Il dialetto nelle scuole
Data: Domenica, 09 maggio 2010 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


E al ministero dell’Istruzione confermano. «Anzi. Rivendichiamo con forza la necessità di queste conoscenze sui dialetti e le tradizioni locali per favorire la conoscenza dei luoghi in cui si vive, delle proprie radici». 

Insomma, i dialetti entrano nella vita degli studenti delle superiori, un tema molto caro alla Lega. Era stato il leader del Carroccio Umberto Bossi lo scorso Ferragosto a spiegare di essere pronto a preparare una legge. Il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, l’aveva accontentato subito con un ddl che voleva rendere obbligatorio il dialetto in tutti i cicli scolastici: dalla primaria passando per le medie fino alle superiori. Secondo la Lega l’insegnamento doveva essere affidato ad «insegnanti specializzati», con una competenza da verificare durante i concorsi di accesso alla professione. 

La proposta è stata accolta da mille polemiche e quindi in parte accantonata. Ora però si torna a parlarne in forma e toni diversi nella prospettiva - sottolineano le «Linee guida» - di portare gli studenti alla fine dei cinque anni di studi a «stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali». A lavorare su queste richieste è un gruppo tecnico nazionale che ha preparato una serie di «schede di lavoro» sulla base di un confronto che - spiega il ministero - ha coinvolto finora centinaia di istituti tecnici, associazioni professionali e disciplinari, parti sociali. 

Tra qualche giorno sarà possibile proporre emendamenti ai loro contenuti. Le proposte saranno quindi vagliate dal gruppo tecnico che a fine maggio dovrebbe predisporre le linee guida definitive. 

Insegnamenti comuni a tutti gli indirizzi sono lingua e letteratura italiana, lingua inglese, storia, matematica, diritto ed economia e scienze integrate. Le schede sono articolate per settore (economico e tecnologico), le materie sono molte e varie. Si studierà la Storia ma insieme con l’ecologia visto che tra le «conoscenze» che i ragazzi dovranno aver immagazzinato sono incluse quelle relative a «strutture ambientali ed ecologiche, fattori ambientali e paesaggio umano». L’insegnamento della Costituzione italiana è affidato ai docenti di Storia e a quelli di Diritto ed Economia e nello studio della geografia non si potrà trascurare di analizzare temi come lo squilibrio ambientale, l’ inquinamento, la sostenibilità e la bio-diversità. 

Nell’indirizzo «tecnologico» tra le conoscenze di «Diritto ed economia» dovranno essere incluse anche le regole per la redazione del curriculum vitae europeo e le tipologie di colloquio di lavoro (individuale, di gruppo, on line ecc.), conoscenze a cui il ministro Gelmini tiene molto per avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro.

di F. Amabile                 da www.lastampa.it





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