Report del 25 aprile 2010: il futuro è passato
Data: Lunedì, 26 aprile 2010 ore 21:19:13 CEST Argomento: I video della scuola
Report del 25 aprile 2010
Il futuro è passato
di
Michele Buono, Piero Riccardi
A cosa serve la spesa sociale? Il welfare è solo uno dei tanti costi
del bilancio dello Stato? E le pensioni, davvero si sta spendendo
troppo e i conti sono fuori controllo?
Uno dei motivi certi di preoccupazione per la spesa pensionistica è
l'invecchiamento della popolazione e l'aumento della vita media dei
cittadini nei paesi sviluppati. È il dato di fatto da cui partono
alcuni, per affermare che l'unica soluzione possibile è diminuire le
pensioni e dire ai cittadini che ognuno si arrangi da sé, magari
affidandosi a fondi, banche e assicurazioni che investono la pensione
nei mercati azionari. Ma è davvero così?
Abbiamo cercato di capire cosa c'è di vero in questa impostazione, se
davvero i conti non tornano, se l'invecchiamento è la principale causa
di preoccupazione per chi fa i conti della previdenza. Nel corso della
nostra inchiesta è emerso però che a parte l'invecchiamento, che è una
realtà, soprattutto ci sono meno giovani che lavorano e contribuiscono
alle casse previdenziali. Poi c'è un'altra causa, meno visibile ma
altrettanto grave: parliamo di quello che gli economisti chiamano il
lavoro cattivo, quel lavoro precario e atipico che produce pochi
versamenti contributivi oltre che basse retribuzioni. LIres-Cgil ha
calcolato che in Italia esistono 49 forme contrattuali diverse, la gran
parte delle quali rendono non solo più flessibile il rapporto di
lavoro, ma lo precarizzano, incidendo tra l'altro sulla capacità
contributiva di un sempre maggior numero di lavoratori. Salari bassi e
lavoro precario, a tempo parziale e dal futuro incerto, influiscono
sulla capacità dei giovani a metter su famiglia, ad avere dei figli,
contribuendo così all'invecchiamento della popolazione. Il 70% dei
lavoratori sotto i 35 anni ha uno stipendio medio di meno di 1000 euro
al mese.
Nel corso della nostra inchiesta è emerso anche che quella che viene
definita anomalia Italia, ovvero che in Italia si spende troppo
rispetto agli altri paesi europei per le pensioni, non risponde al
vero. Nella pratica le differenze di dati e i criteri di calcolo
confrontati con quelli degli altri paesi europei, dimostrano che la
spesa italiana è in linea e persino sotto la media europea. Così come
un altro dato che ci viene sottoposto continuamente che dipinge l'Italia
come un paese di invalidi: lItalia spende al di sotto della media
europea e a livello di Portogallo e Grecia.
Un viaggio nel mondo del popolo dell'Inps e dell'Inpdap per cercare di
capire cosa aspetterà a chi andrà in pensione tra 20, 25 anni. Perché a
preoccupare non sono i conti, ma la destrutturazione del mercato del
lavoro. I giovani non devono prendersela con chi è in pensione oggi ma
con il loro lavoro cattivo. E lì che bisogna agire.
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