Siragusa (PD): a Palermo 1100 posti tagliati il prossimo anno. Ghizzoni (PD): garantire attività al
Data: Mercoledì, 12 maggio 2010 ore 00:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Alessandra Siragusa: “Gli organici della Scuola nella Provincia
di Palermo subiranno nel prossimo anno l'ulteriore taglio di 1100 posti
tra docenti e personale ATA. Un tributo pesantissimo che sarà pagato
dalla scuola statale e che avrà come conseguenza classi sovraffollate,
personale a tempo determinato senza più lavoro, personale di ruolo in
soprannumero e costretto a spostarsi da una sede all'altra"
Manuela Ghizzoni : "La
sentenza della Consiglio di Stato ha un carattere pilatesco, che
tuttavia impegna il Governo a garantire le attività alternative
all’insegnamento della religione cattolica"
Redazione
Siragusa (PD): a Palermo 1100 posti tagliati il prossimo anno.
“Gli organici della Scuola nella Provincia di Palermo subiranno
nel prossimo anno l'ulteriore taglio di 1100 posti tra docenti e
personale ATA. Un tributo pesantissimo che sarà pagato dalla scuola
statale e che avrà come conseguenza classi sovraffollate, personale a
tempo determinato senza più lavoro, personale di ruolo in soprannumero
e costretto a spostarsi da una sede all'altra: il tutto alla faccia
della sbandierata continuità didattica”. E’ quanto si legge in una
interrogazione parlamentare presentata questa mattina dalla deputata
palermitana del Pd, Alessandra Siragusa. “Una siffatta situazione –
continua Siragusa – riduce notevolmente la qualità dell’offerta
formativa, in modo più pesante rispetto al resto del paese, impedisce
l'accoglimento delle richieste delle famiglie in ordine al tempo scuola
e mina il diritto allo studio degli alunni diversamente alibi”. “Il
ministro – chiede la deputata Pd – prenda atto dei gravissimi danni
arrecati alla scuola pubblica e la smetta con la politica dei tagli”.
Ora di religione, “Il governo garantisca le attività alternative”
L’on. Manuela Ghizzoni del Pd: “Un diritto messo in discussione dai
tagli alla scuola”. L’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in
commissione Istruzione alla Camera, commenta la sentenza del Consiglio
di Stato relativa all’ora di religione. Su questo tema la parlamentare
democratica ha presentato diverse interrogazioni nelle quali ha
evidenziato come in molte scuole le attività alternative
all’insegnamento della religione cattolica non vengano realizzate per
la pesante riduzione degli organici e per l’entrata in vigore delle
nuove norme che, in modo specifico nella scuola secondaria, hanno
previsto l’eliminazione delle ore a disposizione dei docenti. Ecco di
seguito la sua dichiarazione.
«La sentenza della Consiglio di Stato ha un carattere pilatesco, che
tuttavia impegna il Governo a garantire le attività alternative
all’insegnamento della religione cattolica. La sentenza, infatti, non
ritiene discriminatorio, per chi frequenta materie alternative o ha
scelto di non svolgere alcuna attività, che l’insegnamento della
religione cattolica venga valutata ai fini del credito scolastico, ma
solo per la quota di punteggio aggiuntivo (in media 1 punto) che viene
attribuito agli studenti dal Collegio dei docenti in considerazione
dell’assiduità della frequenza scolastica, dell’interesse e
dell’impegno nella partecipazione al dialogo educativo e alle attività
complementari ed integrative. Pertanto, per dimostrare che tale
punteggio aggiuntivo potrebbe essere conseguito anche da parte di chi
non si avvale dell’insegnamento di religione, Il Consiglio esprime un
severo monito contro le inadempienze ministeriali che diffusamente in
tutte le scuole del nostro Paese ignorano le richieste di attivazione
delle materie alternative in violazione del Concordato.
Questa è materia sulla quale la Gelmini deve pronunciarsi con chiarezza
perché è necessario garantire il diritto di tutti gli studenti a
seguire un percorso formativo all’interno di una scuola laica.
Chi chiede di non seguire l’ora di religione ha diritto all’ora
alternativa, come stabilito dall’Accordo tra la Santa Sede e la
Repubblica italiana sin dal 1984. Questo diritto viene invece messo in
discussione dai tagli alla scuola. Si rispettino perciò le sentenze, ma
le si leggano integralmente, cogliendone tutte le implicazioni
politiche: la sentenza impegna di fatto le istituzioni a garantire le
attività alternative».
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