Gelmini: « L’albo regionale è uno strumento, l’obiettivo è innalzare la qualità della scuola»
Data: Sabato, 01 maggio 2010 ore 19:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
DA "IO DONNA" IN EDICOLA
«Stare a casa dopo il parto? Un privilegio»
Il ministro Gelmini a dieci giorni dalla nascita della figlia Emma
Wanda: «Sono poche quelle che si permettono l'assenza dal lavoro per
mesi. Bisogna fare dei sacrifici»
La ragazza del lago ora che è mamma ha perso quell’apparente fragilità
che intrigava tanto; sembra aver conquistato una forza e quindi una
autorità che le permettono di parlare in modo meno circospetto, come se
questo nuovo ruolo desse più tono all’altro, quello di ministro
dell’Istruzione. O forse è il luogo dell’incontro, la sua casa di
Padenghe sul Garda, a rivelare qualcosa di nuovo su Mariastella
Gelmini: quell’aria da padana dimessa, l’antivistosità sono davvero il
suo marchio estetico, applicato fin dentro le mura domestiche, tanto
che sorprende vedere l’auto ministeriale parcheggiata davanti a
un’abitazione modesta, la classica casa a schiera “da geometra”, più
adatta, pensi, a una maestra di paese che alla “figlia del predellino”,
la donna che il 18 novembre del 2007 in un’ora radunò a piazza San
Babila una folla straripante per l’annuncio della nascita del Pdl.
Anche la sala, dove la Gelmini concede a Io donna la prima intervista
da quando è nata Emma Wanda, non ha nulla di berlusconiano; ricorda
piuttosto certi salotti dei dirigenti leghisti brianzoli, pareti rosa
con finte boisserie, mobili decisamente in stile. Qui Mariastella ha
anche l’ufficio, fax, computer. Si muove con gentilezza, è gentile con
i dirigenti che la chiamano da Roma («ogni tanto raggiungono il lago
per le firme» dice), è piena d’energia, racconta che interrompe il
lavoro solo per allattare Emma. Mentre parliamo la tiene in braccio,
ancora un po’ impacciata: «Sarò a Roma con lei a partire dalla fine del
mese, torneremo nei fine settimana con il Frecciarossa».
Subito in pista, come Ilaria D’amico su La7. Ha seguito le polemiche
per le sue dichiarazioni sul fatto di potersi permettere un rientro
così rapido, a differenza di altre donne meno fortunate?
La gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di
beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti
più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre
donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non
vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte.
Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare
a casa.
Lo giudico un privilegio.
Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo,
per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il
lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono
davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare
sacrifici.
La sua proposta di un reclutamento regionale degli insegnanti sembra
avvallare le critiche di Fini su un Pdl schiacciato sulla Lega.
L’albo regionale è uno strumento, l’obiettivo è innalzare la qualità
della scuola. Trovo insopportabile, come la gran parte dei genitori, il
turnover degli insegnanti. Bisogna avvicinare il luogo di lavoro al
luogo di residenza.
Lei vuole la scuola del merito, ma una selezione su base regionale lo
garantisce?
Nessuno è escluso, se un insegnante di Palermo vorrà lavorare in
Lombardia potrà farlo, a patto di garantire almeno due anni di
residenza. La scuola deve restare l’istituzione che più rappresenta
l’unità del Paese. Ma il centralismo attuale non sta dando risultati.
Neanche l’autonomia degli istituti ha prodotto meraviglie.
Sono d’accordo, ha prodotto il caos, l’anarchia. Indisciplina. Alle
superiori abbiamo contato 500 sperimentazioni, le più assurde, e poi i
"progettifici" con i fondi europei. Ecco perché questa sarà la
legislatura che porrà fine a questo andazzo e alla deriva lassista.
Propositi gentiliani. Soddisfatta del ripristino del voto in condotta?
Giovanni Gentile è stato un ministro insuperato, il più grande. Stimo
anche Giovanni Berlinguer, peccato che la sua riforma meritocratica sia
stata affossata dalla sinistra. Il voto in condotta è stato un primo
segnale importante, anche gli insegnanti di sinistra l’hanno utilizzato
volentieri contro il bullismo e per ottenere ordine in classe. Ma
tornando all’autonomia, gli insegnanti saranno reclutati su chiamata
diretta da parte delle scuole in base al merito: chi fa bene guadagna
di più, chi sbaglia paga. Ognuno è artefice del proprio destino. E il
sindacato sarà destinato ad avere un ruolo sempre meno dominante.
Gli incentivi agli insegnanti arriveranno dai risparmi fissati dalla
Finanziaria. Li può quantificare?
Si tratta di tre miliardi, da spendere in tre anni. Non a pioggia, ma
sulla base di esperienza e curriculum. Secondo un sondaggio della
fondazione Agnelli sono gli stessi insegnanti che vogliono essere
valutati.
Emma andrà alla scuola pubblica?
Andrà in una buona scuola, pubblica o paritaria non importa. E comunque
l’aumento delle iscrizioni alle paritarie è dovuto a un dato
innegabile, la scuola pubblica è in crisi e per salvarla non basta il
governo, devono contribuire i sindacati e i dirigenti, spesso poco
attenti agli sprechi.
Perché Francesco Saverio Borrelli non è stato riconfermato alla
presidenza del Conservatorio di Milano?
Non c’entra la politica, nessun pregiudizio sulla persona, che stimo.
Ma ci voleva un ricambio generazionale. Purtroppo l’incarico al nuovo
presidente è avvenuto il giorno prima del parto e non ho potuto
chiamare Borrelli. Lo farò presto.
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