E bocciare non serve
Data: Martedì, 27 aprile 2010 ore 12:32:54 CEST
Argomento: Rassegna stampa


“La bocciatura come rimedio non funziona. Ormai è scientifico. Lo rileva l'Invalsi nell'ambito degli studi sui risultati dei test di apprendimento condotti nel corso dell'a.s. 2008/2009 sul campione alunni di seconda e quinta primaria.” Lo fa rilevare, in un articolo di Italia Oggi,  Giovanni Scancarello,  a riprova dunque che le forme di punizioni oltre misura, la estrema rigidità di giudizio giovano a poco. E’ dunque in classe che bisogna recuperare quanto più è possibile l’alunno, come insegnava don Milani nella sua Barbiana. 

Il dato, osservato dall'Invalsi sugli alunni posticipatari del campione, è statisticamente rilevante soprattutto se associato alla progressione della carriera scolastica degli alunni. In seconda sono più del 6,12 per l'italiano e 2,2 per la matematica i punti di distacco dal punteggio fatto registrare dai posticipatari dal quello dello studente tipo (cioè uno studente del nord). In quinta il distacco aumenta fino a far registrare un meno 7,06 punti in italiano e 4,90 per la matematica. Di converso, per gli anticipatari accade esattamente il contrario. Per gli alunni anticipatari, si nota infatti come l'indice di ritardo in lettura e matematica in seconda (rispettivamente – 0,52 e -3,53) si converte in positivo in quinta (+2,58 +2,05). Il dato, oltre a confermare l'inefficacia terapeutica della bocciatura, potrebbe addirittura porre un problema biografico dello studio nel nostro Paese, con gli alunni ritardatari e anziani sempre più in difficoltà e quelli più giovani, gli anticipatari, in progressivo vantaggio. Un dato che, se confrontato con quello che emerge dai risultati di apprendimento rilevati dall'Ocse e dalla Iea (con i programmi Ocse Pisa e Iea-Timms e Pirls), conferma una volta di più come gli studenti più in difficoltà siano i ripetenti che arrivano in terza media a 15 anni e chiudono in ritardo il ciclo dell'obbligo.






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