Anche Formigoni prima o poi dovrà fare i conti con il dettato costituzionale
Data: Venerdì, 23 aprile 2010 ore 08:11:52 CEST Argomento: Rassegna stampa
E'
singolare che per una siffatta sperimentazione Formigoni ritenga che
non sia necessario cambiare le leggi. Interpretando pienamente uno
stile di governo che non ha regole da rispettare (la GELMINI SPA)
sostiene che per realizzare tale innovazione in forma sperimentale ci
sia solo bisogno di un accordo con il governo. Annuncia anche che
avrebbe trovato un “terreno favorevole sia con i sindacati sia con i
professori”. I sindacati tutti, anche quelli che apprezzano la
devastazione governativa della scuola pubblica, hanno negato tale
disponibilità. Di fronte a tale apparato mistificatorio propagandistico
mi sembra necessario riproporre lo stato della normativa esistente e le
sue possibili linee evolutive. di Osvaldo Roman (Da Flc)
In Lombardia il Carroccio
rispetto alle Europee perde elettori ma in percentuale passa dal 22,7%
al 26,2. IL Pdl è al 31,78% Il Centrodestra raccoglie il 58% di quel
64,6% di votanti. Questi sono i numeri ma Formigoni ritiene che l’88%
dei cittadini lombardi è d’accordo con la sua politica!
Partendo da questa fasulla presunzione di onnipotenza, in una
compiacente intervista elargitagli dal Corriere della Sera, nei giorni
scorsi Formigoni ha illustrato come nuove le vecchie ricette sulla
privatizzazione della scuola pubblica che Comunione e Liberazione
ricicla periodicamente da almeno quaranta anni. Formigoni dice di
essere stufo di vedere la scuola italiana agli ultimi posti in Europa e
di vedere i professori depressi a causa di un sistema che non
garantisce la qualità. La Gelmini non c’entra evidentemente nulla con
questa depressione!
La riforma di CL-Formigoni, riproposta anche nell’ultimo Miting,
prevede uno stop alle graduatorie nazionali(sic!) con il reclutamento
diretto dei professori da parte delle scuole su base regionale e
prevede l’assoluta parità tra istituti statali e istituti privati
grazie al potenziamento della “dote” scuola.
Formigoni sostiene che tale modello ricalchi la riforma della sanità
del 1997 e lo vuole sperimentare anche prima dell’approvazione delle
nuove leggi che il PDL in concorrenza con la Lega si accinge a far
discutere in Parlamento. La Lombardia chiede al governo di fare da
apripista e di sperimentare il “nuovo modello” e avrebbe in tal senso
avuto assicurazioni dalla Gelmini.
E singolare che per una siffatta sperimentazione Formigoni ritenga che
non sia necessario cambiare le leggi. Interpretando pienamente uno
stile di governo che non ha regole da rispettare (la GELMINI SPA)
sostiene che per realizzare tale innovazione in forma sperimentale ci
sia solo bisogno di un accordo con il governo. Annuncia anche che
avrebbe trovato un “terreno favorevole sia con i sindacati sia con i
professori”. I sindacati tutti, anche quelli che apprezzano la
devastazione governativa della scuola pubblica, hanno negato tale
disponibilità.
Formigoni sostiene che dopo aver premiato gli studenti adesso vuole
premiare gli insegnanti. Allo sbalordito, ma compiacente,
intervistatore che gli chiede come realizzare l’innovazione il
Presidente lumbard sostiene che deve essere la scuola a scegliere gli
insegnanti. E denuncia, dimostrando di voler mistificare volgarmente la
realtà in atto, che “adesso esistono le graduatorie nazionali” da cui
arrivano le nomine per le scuole. E tali graduatorie ( gli ricordiamo
che sono anche provinciali e comunque concorsuali) sarebbero piene di
gente che “vuole fare il professore perché non ha nulla di meglio da
fare”.
Questa precaria situazione dovrebbe essere sostituita dalla
costituzione di albi regionali “da dove le scuole pescherebbero in base
al merito”. Naturalmente Formigoni non spiega come verrebbe individuato
questo merito. Ma conoscendo i metodi e la filosofia di CL lo possiamo
immaginare. I nominati dovrebbero essere innanzitutto amici della
parrocchietta aventi in comune con le famiglie (la loro maggioranza?)
di quella scuola il senso della vita senza il quale non vi è una buona
educazione. Ognuno nominerebbe i propri amici! Proprio come nella
sanità. Tali albi regionali non sarebbero destinati ai residenti
lombardi (qui la distinzione con la rozza proposta della lega che forse
proprio per qualche limatura su questo punto non è stata ancora
stampata dalla Camera) ma aperte a chi garantisca la permanenza (
magari con la residenza e il possesso di un idoneo domicilio) nel
territorio per almeno un ciclo di studio di 5 anni. Ciò per evitare
turn over frenetici come succede adesso.
Poi dimenticando che il contratto del personale della scuola non viene
e non verrà rinnovato e che in sua assenza i docenti percepiranno un’
indennità di vacanza contrattuale di 8 euro lordi al mese e ignorando
che 133 mila posti, di docenti, ATA e di Dirigenti, saranno eliminati
entro il 2012, conclude la fantastica intervista favoleggiando
sull’estensione della “dote” anche agli insegnati meritevoli: “tutti
gli insegnanti devono avere come i dirigenti una quota di retribuzione
per il merito”.
