste soddisfazione nel secondo lavoro che poi diventerebbe primo e la didattica solo più un riempitivo (e di questo la vostra rivista ha mai parlato?)

Ultima domanda: e cosa dovrebbero fare le persone di 50 anni prima della pensione? Non pensate che semmai dovrebbero lasciare le aziende ai giovani e portare nelle scuole la loro esperienza?

Grazie dell'attenzione.

Distinti saluti

Luigi Chiaverina

P.S. il sottoscritto, ingegnere elettronico, si è re-iscritto all'università........

da wwww.tuttoscuola.it