Associazione Doceda: apprendere per tutta la vita
Data: Giovedì, 22 aprile 2010 ore 20:00:00 CEST
Argomento: Redazione


“Apprendere per tutta la vita” rappresenta, nella strategia politica europea, un elemento essenziale di una cittadinanza consapevole che generi anche competitività nell’economia. Il diritto alla conoscenza e all’apprendimento permanente è stato recepito, a livello europeo, come diritto di cittadinanza e strumento tramite il quale l’individuo partecipa alla realizzazione di una democrazia cognitiva, collabora nelle scelte della società e sviluppa una responsabilità cosmopolita.

Su questo indirizzo a Lisbona, nel 2000, viene definito il principio informatore che ispira le politiche dell’Unione Europea: le persone sono la principale risorsa dell’Europa e su di esse e sul loro sviluppo devono essere imperniati tutti gli atti dell’Unione. Attraverso l’educazione formale, informale e non formale le persone possono essere padrone della propria vita, del proprio destino e garantire il proprio personale sviluppo e quello della collettività. Per questo motivo investire sulla formazione aumenta la competitività, sviluppa il lavoro e permette di stabilizzare le conquiste sociali.

Nello schema di regolamento recante “Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti,” i principi dettati dai numerosi documenti europei non trovano spazio, in quanto l’offerta formativa dei CPIA, che andranno a costituire una tipologia di istituzione scolastica autonoma, è finalizzata “al conseguimento di titoli di studio e di certificazioni riferiti al primo ciclo e al secondo ciclo di istruzione in relazione ai percorsi degli istituti tecnici, degli istituti professionali e dei licei artistici”.

Un’offerta formativa, dunque, centrata solo sull’istruzione formale,che tralascia di fatto il settore non formale e quello informale,cioè gli aspetti inscindibili di un apprendimento permanente nell’ottica del Life Long Learning.

Critico in tal senso è anche il parere del CNPI che, nell’adunanza del 16 dicembre 2009, ribadendo l’importanza dell’apprendimento permanente quale strategia scelta dall’Europa per vivere in modo attivo nelle diverse età della vita, osserva come la scelta di limitare l’offerta formativa degli adulti solo al settore formale, sia strumentale solo ad esigenze di contenimento della spesa pubblica.

Nelle note inviate al MIUR, il CNPI sottolinea come, nel suddetto Schema, manchi ogni riferimento al patrimonio di esperienze accumulate negli anni nei corsi di alfabetizzazione attivati nei Centri Territoriali, nelle sedi carcerarie, nei corsi serali ecc., strutture tutte che negli anni hanno inteso rispondere, fra mille difficoltà, ai bisogni di una società in evoluzione che presenta ancora un elevato tasso di analfabetismo di base e/o funzionale e un numero sempre maggiore di migranti. Tale situazione è ancora più grave nella Regione Campania, dove l’analfabetismo – di base e di ritorno – unito alla
dispersione scolastica sono problemi particolarmente gravosi e numericamente imponenti.

La riorganizzazione del sistema di istruzione per adulti è certamente necessaria e potrebbe essere l’occasione per avviare un’efficace programmazione territoriale dell’offerta formativa, partendo dalla volontà di portare a sistema le “buone pratiche” già individuate nell’esperienza dei Centri Territoriali e non dai tagli alle risorse già ad oggi troppo esigue.

La riorganizzazione del settore è inoltre complessa: i CTP e i Serali (i due mondi che si vuole far dialogare) sono tradizionalmente portatori di due diversi approcci all’istruzione degli adulti. I CTP sono frutto dell’evoluzione dell’esperienza delle 150 ore, che fin dalle origini ha cercato di coniugare istruzione ed educazione intesa in senso più generale.

I Corsi serali hanno avuto una origine più interna al mondo della scuola; in molti casi sono stati la semplice riproposizione in orario serale della scuola “del mattino”.