Per “dote” naturalmente intende quel contributo finanziario riservato
in Lombardia di fatto solo a chi sceglie di frequentare le scuole
private. Un contributo che promette di incrementare per passare al
finanziamento diretto delle scuole. La Costituzione e il suo articolo
33 evidentemente sono per Formigoni un inutile orpello.
Ma non è escluso, me lo auguro vivamente e tutti dovremmo fare in modo
che questo accada, che prima o dopo sulla inderogabilità di quel
principio anche Formigoni ci debba sbattere il muso.
Di fronte a tale apparato mistificatorio propagandistico mi sembra
necessario riproporre lo stato della normativa esistente e le sue
possibili linee evolutive.
La situazione normativa vigente prevede che si possa accedere al
ruolo(nomina a tempo indeterminato) con le graduatorie provinciali ad
esaurimento(50% dei posti deliberati dal Governo) e con le graduatorie
regionali conseguenti al concorso per titoli ad esami del 1999(l’altro
50%).
Con la nomina i vincitori conseguono una sede provvisoria che l’anno
successivo, dopo la prova, viene lasciata o confermata con la procedura
di mobilità territoriale (trasferimento).
Con il conseguimento della sede di titolarità nasce l’obbligo di
permanenza per 5 anni in tale sede.
Di fatto con il precedente movimento spesso si esce dalla Provincia o
Regione in cui si è vinto il concorso. E’ su questo meccanismo che si
potrebbe intervenire per ottenere una reale continuità di servizio.
Non esiste un obbligo di residenza per concorrere ai concorsi
regionali. Dopo la nomina in ruolo si deve dichiarare il domicilio in
località compatibile con il servizio svolto. Anche questo aspetto può
essere ulteriormente precisato.
Il Decreto (predisposto dal MIUR ai sensi del comma 3 dell’art.17 della
legge 400/88) sulla prima formazione, attualmente in corso di
definizione, è stato realizzato in base al comma 416 della legge
finanziaria 2008 (Legge244/07). Esso non prevede, contrariamente a
quanto stabilito nel suddetto comma 416, le modalità di reclutamento.
Il suddetto comma 416 ha abrogato l’art 5 delle legge delega Moratti(
L.53/2003 e il relativo Decreto legislativo 227/2005).In tale Decreto
si prevedevano (art.5) gli albi regionali.
Il comma 4-ter dell’art.64 della legge 133/08 ha stabilito che “le
procedure per l'accesso alle Scuole di specializzazione per
l'insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese
per l'anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli
adempimenti di cui alle lettere a) ed e) del comma 4.(i Regolamenti)”.
Il dibattito attuale sul reclutamento è caratterizzato da molteplici
sortite propagandistiche dei vari esponenti governativi a cui si
affiancano quelle già esaminate del Presidente Formigoni.
Di fatto ad oggi il testo della proposta di legge Goisis n.3357 di cui
si parla molto, non è ancora disponibile alla Camera. L’unico
riferimento parlamentare è rappresentato dal testo presentato dalla
Lega al Senato (Pittoni n.997).
In esso si prevedono:
1) albi regionali cui si accede previo test con punteggio attribuito da
una commissione di nomina ministeriale con criteri non definiti, previo
possesso dell’abilitazione e della residenza nella regione.
2) le scuole singole o associate possono indire concorsi a cui
partecipano solo gli iscritti all’albo regionale. Tali concorsi
valutano le caratteristiche culturali generali ed in qualche modo
ideologiche dei candidati. Le commissioni sono costituite dalle scuole.
3) Le nomine riguardano il 100% dei posti vacanti e messi a concorso.
Si abolisce l’aliquota del 50% attualmente assegnata alle graduatorie
ad esaurimento e si cancellano i diritti degli oltre 200.000 aspiranti
da un decennio in attesa di nomina in una graduatoria concorsuale.
Sembra difficile che una simile ipotesi possa realizzarsi.
Alla luce di questi dati di fatto sembra evidente che la
sperimentazione di cui parla Formigoni non ha alcun senso giuridico a
meno che non si voglia realizzare un colpo di mano come quello
effettuato con l’ Intesa sulla formazione professionale, poi rimasta
lettera morta fino all’emanazione del Regolamento sull’Istruzione
professionale.
Più praticabile sembra invece la possibilità che un nuovo modello di
reclutamento possa eventualmente accontentarsi di occupare il 50% dei
posti attualmente assegnati al concorso ordinario per titoli ed esami.
Resta il problema che con i tagli agli organici dei docenti previsti
dall’art. 64 della legge 133/08 (87.000 posti al 2012 che diventeranno
100.000 al 2014 quanto si completeranno le cosiddette riforme della
secondaria superiore e della primaria) di posti per i concorsi non ce
ne saranno!
Mi sembra molto evidente che le proposte della Lega e del PDL sono solo
di natura propagandistica atte a lanciare messaggi al loro elettorato
nello stile ormai tradizionale della destra.
Ovviamente su tale terreno occorre affrontarli in termini ravvicinati
con iniziative sul territorio in tutte le realtà del Paese.
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