Scuole meno sicure al Sud
Data: Venerdì, 23 aprile 2010 ore 07:55:28 CEST Argomento: Redazione
A
un anno e mezzo di distanza dal crollo di Rivoli, dopo le mille
promesse di fondi per rendere più sicure le scuole, che cosa resta?
Che in Conferenza Stato-Regioni si è discusso di quella che
sembra una beffa: un taglio ai fondi stanziati per la messa in
sicurezza delle scuole del sud. Nel frattempo, in un’intervista il
ministro dell’Istruzione Gelmini annuncia un aumento degli stupendi per
gli insegnanti più bravi provocando le proteste dei sindacati che
chiedono risorse. (da La Stampa -Flavia Amabile)
FLAVIA AMABILE
A un anno e mezzo di distanza dal crollo di Rivoli, dopo le mille
promesse di fondi per rendere più sicure le scuole, che cosa resta? Che
ieri in Conferenza Stato-Regioni si è discusso di quella che sembra una
beffa: un taglio ai fondi stanziati per la messa in sicurezza delle
scuole del sud.
Nel frattempo, in un’intervista il ministro dell’Istruzione Gelmini
annuncia un aumento degli stupendi per gli insegnanti più bravi
provocando le proteste dei sindacati che chiedono risorse. «Gli aumenti
vanno inseriti nell’ambito di una trattativa - sottolinea Mimmo
Pantaleo, segretario della Flc Cgil - e va sottolineato comunque che
mentre si discute di cose che verranno, le retribuzioni dei professori
sono state tagliate ripetutamente e quest’anno sono stati stanziati
soltanto 8 euro di aumento. Mi pare che ci sia un’incongruenza in tutto
ciò».
E sono proprio i fondi il nodo del contendere anche sulla sicurezza
nelle scuole. La Conferenza infatti vuole cambiare il meccanismo di
divisione dei fondi: prima si assegnava alle regioni meridionali l’85%
delle risorse ora si intende stabilire i parametri della ripartizione
in base alla popolazione studentesca e al tipo di scuole.
«Alcune regioni, anche la mia, non condividono questo provvedimento che
utilizza ancora una volta i fondi Fas» - ha chiarito Vito De Filippo,
presidente della Regione Basilicata. «Questa è l’ennesima puntata di un
romanzo dal titolo ’Lo scippo dei fondi Fas’ che tocca soprattutto le
regioni del Sud». Soddisfatto, invece, il presidente della Regione
Piemonte Roberto Cota: «Qualcuno vuole di più ma sono soldi che
arrivano e questo è importante, è una cosa positiva». Anche il
segretario della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo è contrario: «Non si tiene
conto del fatto che al Sud la situazione delle scuole è molto più
deteriorata». In realtà la situazione è critica in tutt’Italia. Del
miliardo di euro stanziato sull’onda emotiva della morte di uno
studente 235 milioni sono stati utilizzati per l’emergenza abruzzese. I
governatori hanno chiesto al governo che a pagare l’emergenza terremoto
non siano le scuole, e dal ministero garantiscono che i fondi verranno
reintegrati.
Nel frattempo però nel decreto-legge «milleproroghe» è stato inserito
un ulteriore rinvio del termine per l'erogazione dei 300 milioni di
euro previsti dalla legge finanziaria per il 2010 per il programma
straordinario per l'edilizia scolastica. «E questo ha provocato un
ulteriore aggravamento della situazione in cui versano le scuole»,
sottolinea Manuela Ghizzoni, deputato del Pd.
Altro punto dolente è l'anagrafe degl edifici: iniziata nel 1996 e
rimessa in moto dopo la tragedia, non è ancora stata varata, a dispetto
delle promesse di terminare il lavoro in breve tempo. Infine, l’aumento
del numero di alunni per classe che nella gran parte degli istituti fa
sforare i limiti previsti dalla legge per garantire la sicurezza.
|
|