Tra punizioni corporali, ronde e telefonini hard, la scuola cerca la sua strada.
Data: Domenica, 25 aprile 2010 ore 09:20:37 CEST Argomento: Redazione
Negli
Usa hanno riscoperto le punizioni corporali per i ragazzi delle scuole,
ormai troppo arroganti e prepotenti, e così una cittadina di appena
600mila abitanti ha deciso di tornare alla pratica della bacchetta su
richiesta di alcuni genitori, convinti che solo i vecchi metodi
educativi possano garantire ordine e rispetto.
E in espansione, sembra, la tendenza a sfruttare gli istinti sessuali
dei compagnetti per fare soldi, come riporta un sito internet di
studenti: foto hard in ambio di una ricarica telefonica.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org
Negli Usa hanno riscoperto le punizioni corporali per i ragazzi delle
scuole, ormai troppo arroganti e prepotenti, e così una cittadina di
appena 600mila abitanti ha deciso di tornare alla pratica della
bacchetta su richiesta di alcuni genitori, convinti che solo i vecchi
metodi educativi possano garantire ordine e rispetto. E da quando lo
scudiscio è tornato in auge nelle 14 scuole della città, il
comportamento dei ragazzi è migliorato sensibilmente anche se finora
pare sia stato usato solo su uno studente. Chi gli abbia somministrato
la dose di legnate non è detto, né la quantità, né la posologia, ma il
risultato sembra lusinghiero. In ogni caso le punizioni corporali sono
legali in 20 Stati americani, soprattutto nel Sud, benché il loro
utilizzo è in diminuzione. L’Ohio ci ha rinunciato l’anno scorso e una
sottocommissione della Camera, guidata dalla democratica Carolyn
McCarthy, sta facendo in modo che vengano vietate del tutto e ovunque.
Tuttavia non bisogna dimenticare che i gesuiti per insegnare usavano
con assoluta disinvoltura questa pratica, ottenendo risultati
meravigliosi, se è vero che nel latino, greco e ebraico erano maestri
in tutto il mondo. Con ogni probabilità si otterrebbe molto di più, e
con notevole risparmio di denari, se al posto di tutti i ritrovati
didattici più innovativi, e pure della pedagogia del permissivismo, si
rispolverasse la mitica bacchetta, di salice preferibilmente.
Come si capisce giochiamo su questa notizia americana, ma se il papà di
quella signorina italiana quattordicenne, che mandava le sue foto nuda
sul cellulare dei compagni e no in cambio di una ricarica telefonica,
avesse usato la cinghia alle minime sbandate autonomistiche, forse non
si sarebbe visto arrivare i carabinieri a casa e nemmeno una denuncia
per non avere protetto la minore. Anche questo fenomeno sembra in
espansione, quello di sfruttare gli istinti sessuali dei compagnetti
per fare soldi, come riporta un sito internet di studenti. Altre
ragazzine infatti sarebbero pure disposte a ben altre performance pur
di comprarsi vestiario griffato, permettersi onerosi lussi e pure
qualche dose di fumo. Non ci solleviamo a moralisti, ma la società sta
cambiando e siccome la scuola è il suo specchio, i recettori più
sensibili sono proprio i ragazzini in età evolutiva che, cercando
modelli cui adeguarsi, si rifanno ai loro miti televisivi e se il loro
invito è: Dalla!, la danno, con buona pace delle famiglie che ancora
tengono al decoro. In questo guado però ci sono pure i professori che,
tra la Scilla della società e la Cariddi della scuola, spesso fanno
affondare la nave odissea e permettono che nella loro classe ben 16
ragazzi si alzino dal posto, si mettano in cerchio attorno a due
bulletti per nascondere il sesso orale cui hanno costretto una loro
compagna. Non si sarebbe accorto di nulla perché interrogava, ha detto
il professore di francese, ma una diecina e più di banchi vuoti sono
inammissibili, insieme al fatto che durante le interrogazioni, che è il
momento più importante della intera attività educativa, tutti devono
stare attenti e nessuno può fare i cavoli (o altro ortaggio nel caso
specifico) propri.
Ma non finiscono qui le notizie singolari che pervadono il mono della
scuola e in modo particolare quello dei ragazzi che la frequentano. In
una scuola del nord Italia si è creata una ronda di 18 studenti, come
quelle del mito leghista per le città, chiamata “Squadra S.O.S.”,
dove l’acronimo sta per “Supporto alle Operazioni di Soccorso”. L’idea
pare sia partita addirittura dal preside che, a occhio e croce,
dovrebbe essere di origine siciliana, a dimostrazione che quando
emigriamo sappiamo superare i migliori maestri, scavalcandoli a piè
pari. E infatti dopo qualche perplessità, nata dalla sua idea,
tutti: alunni, docenti e genitori, sono rimasti entusiasti e
addirittura sono partite moltissime candidature per avere un posto di
privilegio nelle squadre S.O.S. Per la scuola, ha detto il
dirigente, si tratterebbe di uno strumento in più per prevenire
possibili casi di bullismo o semplici intemperanze che possono accadere
durante la ricreazione. Sembra tuttavia che casi di bullismo conclamati
non ce ne siano più stati, proprio perché la strategia della ronda
sarebbe quella di coinvolgere i ragazzi più disinvolti e irrequieti
alla vita della scuola. E se non riescono a coinvolgere i bulli, cosa
faranno queste squadre? Sono dotate di strumenti particolari, come
quelle più famose dei leghisti padani? Sinceramente ci sembra una
sciocchezza, anche perché l’unica arma legale a loro disposizione è la
delazione, la denuncia al preside di eventuali atti di bullismo con
tutte le conseguenza per la loro e l’altrui incolumità. Tranne che da
“ronde” si trasformino in squadre, con quel potere in più che può
legittimare violenze maggiormente subdole e sottili.
PASQUALE ALMIRANTE
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