E’ ora necessario che queste due realtà trovino le risorse e i mezzi per risolvere, con rinnovate e condivise strategie operative, il problema più grave dell’educazione degli adulti in Italia, cioè quello della scarsa propensione delle persone con bassi livelli di scolarità e di cultura, ad esprimere una domanda di formazione. Ed a questa domanda dare risposte concrete ed efficaci.

In questa ottica si chiede che nel nuovo assetto organizzativo dei CPIA vengano considerati e garantiti i seguenti punti:

· La continuità di un’offerta formativa ampia e articolata che ricomprenda i vari settori educativi del formale, non formale e informale e non escluda così di fatto la stragrande maggioranza di adulti che esprimono la volontà di rientrare in formazione. In sintesi è necessario che si torni a parlare di “educazione” e non solo di “istruzione” poiché solo nel termine EDUCAZIONE è possibile ricomprendere le molteplici dinamiche della formazione in età adulta.

· Il riconoscimento della pari dignità lavorativa di tutte le figure professionali attualmente operanti nei CTP e nei serali, ciascuna con una propria specifica competenza didattico - formativa. Ci riferiamo alla perdita, nel passaggio dai CTP ai CPIA, di n.1 docente alfabetizzatore e di n.1 docente di lettere e al riferimento, contenuto nello Schema di regolamento, ad un generico indice, per il biennio delle
superiori, di n.1 docente (senza alcun riferimento all’ambito disciplinare di insegnamento) ogni n.10 iscritti. Tali indicazioni destano non poche preoccupazioni per l’avvio di una prassi operativa che pretende di imporre, contrariamente a tutte le antiche e nuove teorie didattico-scientifiche, un’unica figura professionale che possa coprire, alternativamente o saltuariamente, ambiti disciplinari non di sua competenza, se non anche profili professionali diversi: ciò è già accaduto in alcuni CTP dove la figura del docente alfabetizzatore è stata sostituita da quella degli altri docenti, creando un grave depauperamento dell’offerta formativa laddove è forte il bisogno di integrazione linguistica ed in casi di reale analfabetismo.

· La garanzia della stabilizzazione degli organici già esistenti nei CTP e nei Serali negli istituendi CPIA, sia per non disperdere le competenze acquisite in anni di lavoro, sia per continuare a garantire stabilità al nuovo sistema dell’Istruzione Permanente e quindi assicurare la crescita del livello di istruzione, da situazioni di completo analfabetismo fino al diploma secondario superiore, nonché percorsi di educazione alla cittadinanza ed alla legalità, rivolta agli stranieri presenti sul nostro territorio.

· Una rinnovata tutela verso le fasce culturalmente più deboli del nostro territorio, per le quali è urgente trovare nuove e più efficaci strategie di sostegno alla formazione. Su questo punto si chiede che le attività svolte a favore delle categorie a rischio analfabetismo vengano monitorate secondo parametri qualitativi e non semplicemente quantitativi (non in base al rilascio del titolo di studio ma in base alla realizzazione di percorsi educativi individualizzati).

· La trasparenza e la condivisione delle scelte sulla futura riorganizzazione dei CTP e dei Serali nei CPIA. E’ bene ricordare che si tratta di un riorganizzazione amministrativa del tutto nuova e tuttora da definire anche a livello sindacale. La costituzione dei CPIA viene intesa dal MIUR come una riorganizzazione amministrativa e come tale dovrà essere gestita prevedendo, solo se strettamente
necessario, un tipo di “mobilità chiusa”, quando non un semplice riassetto organizzativo.

In nessun caso bisognerà considerare i docenti impegnati nei CTP e nei Serali come “perdenti posto” e quindi costretti alla mobilità ordinaria.
In quest’ottica potrebbe essere positiva la realizzazione di un sistema di reti organicamente realizzato sulle esigenze del territorio che, senza prevedere riduzioni di organico né declassificazioni dello stato giuridico dei docenti (attualmente i docenti impegnati nei CTP e nei Corsi Serali sono Organico di diritto), rappresentino compiutamente delle Autonomie scolastiche operanti stabilmente a favore del rientro in formazione della popolazione adulta.







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