IMMISSIONI IN RUOLO? NO, GRAZIE!
Data: Lunedì, 31 gennaio 2005 ore 06:00:00 CET
Argomento: Opinioni


IMMISSIONI IN RUOLO? NO, GRAZIE!

Pare che la proposta di immissione in ruolo di 90000 precari del senatore Valditara sia piaciuta un po' a tutti i docenti. Chi volete, infatti, che vada a impelagarsi con una questione di principio, quando è in gioco un posto di lavoro sicuro per tutta la vita? Dunque, secondo un sondaggio della Gilda, il 61 % dei docenti si è mostrato ampiamente favorevole.
E tutti loro sanno bene, ( perchè gli insegnanti, qualcuno a volte ne dubita, ma sbaglia, sono intelligenti e sanno ragionare), e capiscono anche che dietro la proposta del senatore Valditara si nascondono le insidie della demagogia.
Ma c'è qualcuno ( leggi alcuni amabili sindacati)  cui questa proposta così allettante non è piaciuta e che si ostina a ignorare la voce più importante, quella della base. Con quali motivazioni? Le seguenti: Valditara è un politico e fa gli interessi del suo partito; la finanziaria è poco seria; i precari hanno detto sì...perchè in condizioni psicologiche di debolezza!
Ma guarda un po' quale considerazione si ha dei precari: si lasciano convincere perchè, poverelli, avviliti e oppressi, non sanno più ragionare!
E nel frattempo cosa fanno gli abili e camaleontici sindacati?  Propongono ciò che conviene... a chi non si sa: far sì che, cavillosamente, si rispetti la legge 143 sul precariato scolastico, legge con la quale si sarebbe dovuto riportare pace tra i precari ed invece si sono solo creati nuovi focolai di protesta, fare in modo di attivare nuove sanatorie abilitanti, perché di precari nelle graduatorie ce ne sono pochi,  far chiarezza su titoli e titoletti, da valutare o svalutare nelle graduatorie permanenti
E infine  far sì che nella fase transitoria verso la "nuova scuola" si risolvano tutti i problemi del vecchio precariato, attraverso un perenne rinvio delle immissioni in ruolo o, peggio, una rottamazione di massa del vecchio, giurassico precario!
Insomma, a che gioco giochiamo? Boh!
Da tale ambiguità sorge comunque spontaneo, dal profondo del cuore, un imperioso invito: sindacati go home!

                                                  Silvana la Porta







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